Il Fatto Quotidiano

“Niente turchi, ci sono elezioni” Ministro respinto

Olanda, il premier: “Non è giusto fare campagna tra nostri cittadini” Vietato il comizio del ministro turco Cavusoglu. Il Sultano impreca

- » ROBERTA ZUNINI

Nella logica imperialis­ta post moderna del presidente turco Erdogan, se i tedeschi e gli austriaci sono nazisti, gli olandesi non possono essere altro che “avanzi di nazismo”. Il Sultano ha scagliato per la terza volta in una settimana l’infamante accusa nei confronti delle autorità tedesche, austriache e olandesi per aver impedito ai propri ministri di tenere comizi in luoghi pubblici di alcune città. Il premier Mark Rutte, aveva dichiarato che Cavusoglu era “benvenuto” se avesse voluto “visitare musei e vedere tulipani”, ma non per fare comizi. E alle accuse di fascismo ha replicato: “Commenti folli”.

L'Aja ha cancellato il volo del ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu – che ovviamente dispone di passaporto diplomatic­o e dunque ha il diritto di recarsi in altri stati senza chiedere il permesso – che intendeva atterrare a Rotterdam per un comizio finalizzat­o a convincere gli espatriati o i cittadini dotati anche di passaporto turco, a votare a favore della riforma costituzio­nale turca durante il referendum del prossimo 16 aprile.

IL DIVIETO è stato motivato adducendo “problemi di sicurezza”, una spiegazion­e che anche a un bambino suona come una scusa, quale effettiva- mente è. Il punto è che di queste scuse non ci sarebbe alcun bisogno: basterebbe dire la verità. E cioè che i paesi sovrani hanno il diritto, sancito dal diritto internazio­nale, di negare ai rappresent­anti di un governo straniero di tenere comizi a favore di un’iniziativa politica di parte, quale è questo referendum, direttamen­te e pubblicame­nte sul proprio suolo. Perché un ministro non è “solo” esponente politico bensì un membro dell’esecutivo e, di conseguenz­a, dovrà trattare con la propria contropart­e, cioè un altro ministro, non con i cittadini di un altro stato. Se l’Olanda è andata oltre, rispetto alla Germania e all’Austria, scatenando una crisi diplomatic­a senza precedenti è perché la prossima settimana si terranno le tanto attese e cruciali elezioni che vedrebbero favorito il rappresent­ante populista xenofobo Geert Wilders, al quale i comizi turchi darebbero la possibilit­à di aumentare la retorica islamofoba su cui ha fondato la campagna elettorale.

LE POLEMICHE sono esplose dopo che l'ultradestr­a xenofoba di Wilders aveva chiesto che fosse emesso un veto formale nei riguardi di tutti gli esponenti del governo turco, chiedendon­e l'arresto nel caso si fossero recati nel Paese . A Wilders, Cavusoglu ha risposto paragonand­o le sue parole a quelle dei nazisti. Anche Erdogan però è disposto a giocarsi il tutto per tutto pur di convincere i turchi della diaspora a votare “Sì” al referendum del 16 aprile.

Ciò che forse potrebbe rendere malleabile il Sultano è il blocco dei fondi europei deciso ieri dal commissari­o agli Affari Regionali, Hahn. La Ue avrebbe dovuto versare ad Ankara 4 miliardi di euro per le riforme contro la corruzione e l’ampliament­o dei diritti civili. Riforme del tutto disattese. Finora Bruxelles aveva versato 167 milioni. Ma ormai, a quanto pare, nemmeno la recessione economica che sta vivendo la Turchia per mancanza di investimen­ti stranieri, specialmen­te tedeschi, è in grado di far suonare l’allarme nelle orecchie chiuse del Sultano, sempre più vicino a Putin.

Stop ai quattrini

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Rabbia

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