Pure i bersaniani contro Lotti
Il gruppo Mdp punta a togliere al ministro le deleghe (Sport, editoria e Cipe ). Le altre opposizioni – dalla Lega al M5S – potrebbero votarla. Forza Italia prende tempo
Non
diranno sì alla sfiducia “perché noi non siamo magistrati”, per dirla come il senatore Federico Fornaro. Ma gli ex dem di Mdp fanno comunque la loro mossa sul caso Lotti. E in una mozione che verrà depositata oggi a Palazzo Madama, chiedono che il renzianissimo ministro, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento nell’inchiesta sulla Consip, si dimetta, o che in alternativa il premier Paolo Gentiloni gli sospenda le deleghe a Sport, Editoria e Cipe “fino al chiarimento della vicenda che lo vede coinvolto”, perché “c’è un grave tema di opportunità politica”. È la terza via degli esuli dal Pd: contrari alla mozione di sfiducia del M5S che verrà votata domani, “perché – sostiene la presidente dei 14 senatori di Mdp, Cecilia Guerra – è incardinata sul tema giudiziario, che è di competenza della magistratura e non del Parlamento”. E invece sono decisamente interessati a quella di Gaetano Quagliariello, che vuole azzerare i vertici Consip. Ad oggi, l’unica delle tre mozioni che potrebbe mettere in difficoltà la maggioranza sul piano dei numeri. Ma sia il testo di Quagliariello che quello di Mdp dovranno essere calendarizzati per i prossimi giorni, perché non sono assimilabili alla mozione dei 5Stelle. Un dettaglio per gli ex dem, che domani usciranno dall’aula per non votare la mozione dei grillini (“l’argomento va affrontato, quindi non voteremo contro”). Lo scopo di Mdp, d’altronde, è un altro: (ri)porre l’attenzione sul giglio magico e sulle contraddizioni di Matteo Renzi, “garantista peloso, cioè solo con i suoi”, come accusa Miguel Gotor. Nonché dare un segnale a Gentiloni, “perché il governo deve operare al riparo da dubbi”.
MA PROPRIO a nome del governo, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ribadisce “piena fiducia nell’operato di Lotti”. Mentre il capogruppo dem Luigi Zanda assicura: “Respingeremo la mozione”. Ed è probabile che abbia ragione. Il testo di Mdp raccoglierà i voti della Lega e probabilmente anche dei 5Stelle, propensi ad appoggiarla “perché quello che conta è l’o- biettivo finale”. Mentre Forza Italia prende tempo, per bocca del capogruppo Paolo Romani dice: “Questa di Mdd è una cosa diversa dalla mozione dei 5Stelle. Molto dipenderà da cosa dirà mercoledì Lotti in aula, poi decideremo”. La maggioranza dovrebbe comunque reggere. Ma l’unica certezza è la mozione di censura per Lotti, che scandisce: “La vicenda Consip, a prescindere dal suo eventuale rilievo penale, mette in luce comportamenti familistici e clientelari nella gestione del potere, che disvelano come questioni di interesse pubblico siano state affrontate grazie a un ruolo preminente dei rapporti di origine famigliare, personale e privatistica”. Per gli ex dem è evidente “la commistione tra affari e politica”. Come è chiara l’incoerenza di Matteo Renzi: “Lotti non ha compiuto un passo indietro, mentre in questi ultimi anni alcuni ministri, anche non coinvolti in vicende penali, come Nunzia De Girolamo, Maurizio Lupi e Federica Guidi, si sono dimessi. E ciò è avvenuto a seguito di richieste di dimissioni da parte di Renzi”.
Inchiesta Consip
Il “lampadina” domani in aula si difenderà dalla sfiducia.
Ma non rischia niente