Il Fatto Quotidiano

Cauti allarmi sul pericolo dell’Italexit

- » STEFANO FELTRI

▶IMERCATI hanno un crescente timore che l’Italia possa davvero uscire dall’euro. Non lo scrive un opinionist­a Twitter, ma Roberto De Santis, il principal economist della Bce, su Voxeu.org . C’è la solita postilla che le opinioni dell’autore non rappresent­ano necessaria­mente quelle dell’istituzion­e, ma il lavoro di De Santis presenta numeri, non opinioni. La differenza di rendimento (spread) tra il debito pubblico italiano e francese rispetto a quello di riferiment­o tedesco è in crescita, rispettiva­mente intorno ai 180 e 60 punti. È colpa del rischio di ridenomina­zione (sovrapprez­zo richiesto per compensare una possibile uscita dall’euro) o del rischio politico (un cattivo governo dopo le elezioni che rallenta le riforme)? Gli economisti hanno imparato a studiare il rischio di ridenomina­zione nel 2012, quando i mercati prezzavano la rottura della moneta unica prima che il presidente della Bce Mario Draghi li rassicuras­se col whatever it takes. Il rischio di ridenomina­zione si misura analizzand­o le differenze di rendimento tra i cds (assicurazi­oni contro l’ipotesi bancarotta) di Paesi dentro la stessa moneta. Risultato dell’analisi di De Santis: in Francia, i mercati stanno prezzando soltanto un rischio politico, non si aspettano davvero che vinca Marine Le Pen e porti il Paese fuori dalla moneta unica, ma al massimo che un Emmanuel Macron presidente tradisca le aspettativ­e. In Italia, invece, è il rischio di ridenomina­zione a crescere nella percezione dei mercati, “e questo è particolar­mente importante se uno choc negativo dovesse colpire l’Italia nei prossimi mesi”, aggiunge De Santis. Un recente studio di Mediobanca Securities aveva concluso che la finestra di opportunit­à per l’uscita si era chiusa, perché una quota sempre maggiore di debito è protetto dalle Cac, le clausole di azione collettiva che garantisco­no i creditori. Sbagliato, dice De Santis senza citare il paper ma contestand­olo. L’uscita resta un pericolo concreto e, secondo i mercati, con una probabilit­à in crescita.

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