Cauti allarmi sul pericolo dell’Italexit
▶IMERCATI hanno un crescente timore che l’Italia possa davvero uscire dall’euro. Non lo scrive un opinionista Twitter, ma Roberto De Santis, il principal economist della Bce, su Voxeu.org . C’è la solita postilla che le opinioni dell’autore non rappresentano necessariamente quelle dell’istituzione, ma il lavoro di De Santis presenta numeri, non opinioni. La differenza di rendimento (spread) tra il debito pubblico italiano e francese rispetto a quello di riferimento tedesco è in crescita, rispettivamente intorno ai 180 e 60 punti. È colpa del rischio di ridenominazione (sovrapprezzo richiesto per compensare una possibile uscita dall’euro) o del rischio politico (un cattivo governo dopo le elezioni che rallenta le riforme)? Gli economisti hanno imparato a studiare il rischio di ridenominazione nel 2012, quando i mercati prezzavano la rottura della moneta unica prima che il presidente della Bce Mario Draghi li rassicurasse col whatever it takes. Il rischio di ridenominazione si misura analizzando le differenze di rendimento tra i cds (assicurazioni contro l’ipotesi bancarotta) di Paesi dentro la stessa moneta. Risultato dell’analisi di De Santis: in Francia, i mercati stanno prezzando soltanto un rischio politico, non si aspettano davvero che vinca Marine Le Pen e porti il Paese fuori dalla moneta unica, ma al massimo che un Emmanuel Macron presidente tradisca le aspettative. In Italia, invece, è il rischio di ridenominazione a crescere nella percezione dei mercati, “e questo è particolarmente importante se uno choc negativo dovesse colpire l’Italia nei prossimi mesi”, aggiunge De Santis. Un recente studio di Mediobanca Securities aveva concluso che la finestra di opportunità per l’uscita si era chiusa, perché una quota sempre maggiore di debito è protetto dalle Cac, le clausole di azione collettiva che garantiscono i creditori. Sbagliato, dice De Santis senza citare il paper ma contestandolo. L’uscita resta un pericolo concreto e, secondo i mercati, con una probabilità in crescita.