NAPOLETANO, IL DIO CHE SI È FATTO RIDICOLO
Caro direttore, ognuno ha i propri scheletri nell’armadio. L’importante è riconoscerli in tempo. È vero, come mi è stato rammentato, che ho presentato a Roma l’ultimo libro del direttore (indagato) del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, Nuovo viaggio in Italia. Imbarazzato? Un po’. Deluso? Mi passerà. Il peggio è che ho continuato a leggere, domenica dopo domenica, i suoi “Memorandum” sull’inserto culturale del Sole. Non basta: ho conservato gli inserti.
LE SCRIVO proprio perché intendo sbarazzarmene. Se c’è qualcuno a cui interessano, può contattarmi in privato. Li cedo a rate: la quantità di retorica è indigeribile in un colpo solo anche per i meglio attrezzati. Perché, vede, non c’entra nemmeno la questione giudiziaria: vedremo come andrà a finire.
Ma c’è, prima ancora, un problema – molto diffuso nella stampa italiana – sul rapporto predicare bene/ razzolare malissimo.
Non mi riferisco a reati; mi riferisco a uno scollamento totale fra parole e gesti, fra omelie accorate e azioni concrete, frasi solenni, nobili e modi di fare penosi. L’elenco di imputati potenziali che mi arriva sulla punta della lingua sarebbe lunghissimo, ma – come disse un buon gesuita – chi so- no io per giudicare? Per carità. Però c’è una cosa che non mi spiego: perché – se uno ha voglia di razzolare malissimo – deve infliggerci comunque queste palate di retorica moraleggiante? Non è meglio tacere? Costa anche meno dispendio di energia. Invece il Mega Direttore Galattico Duca Conte ecc. Napoletano non si è risparmiato. Do qui un piccolo florilegio a uso dei potenziali acquirenti della mia collezione. Alla rinfusa, un “me mo ra nd um ” vale l’a lt ro : “Facciamo i conti con quella ‘estensione’lucidamente prevista e realizzatasi in misura di gran lunga superiore alla più fervida immaginazione, con la sua coda di degenerazioni e di distorsioni entrata nelle teste e nei comportamenti di troppi… è obbligatorio che cambino la mentalità diffusa e le singole teste” (7 agosto 2016). Di chi sta parlando? “…Una classe dirigente che non esce dai suoi vizi, vecchi e nuovi” (11 dicembre 2016). Di chi sta parlando? “Una sorta di collana virtuosa composta di grandi intelligenze ispirate da sentimenti unitari solidali di giustizia…” (18 dicembre 2016).
Di che sta parlando? “Mi piacciono la ‘scelta eretica’e l’atto di ‘ribellione civile’ e continuo a sperare che tante scelte eretiche e tanti atti di ribellione civile ci facciano guadagnare la normalità di una classe dirigente che la smette di lamentarsi, si ‘sporca le mani’ ogni giorno con le cose difficili, e si assume fino in fondo le proprie responsabilità” (26 giugno 2016). Di chi sta parlando? “C’è sempre qualcuno che, prima o poi, ti supererà in questa agorà perma- nente che esalta personalismi… ma inevitabilmente consuma valori e credibilità” (8 gennaio 2017). Di chi sta parlando? Lascio fuori i pezzi sul beato Frassati e sul “nostro San Francesco” per pudore. Vado avanti: “Sappiamo che le cose sia pure lentamente stanno cambiando… questa è la strada migliore per essere credibili…” (13 novembre 2016). Di che sta parlando? “Mai rinunciare alla propria identità o cedere a piccoli-grandi compromessi con la coscienza…” (26 febbraio 2017). Di chi sta parlando? Napoletano potrebbe – e lo spero – anche essere innocente su ogni fronte; non lo è comunque al tribunale più astratto e impegnativo: quello del Senso del Ridicolo.
TEMO CHE il “Memorandum” non uscirà più, per questo lo cedo volentieri a chi vorrà conservarlo. A futura memoria, come si dice. Mi piace pensare che il Mega Direttore, invece, abbia tempo, in questi giorni complicati, per dedicarsi a un personalissimo, privato “memorandum”. E rammentare a se stesso, se ci riesce, da quale momento ha cominciato a scrivere parole che non avevano più nessun contatto con la sua vita, le sue scelte, i suoi modi; e quando ha cominciato a coprire la vera prepotenza, la vera ingordigia, la vera arroganza e perfino la vera maleducazione (mi dispiace avere assistito da vicino), oltre all’infinita piaggeria coi potenti, con le palate di una retorica bolsa e moralistica, che ci ha messo un attimo a diventare grottesca.