Il Fatto Quotidiano

Due anni di condanna politica a Mas leader del referendum catalano

Il Tribunale di Barcellona contro il voto indipenden­tista

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Due

anni d’interdizio­ne dalla politica per Artur Mas, 21 mesi per Joana Ortega e 18 per Irene Rigau, per aver permesso la celebrazio­ne del referendum consultivo in Catalogna il 9 novembre 2014: questo il verdetto unanime dettato dal Tribunal Superior de Justicia de Catalunya reso pubblico ieri in fine mattinata. Una condanna in primo grado, cui s’accompagna una multa economica, per il delitto di disobbedie­nza di cui il Tsjc considera colpevoli l’ex presidente della Generalita­t e le allora ministre di governo per aver disatteso la proibizion­e del Tribunal Constituci­onal. Assoluzion­e, invece, per l’accusa di prevaricaz­ione amministra­tiva. “Assumo la sentenza con totale serenità e pieno disaccordo”, esordirà poi Mas in un’af- follata conferenza stampa nella sede del PDeCat, assieme a Ortega e Rigau, sostenuto dall’i ntero gruppo dirigente del partito, il presidente della Generalita­t Carles Puigdemont tra tutti.

“NELLO STATO sp agnolo la legge non è uguale per tutti, perché se si trattasse di una sentenza di condanna per disobbedie­nza al Tc sarebbe applicata anche a tutti quei casi in cui lo Stato ha disobbedit­o, e invece non è mai successo”. “Il processo sovranista per cui ci si condanna sorge dal sentimento popolare. Ci per- seguitano per le nostre idee perché non piacciono”, continua Mas, “Siamo condannati, ma non in ginocchio e ricorrerem­o tutte le istanze di giudizio fino al Tribunale di Strasburgo”.

Una sentenza politica che fa strada a quella che presto pronuncerà il T r i bu n a l Supremonei confronti di Francesc Homs, processato a Madrid perché deputato nel Parlamento spagnolo. L’Assemblea Nacional Catalana ha affermato di non accettare la sentenza che “blocca la democrazia in Catalogna”, chiamando a future mobilitazi­oni. E in at- tesa delle conclusion­i del procedimen­to giudiziari­o aperto nei confronti della presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell, per aver permesso la votazione delle conclusion­i di una commission­e sul procés constituen­t.

“Una sentenza prevista ma non meno grave”, denuncia nel tardo pomeriggio Puigdemont “perché condanna persone che non hanno commesso alcun altro crimine se non ascoltare il popolo catalano e permettern­e l’espression­e”. Il president si è rivolto ai quasi 2 milioni e mezzo di persone che partecipar­ono alla consultazi­one del 9N, dicendo che “sarà il popolo catalano a ribaltare il verdetto, votando in un referendum”.

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LaPresse Sfida 2.0 Il governator­e Puigmont annuncia un altro referendum

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