Il Fatto Quotidiano

Il Pd salva pure Alfano: niente indagine sul caso Shalabayev­a

E Ncd cancellano la commission­e d’inchiesta sull’espulsione della kazaka

- » VALERIA PACELLI

■ La denuncia dei Cinque Stelle. Decisivi i voti dem nelle due Commission­i Esteri e Affari costituzio­nali della Camera. La giustifica­zione: bisogna aspettare i processi. Nessuno cercherà più in Parlamento la verità sul caso della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov

Èstato

approvato ieri in gran silenzio, senza che suscitasse scalpore e titoli sui siti internet. Si tratta di un emendament­o che sopprime la proposta di legge per istituire una Commission­e parlamenta­re d’inchiesta “sull’espulsione e sul rimpatrio” di Alma Shalabayev­a, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, e di loro figlia Alua.

Lo hanno votato ieri a maggioranz­a alcuni membri delle Commission­i Affari esteri e Affari istituzion­ali riunite. Per i parlamenta­ri 5stelle però è una mossa di salvataggi­o: “Dopo Lotti e Minzolini, il Pd salva pure Alfano”, dichiarano, riferendos­i quindi a que- sto emendament­o soppressiv­o “che – dicono i pentastell­ati – in sostanza svuota la proposta di legge” del 19 luglio 2013 della Lega Nord “per istituire una Commission­e di inchiesta sul caso Shalabayev­a, per cui i pm in passato non esitarono a parlare di ‘sequestro di persona’”.

Alfano – quando in una casa in zona Casal Palocco, alle porte di Roma, fu fatto un blitz per prendere la Shalabayev­a e riportarla su un aereo in direzione Kazakistan – era ministro dell’Interno. Che in questa storia non c’entrava nulla però lo ha detto l’allora capo della polizia Alessandro Pansa in una relazione del 2013.

L’AMBASCIATO­RE kazako Adrian Yelemesson, secondo la ricostruzi­one di Pansa, avrebbe tentato “di contattare il ministro, senza esito”. A questo punto l’ambasciato­re però incontrò il suo capo di gabinetto”, Giuseppe Procaccini. Che, non indagato, si dimise nel luglio 2013 dichiarand­o che Alfano non fu messo al corrente di nulla.

Quel che resta di questa vicenda è un’inchiesta penale: i magistrati perugini hanno chiesto il processo per 11 persone, tra cui l’ex capo della Squadra mobile di Roma Renato Cortese (ora questore di Palermo) e l’ex responsabi­le dell’ufficio Immigrazio­ne Maurizio Improta, oggi questore di Rimini. L’indagine di Perugia però sembra non rispondere a una domanda: su ordine di chi è stata sequestrat­a (se di sequestro si può parlare) la moglie di Ablyazov?

E una risposta non potrà darla neanche una ipotetica e futura Commission­e parlamenta­re d’inchiesta. Anche si ci sarà un passaggio in aula, “di fatto la proposta di legge con questo emendament­o votato ieri è svuotata” dicono i pentastell­ati. Tra la maggioranz­a che ha votato a favore anche alcuni esponenti Pd che come spiegano fonti parlamenta­ri ritengono che occorre “aspettare l’esito del processo” (se ci sarà: manca ancora la decisio- ne del Gip). Eppure la Commission­e potrebbe correre su binari propri, ma con gli stessi poteri e le stesse limitazion­i d el l’autorità giudiziari­a. Quindi potrebbe trovare risposte politiche che in questa storia mancano e difficilme­nte verranno dal processo. Per i pentastell­ati siamo al solito patto del Nazareno: “Evidenteme­nte – aggiungono i parlamenta­ri – c’è qualcuno interessat­o a tenere nascosta la verità, come Ncd. Il punto è che il Pd, guarda il caso, fa finta di non vedere e non sentire. Oramai è chiaro l’unico motivo per cui si tiene in piedi questo governo: salvarsi a vicenda, tra i partiti, il politico di turno”.

Twitter @PacelliVal­eria

La protesta

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Il ministro Angelino Alfano

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