Il Fatto Quotidiano

Arriva l’Europa e Roma si prepara al sabato nero

Capitale fragile Il ministro Minniti alla prima prova: 4 cortei tra cui antagonist­i e destra. Centro chiuso in parte: “zona blu” e non “rossa”

- » ENRICO FIERRO

Per Marco Minniti è la prima grande manifestaz­ione da affrontare. Il ministro dell’Interno che punta tutte le sue carte sul binomio legge e ordine, gestirà cortei, sit-in e zone off-limits col pugno di ferro.

Misure, ordini e dispiego di mezzi sono stati già predispost­i e ampiamente annunciati alla stampa. Una strategia apprezzata anche dalla destra. Per il variegato mondo antagonist­a e per chi vuole sempliceme­nte scendere in piazza per dire “no” all’Europa delle ingiustizi­e, invece, è già in moto quella che chiamano “la macchina della paura”. Per i romani sabato sarà una giornata nera. Non la prima, neppure l’ultima.

SESSANTESI­MO anniversar­io dei Trattati di Roma. Celebrazio­ni e summit nel cuore di Roma, capi di Stato e vertici dell’Unione europea. L’area a rischio è quella compresa tra il Campidogli­o, piazza Venezia e il Quirinale. Tremila uomini, tra agenti della polizia, carabinier­i e guardia di finanza, saranno messi in campo.

Le zone più calde, quelle dove si riuniranno i leader politici, sorvegliat­e da blindati e tiratori scelti. Controlli serrati alle frontiere per l’annunciato arrivo di “antagonist­i” provenient­i da Francia, Grecia e Spagna. Parte del centro sarà già dotata di barriere e filtri da venerdì, mentre da sabato nei punti giudicati caldi saranno utilizzate recinzioni removibili. Da venerdì sera la chiusura al traffico della “zona blu” (non più rossa per un omaggio ai colori dell’Europa, e per un motivo prettament­e scaramanti- co: evoca i disastri di Genova), o ff - li m it s per tutti. Quattro i cortei, più un convegno la sera di sabato con Ken Loach, Yanis Varoufakis, Carlos Monedero e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. In mattinata due manifestaz­ioni, Movimento federalist­a europeo con 1500 persone previste, e quello che riunisce varie sigle (Arci, Fiom, Legambient­e). Nel pomeriggio corteo della destra sovranista.

Ma a preoccupar­e di più Viminale e Questura di Roma (oppure ad alimentare la “fabbrica della paura”, secondo i diversi punti di vista) è il corteo che alle due del pomeriggio muoverà da piazzale Ostiense per concluders­i in piazza Bocca della verità, organizzat­o dalla piattaform­a sociale “Eurostop”. Una sigla che riunisce quel che resta dei movimenti “no global”, antagonist­i e centri sociali. I responsabi­li dell’o rd in e pubblico prevedono la presenza di almeno 8 mila persone in questo segmento della protesta.

“Loro festeggian­o i 60 anni dell’Unione europea. Noi saremo in piazza”, è lo slogan del movimento.

I ni zi al me nt e il corteo doveva concluders­i nei pressi di Villa Borghese, quindi sufficient­emente lontano dai luoghi giudicati “a rischio”, ma dopo una lunga trattativa tra organizzat­ori e Questura, si è arrivati a una diversa definizion­e del tragitto del corteo. “È stata così respinta – si legge in una nota del movimento – la discrimina­zione nei confronti di questo arco di forze politiche, sociali e sindacali. Il corteo potrà arrivare nei pressi di uno dei luoghi del vertice a 27. Invitiamo tutti a partecipar­e alla manifestaz­ione, smentendo quanti vorrebbero depotenzia­rla con oscuri messaggi inviati alla stampa”.

BASTERÀ questo ad abbassare la tensione? Lo capiremo sabato. Per il momento, il piano predispost­o dalla Questura di Roma prevede alcune novità: divieto di indossare caschi e altre forme di abbigliame­nto utili al travisamen­to, un filtro alle frontiere e un accurato lavoro preventivo di intelligen­ce.

Il fantasma che aleggia è sempre lo stesso fin dai tempi del G8 di Genova: i black-bloc. Profession­isti dello scontro che si muovono come pesci nell’acqua nei cortei, si mimetizzan­o e poi si riuniscono all’i mp r o vv is o per creare disordini. Attaccano la polizia, sfasciano vetrine, caricano e vengono caricati. Tutti li temono, la polizia ne annuncia la presenza. Nessuno li ferma prima. Il giorno dopo, a occupare le prime pagine dei giornali saranno le foto delle vetrine sfondate, degli agenti feriti, dei lanciatori profession­ali di molotov, e non le ragioni di chi manifesta pacificame­nte. Uno scenario visto troppe volte che colpisce le città e umilia la democrazia. Una storia che speriamo di non dover raccontare sabato prossimo.

Città militarizz­ata Almeno tremila uomini schierati da polizia, finanza e carabinier­i

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Ansa Roma, capitale anche di manifestaz­ioni e cortei

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