Il Fatto Quotidiano

NAPOLETANO, IL DIO CHE SI È FATTO RIDICOLO

- » PAOLO DI PAOLO

Caro direttore, ognuno ha i propri scheletri nell’armadio. L’importante è riconoscer­li in tempo. È vero, come mi è stato rammentato, che ho presentato a Roma l’ultimo libro del direttore (indagato) del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, Nuovo viaggio in Italia. Imbarazzat­o? Un po’. Deluso? Mi passerà. Il peggio è che ho continuato a leggere, domenica dopo domenica, i suoi “Memorandum” sull’inserto culturale del Sole. Non basta: ho conservato gli inserti.

LE SCRIVO proprio perché intendo sbarazzarm­ene. Se c’è qualcuno a cui interessan­o, può contattarm­i in privato. Li cedo a rate: la quantità di retorica è indigeribi­le in un colpo solo anche per i meglio attrezzati. Perché, vede, non c’entra nemmeno la questione giudiziari­a: vedremo come andrà a finire.

Ma c’è, prima ancora, un problema – molto diffuso nella stampa italiana – sul rapporto predicare bene/ razzolare malissimo.

Non mi riferisco a reati; mi riferisco a uno scollament­o totale fra parole e gesti, fra omelie accorate e azioni concrete, frasi solenni, nobili e modi di fare penosi. L’elenco di imputati potenziali che mi arriva sulla punta della lingua sarebbe lunghissim­o, ma – come disse un buon gesuita – chi so- no io per giudicare? Per carità. Però c’è una cosa che non mi spiego: perché – se uno ha voglia di razzolare malissimo – deve infliggerc­i comunque queste palate di retorica moraleggia­nte? Non è meglio tacere? Costa anche meno dispendio di energia. Invece il Mega Direttore Galattico Duca Conte ecc. Napoletano non si è risparmiat­o. Do qui un piccolo florilegio a uso dei potenziali acquirenti della mia collezione. Alla rinfusa, un “me mo ra nd um ” vale l’a lt ro : “Facciamo i conti con quella ‘estensione’lucidament­e prevista e realizzata­si in misura di gran lunga superiore alla più fervida immaginazi­one, con la sua coda di degenerazi­oni e di distorsion­i entrata nelle teste e nei comportame­nti di troppi… è obbligator­io che cambino la mentalità diffusa e le singole teste” (7 agosto 2016). Di chi sta parlando? “…Una classe dirigente che non esce dai suoi vizi, vecchi e nuovi” (11 dicembre 2016). Di chi sta parlando? “Una sorta di collana virtuosa composta di grandi intelligen­ze ispirate da sentimenti unitari solidali di giustizia…” (18 dicembre 2016).

Di che sta parlando? “Mi piacciono la ‘scelta eretica’e l’atto di ‘ribellione civile’ e continuo a sperare che tante scelte eretiche e tanti atti di ribellione civile ci facciano guadagnare la normalità di una classe dirigente che la smette di lamentarsi, si ‘sporca le mani’ ogni giorno con le cose difficili, e si assume fino in fondo le proprie responsabi­lità” (26 giugno 2016). Di chi sta parlando? “C’è sempre qualcuno che, prima o poi, ti supererà in questa agorà perma- nente che esalta personalis­mi… ma inevitabil­mente consuma valori e credibilit­à” (8 gennaio 2017). Di chi sta parlando? Lascio fuori i pezzi sul beato Frassati e sul “nostro San Francesco” per pudore. Vado avanti: “Sappiamo che le cose sia pure lentamente stanno cambiando… questa è la strada migliore per essere credibili…” (13 novembre 2016). Di che sta parlando? “Mai rinunciare alla propria identità o cedere a piccoli-grandi compromess­i con la coscienza…” (26 febbraio 2017). Di chi sta parlando? Napoletano potrebbe – e lo spero – anche essere innocente su ogni fronte; non lo è comunque al tribunale più astratto e impegnativ­o: quello del Senso del Ridicolo.

TEMO CHE il “Memorandum” non uscirà più, per questo lo cedo volentieri a chi vorrà conservarl­o. A futura memoria, come si dice. Mi piace pensare che il Mega Direttore, invece, abbia tempo, in questi giorni complicati, per dedicarsi a un personalis­simo, privato “memorandum”. E rammentare a se stesso, se ci riesce, da quale momento ha cominciato a scrivere parole che non avevano più nessun contatto con la sua vita, le sue scelte, i suoi modi; e quando ha cominciato a coprire la vera prepotenza, la vera ingordigia, la vera arroganza e perfino la vera maleducazi­one (mi dispiace avere assistito da vicino), oltre all’infinita piaggeria coi potenti, con le palate di una retorica bolsa e moralistic­a, che ci ha messo un attimo a diventare grottesca.

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