Il Fatto Quotidiano

Quel vecchio, caro zio di Corrado

- » BENEDICTA BOCCOLI

Una tovaglia a quadri bianca e blu, una ruota a forma di piatto e delle grandi posatone. Mi re mi fa sol do. Do si la sol do... le minime nozioni di solfeggio che conosco me la fanno canticchia­re come una filastrocc­a familiare: la sigla del “Pranzo è servito”. Le Tv del mio condominio la cantano tutte all’unisono, forse come quelle di milioni di italiani. Non c’è pranzo di casa senza Corrado. “Uffa fate silenzio, inizia il pranzo è servito!”.

Quando appare in video, io lo amo come uno zio, simpatico, garbato, ironico e mai scontato. Corrado arriva col suo buon umore e un cabaret di cibi prelibati. Attenzione al dolce però, nel conteggio delle calorie che servono a far vincere i concorrent­i può essere determinan­te. Vince chi ne colleziona di meno. Ma altro che dieta dissociata, il menù è completo e sui pannelli girevoli fanno bella mostra gli spaghetti al ragù, meno calorici del pollo con patate che arriva per secondo, e anche del formaggio che, si sa, è una licenza proteica. Ma la trovata eccezional­e sono i concorrent­i, persone semplici, che rispondono a domande accessibil­i, scrivono di schiena su una lavagna o corrono con i piedi legati.

Corrado li gratifica con la sua voce ruvida e vetrosa… “E adesso le domande finali, mi rendo conto che possono non essere facili. Si concentri Signora Marchetti, dove si trova il deserto del Sahara?” – “In Africa su questo non ci piove!” – “Bravissima Signora Marchetti, ne avessi sempre di concorrent­i come lei! Seconda domanda: che lingua si parla in Svezia?” – “Oddio, sarà lo Svedese?” – “Esatto! Ultima domanda Signora Marchetti, risponda, qual è la capitale della Francia?” – “Parigi” – “Risposta esatta... ma che brava la Signora Marchetti, sa tutto!”. Un genio la Marchetti.

(Ha collaborat­o Massimilia­no Giovanetti)

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