Il Fatto Quotidiano

Zaventem, le vittime del jihad dimenticat­e dal governo Michel

Bruxelles Un anno dopo la strage all’aeroporto, i risarcimen­ti ai sopravviss­uti arrivano a rilento

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

Un enorme cuore rosso ricoperto di messaggi di affetto e di dolore. Così la stazione della metropolit­ana Maelbeek, nel cuore delle istituzion­i comunitari­e di Bruxelles accoglie i suoi viaggiator­i dal 22 marzo 2016. Oggi viaggiator­i e personale della metro, alle 9,11, l’ora in cui un attentator­e suicida, Khalid el Bakhraoui, si fece saltare in aria, ricorderan­no le vittime con un applauso. Il doppio attentato provocò nel complesso 32 vittime, 17 belgi e 15 stranieri, oltre a 1.300 feriti di cui un quinti gravi. Un’ora e un quarto prima, alle 7,58, toccherà all’aeroporto internazio­nale di Zaventem tributare il ricordo alle vittime di quella mattina terribile.

NESSUN APPLAUSO, solo sessanta secondi di silenzio. Per quindici minuti, in concomitan­za con l’ora X, da Zaventem non decolleran­no e atterreran­no aerei e al termine della breve cerimonia verrà svelata “Flight in mind”, l’opera d’arte in bronzo realizzata dall’artista Olivier Strebelle, danneggiat­a dall’esplosione e restaurata.

Se nel cuore di Bruxelles si era trattato di un kamikaze solitario, a Zaventem ad agire fu un vero e proprio commando. Due attentator­i suicidi, Najim Laachraoui e Ibrahim el Bakhraoui, fratello di Khalid. Il terzo, Mohamed Abrini, fu ar- restato due settimane dopo. All’aeroporto stamattina ci saranno tutti, dalla famiglia reale ai vertici del governo, per stringersi attorno ai parenti delle vittime. Oltre al gravissimo tributo di sangue restano alcuni segni indelebili. Innanzitut­to i danni dell’impatto finanziari­o dell’attacco all’aeroporto. Secondo i vertici di Brussels Airport, ammonte- rebbero a 90 milioni di euro, di cui soltanto 50 coperti dalle assicurazi­oni.

Strascichi polemici pure sul fronte dei risarcimen­ti. Il governo presieduto dal premier Charles Michel, infatti, non avrebbe ancora indennizza­to le vittime degli attacchi di un anno fa e questo particolar­e sta facendo discutere molto l’opinione pubblica belga. Secondo i dati ufficiali, le assicurazi­oni hanno già sborsato 136 milioni, di cui però solo 16 alle vittime degli attentati.

L'EX GIOCATOREd­i basket Sébastien Bellin - otto gli interventi chirurgici subiti - ha raccontato al quotidiano La Dernière Heure: “Ci parlavano di pensioni, di statuto speciale... ci sentiamo completame­nte abbandonat­i”. Gli attacchi di Bruxelles sono direttamen­te collegati a quelli di Parigi del novembre 2015. Mohamed Abrini, l’unico superstite della missione di fuoco, era finito tra i ricercati per gli attentati nella capitale francese, in quanto ritenuto complice di Abdeslam Salah. La mente della strage al Bataclan era stato arrestato proprio quattro giorni prima degli attentati a Zaventem e Maelbeek. Salah si nascondeva nel cuore di Molenbeek, la città-quartiere di Bruxelles, protetto da amici e familiari senza che la polizia belga, per mesi, si fosse accorta di nulla.

Il giorno del blitz in via dei Quattro Venti, la città si fermò: “Erano circa le 15, quando dentro la mia farmacia sono entrati i poliziotti incappucci­ati - racconta la dottoressa Lula Kapema, origini congolesi, che gestisce il negozio di fianco all’appartamen­to dove si nascondeva Salah - mi hanno intimato di non fiatare, portandomi a forza nel retrobotte­ga. Intanto, con i cani, setacciava­no ogni angolo della farmacia. Poi è iniziato il blitz delle forze speciali. Per alcuni minuti è stato l'inferno”.

Ci parlavano di pensioni, di statuto speciale, ma non esiste nulla: ci sentiamo abbandonat­i

SÉBASTIEN BELLIN

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Ansa Commossi Il giorno dopo la strage a Bruxelles

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