Un detective pallido che scrive sui taccuini (nella bassa padana)
Il punto di partenza perfetto per scrivere un giallo classico, forse non esiste. Può essere un protagonista sui generis, un crimine efferato, uno stravagante movente. Oppure una location che pur conoscendo a menadito, continua a rivelarsi sorprendente per l’autore. Per il suo esordio nel mondo del giallo con Il fratello unico ( Mondadori), lo scrittore Alberto Garlini ha scelto le terre della bassa parmense, ovvero una pianura a perdita d’occhio in cui lo sguardo spesso annaspa, affogando nella nebbia. E così l’or izzonte sfugge via e la prospettiva s’inceppa, mandando fuori asse anche il raziocinio, la nitidezza dei contorni, alterando la giusta distanza dalle cose.
GARLINI – classe ’69, curatore della kermesse PordenoneLegge - è partito da San Secondo, a due passi dalla sua Parma, per immergervi un detective d’altri tempi, Saul Lovisoni, “capelli scuri, pallore malinconico”, ex poliziotto e un tempo studente modello ad Harvard, già scrittore di successo ritiratosi dalle scene. Come l’inarrivabile Sherlock Holmes – cui senza dubbio l’autore ha strizzato l’occhio – Saul è spigoloso quanto acuto, “il mio metodo è semplice, passo al vaglio tutte le storie possibili con gli elementi che ho e scelgo la più probabile”. Esiliato in un casolare, Saul scrive romanzi come flussi di coscienza su diversi taccuini intrecciando realtà e finzione, decide d’assumere la ventiseienne Margherita Pratts – ex cameriera con una passione per la prosa di Nicholas Sparks – per catalogare le migliaia di libri che invadono ogni angolo. E proprio Margherita è la voce narrante cui toccherà narrare l’evolversi delle vicende. Cosima Allandi di Porporano – nobile e temuta famiglia della zona – denuncia la scomparsa del fratellino Bernie, viveur ormai attempato dal passo incerto “come un vaso di terracotta fra vasi di ferro”. Ma appena pochi giorni dopo la denuncia, verrà trovato il suo cadavere, ucciso con due colpi di pistola.
Rampollo benestante, Bernie aveva scosso l’opinione pubblica innamorandosi di Sabina, una donna umile con un figlio ucciso da un pirata della strada. Il dandy, abituato a bellezze evane- scenti e sesso a pagamento, si prodigava per lei con devozione. Ma era davvero un amore sincero o c’era sotto qualcosa di losco?
SAUL PROCEDE dritto per la propria strada – accenna ad un amore perduto in malo modo, lanciando una scia concreta per un suo prossimo ritorno in pagina – squaderna la vita di Bernie e tira in mezzo la sua famiglia, l’immenso patrimonio immobiliare, il patriarca fondatore d’un impero da tutti temuto. Con buona dose di coraggio, Alberto Garlini – già autore di Fútbol bailado e La legge d el l ’ o di o – ha scelto la via maestra e anziché usare il giallo o il thriller come un viatico per parlar d’altro, ha puntato su una scrittura limpida, sui solidi archetipi del giallo classico, sul peso d’un mistero che piomba improvviso sconvolgendo la routine e la vita degli altri e sulla sua necessaria risoluzione. E così facendo, Garlini invita il lettore a cercare i piccoli indizi rivelatori che dissemina quasi in ogni scena, lo sfida a chiudere il cerchio, a scovare l’assassino prima di voltare l’ultima pagina. La nebbia è fitta, Saul, la caccia è aperta.
FALK È costretto a questo viaggio da un triplice funerale. Quello che fu il suo migliore amico, Luke Hadler, è sospettato di aver ammazzato moglie e figlio e poi di essersi suicidato, sparandosi alla testa. Qualcosa però non quadra. Le pallottole sono diverse da quelle utilizzate di solito da Luke, che è contadino e cacciatore, ma soprattutto c’è il mistero della neonata sopravvissuta: Charlotte, la secondogenita del presunto assassino-suicida. Falk e Raco, poliziotto locale, si pongono un quesito cinicamente feroce: perché è stata risparmiata se Luke voleva uccidere tutta la famiglia? Le ricerche di Falk, che porta avanti un’inchiesta informale, incrociano la diffidenza e l’odio che circondano il suo ritorno. Vent’anni prima il suo addio fu frettoloso, da fuggiasco: Falk e il padre furono coinvolti nelle indagini sulla morte di Ellie Deacon, sedicenne e figlia di un allevatore violento e alcolizzato. Il colpevole non venne mai trovato, ma la comunità di Kiewarra emise comunque la sua “sentenza” e i due scapparono a Melbourne. Harper trasporta il lettore per l’o utback australiano, in un crescendo scintillante di indizi e false piste, fino al clamoroso epilogo.