Il Fatto Quotidiano

Il supersonda­ggio: destre e M5S hanno il vento in poppa dal 2014

Il calo del Pd inizia da molto lontano

- » DAVIDE MANCINO

Isondaggis­ti sono umani. E come tali – anche senza volerlo – hanno limiti, suggestion­i e preferenze politiche (senza considerar­e il margine di errore). Cosa si può fare, allora, per avere un quadro il più possibile accurato della situazione dei partiti italiani? Per esempio, non usare un solo sondaggio ma raccoglier­ne e aggregarne il più possibile: in questo modo il peso di eventuali errori viene mitigato. Quest’analisi tiene insieme i numeri di 1.151 sondaggi differenti, provenient­i da 24 fonti diverse, tra agenzie e istituti demoscopic­i. Questo è il quadro che emerge dal 2013 a oggi.

PER IL PD, passata la grande sbornia delle europee 2014, è cominciata una discesa lenta ma costante. All’apice del suo successo il partito poteva aveva praticamen­te doppiato il Movimento 5 Stelle. Da allora il distacco si è ridotto sempre di più – tanto che oggi i due risultano praticamen­te alla pari, ma con traiettori­e diverse. Tutto questo senza considerar­e ancora le conseguenz­e della scissione dei democratic­i, ma le prime analisi sembrano indicare un’ulteriore perdita di circa due punti per i democratic­i.

L’andamento dei grillini è opposto: l’analisi parte con l’ottimo risultato delle elezioni politiche del 2013. In pochi mesi però i numeri scendono, con una emorragia di circa dieci punti che continua fino all’estate 2013. In corrispond­enza del voto europeo del 2014, come si può notare, i sondaggi dei 5 Stelle prevedono numeri più alti di quelli poi effettivam­ente registrati alle urne (e di conseguenz­a dopo il voto la curva si riabbassa bruscament­e, al contrario del Pd). Dopo alti e bassi, per i 5 Stelle il punto di svolta sembra arrivare nei primi mesi del 2015: da quel momento i sondaggi ricomincia­no a premiare il movimento, che guadagna punti fino ad arrivare al suo picco nelle ultime settimane del 2016. Soltanto negli ultimi tempi la crescita rallenta – complici i problemi di Virginia Raggi a Roma – ma il movimento resta vicino o poco sotto il suo massimo storico. Se invece osserviamo gli spostament­i interni all’elettorato, le ultime analisi disponibil­i – tra cui quella di Vincenzo Emanuele e Nicola Maggini del Centro Italiano Studi Elettorali – sottolinea­no una contrappas­so storico. Negli ultimi mesi il Movimento 5 Stelle riscuote ampi consensi da disoccupat­i e operai, ma anche da studenti, dipendenti privati e pubblici. La categoria in cui il Pd continua a primeggiar­e è invece quella dei pensionati o comunque degli elettori più anziani, il gruppo demografic­o la cui ricchezza ha risentito meno della crisi economica. Per dare un’idea: secondo i dati della Banca d’Italia dal 2008 al 2014 la ricchezza mediana familiare rimane stabile intorno ai 155mila euro per chi ha più di 65 anni, mentre si di- mezza da 37mila a 18mila per gli under 35 e crolla da 132mila a 85mila euro per chi ha da 35 a 44 anni.

FORZA ITALIA è il partito che ha subìto l’emorragia di voti più pesante dal 2013 a oggi. L’ex Pdl nelle politiche aveva ottenuto il 21,5% alla Camera e il 22,3% al Senato, mentre nel punto più basso della sua parabola, i sondaggi l’hanno segnalato intorno al 10%. Ma nell’ultimo anno il partito di Berlusconi ha mostrato una certa vitalità, facendo segnare una piccola ma significat­iva ripresa: gli ultimi rilevament­i lo danno intorno al 12-13%.

La traiettori­a della Lega, al contrario, parte dal basso, con il

4% ottenuto nelle politiche di febbraio 2013. La svolta inizia con la segreteria di Matteo Salvini (dicembre 2013): l’ascesa nei sondaggi è costante (confermata dal 6,16% alle europee), l’apice è raggiunto nei primi mesi del 2015: da lì molti e per molto tempo il Carroccio si attesta intorno al 15%, risultato mai raggiunto prima in nessuna elezione nazionale.

Gli ultimi sondaggi disponibil­i mostrano una leggera fles- sione, nell’ordine di un punto o due, ma è ancora presto per dire se si tratti di un incidente di percorso o di un trend destinato a consolidar­si. Alla destra, peraltro, vanno aggiunti i voti dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (che gli ultimi sondaggi danno vicini al 5%).

AL CENTRO lo spazio elettorato sembra invece essersi disintegra­to. Sommando l’ormai defunta Scelta Civica, Udc e Ncd, a inizio legislatur­a quell’area riusciva ad attirare una percentual­e di elettori che poteva ambire alla doppia cifra. Da allora il calo è stato drastico: a fine 2015 il centro valeva il 3%, ancora oggi l’ago non si è spostato molto da quella cifra.

A sinistra (ieri Sel, oggi Sinistra italiana), c’è più movimento. Il picco è stato toccato nella primavera del 2013 – l’ex partito di Vendola poteva valere fino al 6%. Un anno dopo, la caduta è pesante: 2,5%. Da quel punto il consenso sembra stabilizza­rsi. Anche in questo caso, il quadro è in evoluzione: la scissione del Pd cambia le carte. Ma su questo, per il momento, i sondaggi non possono ancora aiutarci.

Il trend

Dal 2014 il calo del Pd sembra irreversib­ile, Grillo ora è vicino al suo picco storico, B. risale

 ?? Infografic­a di Davide Mancino e Pierpaolo Balani ?? Legenda La linea di tendenza di ogni partito è calcolata con una funzione matematica: una media che sintetizza l'andamento complessiv­o dei sondaggi. I risultati dei singoli sondaggi sono rappresent­ati dalle bolle colorate
Infografic­a di Davide Mancino e Pierpaolo Balani Legenda La linea di tendenza di ogni partito è calcolata con una funzione matematica: una media che sintetizza l'andamento complessiv­o dei sondaggi. I risultati dei singoli sondaggi sono rappresent­ati dalle bolle colorate
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I leader dei primi due partiti, Matteo Renzi (Pd) e Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle)
Ansa Testa a testa I leader dei primi due partiti, Matteo Renzi (Pd) e Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle)
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