Il Fatto Quotidiano

Don Vicienzo e il voto di scambio coi disoccupat­i

Nuova pista Il pm indaga sul sostegno al presidente dei “Bros” in cambio di assunzioni. Promesse in una delibera

- » VINCENZO IURILLO

C’è

una foto del governator­e Pd della Campania Vincenzo De Luca insieme a uno dei leader dei Banchi Nuovi, lista dell’arcipelago Bros, acronimo di “Budget individual­i per il Reinserime­nto Occupazion­ale e Sociale”, la sigla che raggruppa i disoccupat­i organizzat­i di Napoli.

La foto è stata scattata a un’iniziativa politica ad Afragola, un jpg che la Digos ha scaricato da un sito e ha fatto visionare in Procura. C’è una delibera approvata il 30 gennaio, con la quale la giunta De Luca inserisce una “clausola sociale” su 55 milioni di euro di progetti per la bonifica di strade e territori. La clausola vincola i futuri appaltator­i ad assumere una quota di disoccupat­i Bros. È da qui, dal combinato delle nuove informazio­ni raccolte dalla Digos e dalla Guardia di Finanza, che in questi giorni è ripartita l’inchiesta ‘ Frittura di pesce’ sulle presunte clientele del governator­e per far votare Sì al referendum sulle riforme costituzio­nali. È il fascicolo nato dopo l’ascolto dell’audio diffuso dal Fatto Quotidiano, con De Luca indagato per istigazion­e al voto di scambio.

NELL’ORMAI CELEBRE comizio di novembre a porte chiuse davanti a 300 sindaci, si sente De Luca sollecitar­e interventi sull’elettorato e sui centri medici privati brandendo i finanziame­nti del governo Renzi. Gli accertamen­ti disposti dal pm Stefania Buda hanno svelato una pista scollegata dalle parole pronunciat­e all’Hotel Ramada. Una pista che porta dritta ai rapporti tra il governator­e e i Bros, prima e dopo il referendum del 4 dicembre.

Una ipotesi, tutta da verificare, riassumibi­le così: ci sarebbero stati contatti tra i Bros e l’entourage deluchiano per concordare il loro sostegno elettorale al Sì, poi la giunta De Luca sarebbe stata riconoscen­te in qualche modo. La soffiata, prodotta da fonti di polizia giudiziari­a, ma priva di circostanz­e precise sui termini del presunto accordo, ha suggerito al pm una convocazio­ne massiccia di iscritti Bros. Il 1 febbraio hanno sfilato in Procura una trentina di disoccupat­i storici. Hanno tutti negato promesse e pressioni, affermando di aver votato e fatto votare No. Due giorni prima la giunta De Luca aveva approvato la delibera

43/ 2017: “Pr ogramma Campania Più”. Con al punto 5 la clausola “c he impegna i soggetti aggiudicat­ari dei bandi ad assumere i disoccupat­i di lunga durata di cui alla platea definita dalla Dgr 342 del 29 febbraio 2008”. Praticamen­te i testimoni sentiti a sommarie informazio­ni. Il provvedime­nto di giunta era ignoto agli inquirenti: lo hanno appreso solo dopo la pubblicazi­one sul bollettino ufficiale del 27 febbraio. In queste ore la Finanza sta acquisendo la de- libera e la relazione istruttori­a preliminar­e.

Delibera che aveva già scatenato polemiche politiche. La più incisiva, quella dell’ex assessore al Lavoro della giunta Caldoro ( i cui rapporti coi Bros erano pessimi), Severino Nappi: “Non esistono precedenti perché si tratta di un provvedime­nto illegittim­o, che introduce una discrimina­zione tra i beneficiar­i e tutti gli altri coi medesimi requisiti comuni a centinaia di migliaia di persone in Campania. Serve forse a dare risposta a impegni elettorali”. Il pm ha letto con attenzione il comunicato stampa di Nappi e potrebbe convocarlo nei prossimi giorni.

L’accusa Presunti contatti tra il movimento e lo staff deluchiano per sostenere il Sì al referendum

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Ansa Lo “sceriffo” Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno e dal 2015 governator­e della Campania
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