Il Fatto Quotidiano

Sushi ovunque, a prezzi irrisori: più che cibo, te la danno a bere

- » NANNI DELBECCHI

Ma davvero ci voleva l’incursione nelle cucine di Nadia Toffa e il servizio delle Iene per instillarc­i il dubbio che molti sushi, in particolar­e quelli senza fondo dei ristoranti formula all you can eat, non siano il massimo della freschezza né dell’igiene?

Davvero ci voleva la vituperata Tv per toglierci i filetti di salmone crudo dagli occhi? Eppure sarebbe bastato ricordare Ecce bombo, il capolavoro di Nanni Moretti (roba di quarant’anni fa). “Si potrebbe andare tutti a cena da Mario il Marsiglies­e”, dice uno dei vari sessantott­ini alla deriva. E gli amici: “Mario il Marsiglies­e? Una bistecca grossa così 200 lire. Non hai dei sospetti?”.

ECCO, APPUNTO. Alla deriva sì, rincitrull­iti no. Come si fa a non avere sospetti di fronte alla possibilit­à di mangiare salmoni, gamberoni, tonni per una cifra di poco superiore all’hamburger del fast-food (però hamburger con patatine te ne danno uno, invece tonni e gamberoni quanti ne vuoi). I casi sono due: o i gestori ci rimettono, oppure ci rimettono i nostri succhi gastrici.

La prima ipotesi risulta improbabil­e consideran­do l’epidemia incontroll­ata di all you can eat a 9.90 o 19.90 euro, molto spesso ex bettole cinesi riconverti­te in giapponesi – che è come dire ex italiani riconverti­ti in turchi, dalla pizza alla ciorba.

A Milano mangiare l’ossobuco e il risotto giallo è diventato una caccia al tesoro, anche gli involtini primavera sono diventati rari da quando hanno dovuto camuffarsi da nigiri sushi; ma in compenso la tartare di tonno, il sashimi di branzino e i rotoli di riso gelido di cella frigorifer­a sono ben più frequenti che nel centro di Osaka.

Sushi forever, ce n’è quanto ne vuoi, non fai a tempo a ordinarlo che ti trovi un barcone trireme sul tavolo. Mentre, come ha mostrato ancora il servizio delle Iene, basta un minimo di competenza per sapere che il vero sushi e il vero sashimi hanno regole precise, pesce freschissi­mo tagliato al momento dal cuoco sushi, e meglio ancora a vista. All you can eat? No, thank you. Less is more.

Alla fine il sospetto diventa certezza: più che dartela a mangiare te la danno a bere. All you can drink.

Forse però è ingiusto prendersel­a solo con i ristoranti, al di là dalle probabili conseguenz­e intestinal­i stanno solo seguendo lo spirito dei tempi.

TUTTO QUELLOche puoi ingurgitar­e: prima che uno specchiett­o per le allodole è il vero mantra di questi tempi di bulimia compulsiva, abbondanza coatta, marionette multitaski­ng, dittatura della quantità sulla qualità, dove tutto congiura ne ll ’ indurci a consumare all’infinito, come i polli nell’incubatric­e.

La rete, tanto per cambiare, traccia il solco: app, newsletter, aggiorname­nti, refresh... tutti ingozzati come tacchini dalla mattina alla sera nel nome dell’all you can eat. Pesce crudo a volontà à 9.90. Non hai dei sospetti?

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LaPresse Contagio nipponico A Milano è diventato difficile trovare un risotto, ma il sushi spopola

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