Erdogan: “La pagherete” E l’Europa lo sbatte fuori
Amsterdam: via la ministra
Un uomo alza le braccia, in piedi sul tetto del consolato olandese in Istiklal Caddesi, la famosa via di Istanbul che sbuca in piazza Taksim. Non molto distante, sullo stesso lato della strada, c’è il consolato russo e, poco prima, quello svedese. L’uomo urla “Allahu Akbar”, qualcuno gli fa eco dalla folla che lo osserva. Ha appena sostituito la bandiera olandese, con quella rossa con la mezzaluna che, per meno di mezz’ora, sventolerà sull’edificio. Mentre il video fa il giro del mondo, i media nazionali rilanciano le foto dei concittadini che abitano in Olanda stesi a terra, immobilizzati dagli agenti, azzannati dai cani o feriti, dopo le proteste dei giorni scorsi. Sono le immagini simbolo di una crisi profondissima tra Ankara e i Paesi Bassi.
Ieri Erdogan, durante una cerimonia ad Istanbul, ha ammonito il governo olandese: “Se sacrificate le vostre relazioni con la Turchia per le elezioni di mercoledì, pagherete un prezzo”. E, dopo aver denunciato l’i s la m of o bi a dell’Europa, ha aggiunto: “Pensavo che il nazismo fosse finito. Mi sbagliavo: è ancora vivo in occidente”. Parole che arrivano dopo che il governo dell’Aja ha deciso di vietare al ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu di entrare nel Pae- se e di tenere un comizio ai turchi in Olanda, in vista del referendum costituzionale del 16 aprile. E dopo che il ministro della Famiglia Fatma Betul Sayan Kaya è stata fermata dalla polizia mentre stava entrando al Consolato turco di Rotterdam e riaccompagnata alla frontiera con la Germania. La risposta della Turchia non si è fatta attendere e l’ambasciata dell’Aja ad Ankara è stata chiusa. “Vogliamo che l’amba sci ato re non torni per un po’” ha detto Cavusoglu.
MA LE POLEMICHEper le visite che i ministri di Ankara hanno in programma in Paesi nei quali ci sono grandi comunità di turchi (in Germania ce ne sono circa 3 milioni, nei Paesi Bassi 500mila) non riguardano soltanto l’Olanda. Il caso era già scoppiato con il governo di Berlino, il cui comporta- mento era stato accostato a quelli dell’epoca nazista da Erdogan dopo il divieto rivolto ai politici turchi di fare campagna elettorale in Germania. E proprio ieri il ministro degli Esteri Thomas de Maiziere ha avvertito che “chiunque insulti la Germania o il suo ordine costituzionale e lo derida in modo calunnioso è passibile di essereperseguito”. Lo stesso problema Ankara ce l’ha con l’Austria mentre, ieri, anche il premier daneseLarsLokke Rasmussenha chiesto al primo ministro Binali Y il dr i mdi posticipare la visita a Copenhagen, prevista a fine marzo.
Nel fratttempo, Erdogan, che ha parlato di sanzioni nei confronti dell’Olanda, ha ringraziato, invece, la Francia che ha permesso ieri a Cavusoglu di tenere un comizio a Metz (scatenando, così, le polemiche e gli attacchi del Front National). “Parigi - ha detto il presidente turco - non è caduta in questa trappola”.
MA I DIVIETI che fanno infuriare Ankara hanno anche ricompattato governo e opposizione in Turchia. Ieri Kemal Kilicdaroglu, leader del principale partito d’opposizione (il Chp), ha chiesto al governo di sospendere le relazioni con l’Olanda. In fondo, questi divieti da parte di diversi Paesi europei stanno probabilmente aumentando i voti in favore del si al referendum voluto da Erdogan. Nel Paese della mezzaluna e, forse anche all’interno delle stesse comunità turche in Germania, Austria e Olanda, dove lo scontro con Ankara potrebbe portare più turchi a votare per il si di quanti ne avrebbero convinti con i comizi che sono stati vietati.
Propaganda
L’Aja respinge i ministri e anche Berlino è furiosa. La Danimarca: “Yldrim non venga”