La dinastia e la guerra
IL PERSONAGGIO Bashar Al Assad è nato nel 1965, cinque anni dopo suo padre Hafez prendeva il potere in Siria, governando come presidente fino alla morte, nel 2000. Appartiene alla minoranza alawita (sciiti), e come il padre ha governato appoggiandosi su uno Stato forte, l'uso dell'esercito per reprimere il dissenso, e piccole dosi di liberismo economico combinato con interventi di ispirazione socialista (scuola e università pubbliche). Ha studiato oftalmologia a Londra, poi la morte del fratello Basil, erede designato di Hafez, lo ha spinto verso la politica. Diventa presidente nel 2000. Nel 2005 viene accusato di essere responsabile dell'attentato che causa la morte di Rafiq Hariri, uno dei politici più importanti del Libano, da cui le truppe siriane si dovranno ritirare.
I PROTAGONISTI Sull'onda delle primavere arabe, nel 2011 la richiesta di cambiamento arriva in Siria. Il regime reprime le proteste che presto si trasformano nell'inizio di una guerra civile, con l'Esercito siriano libero che cerca di rovesciare Assad sostenuto dall’Occidente. Presto la natura della guerra cambia, al fianco di Assad si schierano gli storici alleati Iran e Russia, che considerano la Siria una propria zona di influenza. La Turchia inizia a intervenire per indebolire i curdi che combatto nel Rojava le forze dell'Isis. Proprio in Siria lo Stato islamico si rafforza e ora ha la sua capitale, a Raqqa. In altre zone è attivo il braccio locale di al Qaeda, oggi nota come Hay'at Tahir a-Sham. I gruppi islamisti sarebbero sostenuti da Arabia e Qatar, Paesi sunniti, in funzione anti-sciita (Iran e lo stesso Assad).