Il Fatto Quotidiano

Nostra signora della Var, la madonna degli alluci

- » ROBERTO BECCANTINI

Verrà la Var e non avrà più i nostri occhi. Var, cioè Video assistant referees nei salotti e moviola in campo al Bar sport. Prepariamo­ci a una rivoluzion­e, se culturale o meno lo diranno le azioni e, soprattutt­o, le reazioni dei tifosi. La sta curando, in ambito domestico, Roberto Rosetti. C’è chi spinge perché entri in funzione già dalla prossima stagione, e non dalla successiva.

NELL’ITALIA del dopo Calciopoli, la moviola viene portata in procession­e come una sorta di Madonnina anti-furto. La goal line technology ha segnato la fine dell’arbitro “assoluto”. Con la Var comincerà l’epoca dell’arbitro “relativo”. Nessun dubbio che si tratti dell’ennesima svolta, e che svolta, ma attenzione. Non si pretenda – dai filmati, dai registi, dagli interpreti – la verità globale. I terreni d’intervento sono quattro: 1) i gol; 2) i rigori; 3) le espulsioni; 4) lo scambio di persona.

Se c’è un fuorigioco, lo smascherer­à; e coglierà pure il punto esatto di un tackle falloso, se dentro o fuori l’area. La Var, però, è fotografia, non bilancia. Fissa, non pesa. E allora, tornando alla burrasca di Juventus-Milan, potrà beccare il piede di Carlos Bacca in fuorigioco sul pareggio, questo sì, mentre dubito che avrebbe indotto Davide Massa a sfilare il rigore dal braccino corto di Mattia De Sciglio, agli sgoccioli degli sgoccioli degli sgoccioli.

Qui si entra nella selva dolente dei cavilli. La voglia di Var è tale che sta montando un’attesa quasi messianica. Se usciamo per un attimo dai nostri cortili, quali rigori di Barcellona-Paris Saint Germain la moviola avrebbe corretto: entrambi? il secondo? nessuno? La precedenza data all’enfasi ha sepolto l’analisi logica, e tecnica, del problema.

Siamo italiani, mai dimenticar­lo. Un pugno di campanili. E i campanili piegano le immagini alle esigenze delle proprie campane. Finché c’è di mezzo la Juventus, metà Italia s’imbavaglia e allora tutto va bene madama la marchesa. Ma quando non ci sarà la Juventus? Non trascure- rei, inoltre, i filmati dei “Channel” societari e le riprese degli “inviati” spontanei. In regime di Var – sotto e sopra una precisa regia: quella della fede – ci sarà un’esplosione di vocazioni. Tutti in versione detective, muniti di telefonino e pronti a esplorare le cronache alla caccia di un frammento morboso, di un attimo scabroso sfuggito ai tutori del tele- ordine (prezzolati, of course). E dal momento che qualche briciola rimane sempre, ci divertirem­o.

Sarebbe opportuno introdurre il tempo effettivo (30’+ 30’). Sarebbe più etico, e più pratico, limare il libero arbitrio in materia di mani-comio e ripristina­re – nel fuorigioco – il concetto di “luce”, allo scopo di evitare che una scarpa più in là o un alluce più in qua possa rovinare la pensione agli assistenti, che fino ai flussi indiavolat­i delle cicale olandesi vivevano le gare come barbosi picnic.

NEL FRATTEMPO, riecco l’Europa. Ottavi di finale, partite di ritorno: questa sera i n Champions, Juventus-Porto (da 2-0). Giovedì in Europa League, Roma-Lione (da 2-4). Massimilia­no Allegri deve gestire le insidie di una pratica quasi chiusa. I veleni sono benzina. Occhio, semmai, ai cali di tensione. Luciano Spalletti, in compenso, dovrà organizzar­e una rimonta stile Barça. Le sconfitte con Lazio, Napoli e Lione ( in quel modo, poi: crollando) avevano riaperto piaghe antiche. Il successo di Palermo è un argine che non impedisce al Tevere di brontolare. Dal mal di pancia del presidente James Pallotta, critico con le scelte del mister, al mal di schiena di Francesco Totti che, domenica, ha rifiutato il cambio. Per tacere delle voci juventine sul futuro dell’allenatore, le cui idee non coincidono più con i piani della società. Evviva lo stadio, ma basta governare da Boston, basta scaricare i migliori, da Gervinho a Miralem Pjanic.

Nel girone di Champions, il Lione impegnò strenuamen­te la Juventus e fece 1-1 allo Stadium. Anche per questo, Spalletti ha precettato il popolo. Urge un’impresa. Servono cori, non voci. Emozioni, non cessioni.

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LaPresse Il mister Spalletti a Palermo. Francesco Totti ha rinunciato a giocare

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