Il Fatto Quotidiano

LORENZIN E IL BALLETTO DEI TICKET SANITARI

- MA. PA.

Funziona così: si tagliano i fondi alla sanità e si introducon­o i ticket (il prezzo fisso per alcune prestazion­i del Servizio sanitario nazionale) fatte salve le esenzioni (età e/ o reddito); alcune Regioni coi conti messi male, visti i tagli, aggiungono ai ticket nazionali pure i loro. Nel frattempo, accade una cosa che sconvolge il quotidiano Re p ub bl i ca : dal 2012 al 2015 gli introiti da ticket sono calati e, peggio, le regioni del Nord incassano più di quelle del Sud.

Com’è possibile un calo? E qual è la ragione di questa disparità? Il giornale diretto da Calabresi incolpa senz’altro l’a umento delle esenzioni (al Sud dovuto senz’altro ai soliti truffatori) e ipotizza una maggiore efficienza del sistema (meno esami inutili). Leggerment­e sottovalut­ato il combinato disposto tra crisi e ticket. Breve spiegazion­e. In primo luogo, crisi significa meno reddito che a sua volta significa più esenzioni (specialmen­te al Sud, che s’è impoverito di più). Poi il costo dei ticket per alcune prestazion­i spinge il pubblico verso il privato (prezzo simile, ma senza file). La spesa sanitaria privata, non a caso, aumenta da anni: era molto sotto i 30 miliardi un quinquenni­o fa, ora veleggia attorno ai 35. Infine alcune ricerche mostrano come sia in aumento la percentual­e di chi rinvia le spese mediche a quando potrà permetters­ele.

Poteva mancare il parere della ministro della Salute? No, e infatti Repubblica la intervista sul tema. L’alfaniana Beatrice Lorenzin riesce facilmente a scavalcare a sinistra i l quotidiano ( sottolinea l’aumento della povertà, invoca strumenti fiscali per rendere omogeneo e solidale il sistema), ma con una sola frase rivela tutta l’inadeguate­zza della politica rispetto ai processi che dovrebbe governare: “Portando avanti la spending review, i ticket si potrebbero anche togliere”. Cioè, tradotto, si fanno altri tagli per levare i ticket introdotti per i tagli precedenti. E via così, ricordando che sul lungo periodo saremo tutti morti.

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