Renzi in vantaggio e De Luca lo aiuta con 70 mila abusivi
ICongressi di partito, da che mondo è mondo, sono lotte all’ultimo voto, all’ultimo delegato, all’ultimo sangue e, da oggi, anche all’ultimo abuso. La macchina da guerra renziana, anche grazie al ritmo frenetico imposto al Pd, sta andando bene: il risultato del voto nei primi circoli (in Emilia Romagna e Piemonte) segnala che l’ex segretario dovrebbe vincere tra gli iscritti con percentuali ragguardevoli. Nel bacino di voti e iscritti ( oltre 47mila) emiliano, per dire, Matteo Renzi è al 52,3% nei risultati di nove circoli su 600. Secondo è Andrea Orlando, che ha l’appoggio di quasi tutto l’apparato, con un ottimo 44,6%. Desaparecido Michele Emiliano - che in molti posti non ha nessuno che faccia campagna con lui - col suo 2,9%.
L’ EX MAGISTRATO pugliese è inconsistente più o meno alla stessa maniera nei circoli piemontesi, dove però cala drasticamente anche Orlando (tanto che i delegati per la convenzione finora se li è presi tutti Renzi). È un segnale, ma siamo ancora alle minuzie: la battaglia vera sta appena iniziando nei circoli - dove comunque l’ex premier dovrebbe vincere (dicono gli esperti) con una percentuale tra il 60 e il 70% - ma si terrà, soprattutto, tra gli elettori. Saranno le Primarie “aperte” il vero banco di prova del Congresso Pd: è lì ad esempio che Emiliano punta a recuperare il gap con Orlando e, nei suoi sogni, pure con Renzi. Il governatore pugliese spera, dice, “nell’effetto 4 dicem- bre”, cioè nella gente che si mette in fila ai gazebo come ai seggi del referendum per mandare a casa il giovine da Pontassieve. Difficile accada in quella dimensioni, ma se quel voto ha insegnato qualcosa a Renzi è che i suoi principali pro- blemi di consenso sono nel Mezzogiorno. L’altra volta l’alleanza coi cacicchi non gli portò bene, eppure anche stavolta ha deciso di puntare sui governatori del Pd, in testa Vincenzo De Luca.
IL PRESIDENTE della Campania, dopo qualche tentennamento seguito alla scoppola referendaria, è tornato saldamente nel campo renziano ed è stato uno degli oratori di punta del Lingotto. Magari non è un innovatore, però lavora per la causa pancia a terra. La settimana scorsa, per dire, come anticipato dal Corriere del Mezzo- gio rno, ha fatto approvare in Giunta una bislacca legge sull’abusivismo edilizio che serve a pochissimo, ma porterà a Don Vicienzo le simpatie dei circa 70mila campani (e relative famiglie, quasi tutti delle province di Napoli e Caserta) raggiunti da ordinanze esecutive di demolizione per i loro immobili abusivi.
Un problema storico in Regione, a cui la politica locale ha sempre risposto in una sola maniera: “Sanatoria”. De Luca non è da meno. Finora si era limitato a chiederla pure da viceministro delle Infrastrutture (nel 2015), la sua maggioranza invece aveva proposto una legge nel luglio 2016 che, ora, è diventato un articolato della Giunta: “Misure di razionalizzazione e semplificazione in materia di governo del territorio”. Sia detto en passant, primo firmatario era Pasquale Sommese, recentemente arrestato dalla Dda per una vicenda di appalti pubblici.
E CHE DICE la bislacca legge con cui De Luca prova a sedurre 70mila famiglie campane per sé e il suo dante causa fiorentino? In sostanza “consiglia” ai Comuni - non essendo vincolante - di acquisire gli immobili abusivi e farne scuole, uffici, asili e tutto il welfare che possono. A meno che non si tratti - guarda un po’ - di appartamenti in cui abitano delle persone: in quel caso il Comune acquisisce l’immobile e poi lo affitta a chi già ci abita.
La legge proposta dalla Giunta campana è chiaramente incostituzionale, senza contare che proposte analoghe sono già state bocciate da varie magistrature negli anni passati e che i Comuni non hanno soldi, ma De Luca con questa leggina sta regalando un valore inestimabile ai proprietari di case abusive: tempo. Cosa di meglio che una legge in discussione in Consiglio regionale per chiedere una sospensiva al Tar della demolizione? E intanto passano altri mesi, forse un anno, e il mattone abusivo è la nuova frittura clientelare. Il tempo, si sa, non ha prezzo e De Luca, infatti, non vuole soldi: solo che ci si ricordi di lui e del buon Matteo. La gratitudine è politica o, meglio, voti.
Primi risultati
In Emilia l’ex premier oltre il 50% (in Piemonte al 70), Orlando va benino, Emiliano è sotto il 3%