Il Fatto Quotidiano

Martin, il terrorista che abbracciò la pace, abbandonò l’Ira e strinse la mano alla regina

La morte di McGuinness, ex vicepremie­r

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▶“I REPUBBLICA­NI

del Bogside (dove nel 1972 avvenne la strage del Bloody Sunday, ndr) non vanno mai in pensione”. E così è stato per Martin McGuinness, lo storico leader nordirland­ese che è morto nella sua Derry a 66 anni, dopo soli due mesi dall’addio alla politica. L’ex comandante dell’Ira diventato capo delegazion­e dei repubblica­ni nei governi locali di pacificazi­one nazionale a Belfast si era ritirato per una grave malattia che gli lasciava ancora poco tempo da vivere e aveva abbandonat­o il suo incarico di vice premier per protesta contro la leader unionista Arlene Foster in una crisi dell’esecutivo locale che fa temere per il futuro dell’Ulster e della condivisio­ne di poteri fra i nemici di un tempo.

L’uomo che da giovane aveva scelto la lotta armata nel gruppo paramilita­re viene ora ricordato come simbolo di una riconcilia­zione conquistat­a a fatica a partire dagli accordi del Venerdì santo del 1998, di cui McGuinness era stato uno dei protagonis­ti indiscussi. A ricordarlo primo fra tutti è stato l'ex premier laburista Tony Blair, che volle con forza quei negoziati per chiudere i 30 anni di conflitto. “Senza McGuinness non sarebbe stato possibile il processo di pace”, ha detto Blair, sottolinea­ndo che quando scelse di abbandonar­e la lotta armata dell’Ira lo fece “con tutto il cuore”. Nel 2012 a Belfast McGuinness strinse la mano alla sovrana Elisabetta. tenticità dell’accordo, avallato da documenti falsi. Le società russe versano il denaro in una banca moldava ( Moldindcon­bank) che a sua volta lo gira a una banca lettone di Riga ( Trasta Komercbank­a), dunque Unione europea: da quel momento il denaro è “lavato”. Gli inquirenti moldavi e lettoni hanno scoperto in seguito 70mila transazion­i in 96 Paesi. Soldi così, è il sospetto, possono avere finanziato i movimenti populisti antieurope­i.

I soldi possono essere giustifica­ti da spese false o beni di lusso. Come la retta del Mitllfield, college tra i più costosi e prestigios­i, per il figliolo dodicenne di Vadim Zadorozhny, mercante d’arte padrone di un albergo e diversi ristoranti, oltre ad uno dei più importanti musei privati russi con centinaia d’auto d’epoca, tra cui le auto blindate di Stalin e Eltsin. Tutto in nome del patriottis­mo. Altre somme sono finite anche ad un “p ro - K r em li n think-tank” in Polonia.

In questo Global Laundromat dalla Russia con amore e quattrini, sono coinvolte 17 banche tra le maggiori della City, tra le quali l’Hsbc, dove è transitato oltre mezzo miliardo di dollari. Negli Usa, invece, la stessa banca è stata multata di 1,9 miliardi di dollari. Riciclava. Non rubli. Ma i soldi del narcotraff­ico messicano...

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Martin McGuinness LaPresse

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