“Ero geloso”: il benzinaio brucia vivo il clochard
telecamere riprendono la scena
■Ha confessato l’uomo accusato di aver dato fuoco nella notte di venerdì a Marcello Cimino, senzatetto 45 enne che dormiva in strada: “Aveva fatto apprezzamenti su mia moglie”
C’è un uomo incappucciato che davanti all’o c c hi o impietoso di una telecamera di sorveglianza dà fuoco ad un clochard addormentato. C’è la squadra mobile che per un’intera giornata scatena la caccia al misterioso assassino perlustrando un intero quartiere, interrogando negozianti e possibili testimoni, scandagliando ogni centimetro della Missione San Francesco dei frati Cappuccini, dove il povero senza- tetto è stato arso vivo. E poi in serata c’è l’individuazione e il fermo di Giuseppe Pecoraro, un benzinaio di 45 anni che alla fine confessa: ha ucciso per gelosia. Perchè quel vagabondo, che si chiamava Marcello Cimino e da almeno tre anni risultava senza fissa dimora e senza occupazione, voleva rubargli la moglie.
È LA CRONACA di una giornata particolare che è riuscita anche a scatenare una polemica di fuoco attorno alla diffusione del video- choc dell’omicidio, rilanciato da televisioni e siti: le riprese mostrano in diretta un’esecuzione così brutale che per tutto il giorno le voci istituzionali di Palermo, città non certo nuova a bombe, violenze e omicidi efferati, levano un coro unanime di sdegno. Il procuratore Francesco Lo Voi apre un’inchiesta per violazione di segreto istruttorio e favoreggiamento.
L’ultimo “giallo” di Palermo è una storia che all’inizio ricorda la violenza brutale e gratuita dei Drughi di Stanley Kubrick nel film Arancia meccanica, ma alla fine si rivela un vero e proprio omicidio passionale, scaturito dalla rivalità per una donna. La vittima è un uomo sposato e separato, con due figlie, che da tempo aveva abbandonato la sua abitazione e aveva trovato un riparo di fortuna sotto il portico della Missione di via dei Cappuccini, dove ha sede la mensa per i poveri.
L’ESECUZIONE, avvenuta dopo la mezzanotte di venerdì, viene ripresa in 34 secondi dall’unica telecamera di sorveglianza puntata sulla struttura di accoglienza: nella sequenza si vede un individuo incappucciato che si avvicina con un secchio al giaciglio, versa del liquido infiammabile, appicca il fuoco e si dilegua. Sotto la coperta, il clochardha appena il tempo di sollevare la testa. L’ultima immagine mostra un’enorme fiammata che per un at- timo lambisce anche l’assassino in fuga.
Sono state proprio le fiamme ad allertare i residenti che nella notte hanno lanciato l’allarme: ma quando i vigili del fuoco sono arrivati sul posto, hanno trovato solo un corpo carbonizzato, sul quale il pm di turno Maria Forti ha disposto l’autopsia. Non è stato difficile ricostruire l’identikit del clochard assassinato: la moglie Iolanda ha raccontato che l’uomo aveva un’abitazione popolare nel Villaggio Santa Rosalia, ma aveva deciso di vivere per strada: “Aveva qualche vizio – ha detto la donna – e si era allontanato per il bene della famiglia”. La sorella Patrizia ha spiegato che la sua unica fonte di reddito erano “gli oggetti che raccoglieva nella spazzatura e che rivendeva al mercato di Ballarò”.
MO LTO più difficile arrivare all’a ssassino: le immagini video a disposizione degli i nq ui re nt i, infatti, non hanno consentito immediatamente di distinguere il volto dell’uomo incappucciato. Per giungere al fermo di ieri sera gli uomini della mobile hanno interrogato i residenti e i negozianti della zona, scoprendo che venerdì pomeriggio Cimino aveva litigato con un individuo davanti ad alcuni testimoni: ma solo dopo una giornata di frenetiche ricerche, gli investigatori sono arrivati al benzinaio che nelle ore precedenti aveva avuto un violento alterco con la vittima. Pecora- ro, che presenta bruciature su una mano, nel corso dell’interrogatorio ha vuotato il sacco: ce l’aveva con Cimino addebitandogli il fallimento del suo matrimonio. Lo Voi in serata si è complimentato con la squadra mobile che ha risolto il caso in poche ore.
La brutalità che ha caratterizzato l’omicidio del clochard ha suscitato in città molta impressione. Il sindaco Leoluca Orlando ha esposto in municipio la bandiera a m ez z’asta e ha indetto per stasera una fiaccolata. Poi ha annunciato che “il Comune si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario”.
Il vescovo di Palermo Corrado Lorefice, invece, ha citato il “cuore degli uomini” che si sta facendo “di pietra”. Dopo Milano e Roma, Palermo è la terza città italiana per numero di senza-tetto: nel 2014 l’Istat ne ha contati 2.887, pari al 5,5% del totale nazionale.
Città sconvolta La squadra mobile ha risolto il caso in poche ore. Stasera fiaccolata in centro