Il Fatto Quotidiano

Mozione alla Camera: “Palazzo Madama non rispetta la legge, decida la Consulta”

Libera chiede che Montecitor­io sollevi il conflitto di attribuzio­ne

- » LUCA DE CAROLIS

Dopo tante proteste, vere o presunte, qualcuno si muove. Sono cinque deputati di Alternativ­a libera (tutti ex M5S), quattro parlamenta­ri del Gruppo misto e un 5Stelle, Girolamo Pisano, firmatari di una mozione per sollevare il conflitto di attribuzio­ne davanti alla Corte costituzio­nale contro il Senato che ha salvato Augusto Minzolini dalla decadenza. Tutti convinti che nella votazione dei senatori ci sia una crepa giuridica.

E ALLORA PROVANO a infilarsi nel varco, con un documento che è anche un test per i partiti. A partire dal Pd e dai maggiorent­i renziani come Graziano Delrio, che si è lamentato ad alta voce del comportame­nto dei suoi colleghi. Ma chissà cosa faranno di fronte alla mozione depositata due giorni fa da Al, che vuole impegnare la Camera a sollevare conflitto di attribuzio­ne davanti alla Consulta per la votazione sull’ex direttore Tg1. “Il Senato – sostengono i deputati – votando contro la decadenza di un suo componente condannato con sentenza passata in giudi- cato, ha rifiutato di applicare una legge dello Stato licenziata dal Parlamento, che la Corte costituzio­nale ha riconosciu­to legittima”. Mentre invece “riconosciu­ta l’entità del reato posto in essere da Minzolini, e non potendo mettere in discussion­e la condanna, il Senato avrebbe ev en t u al m e nt e potuto chiedere alla Giunta per le immunità di sollevare una questione di costituzio­nalità”. Ma è andata diversamen­te. Così ecco la mozione, motivata dalla “ingiustifi­cata disapplica­zione della legge Severino”.

L’EX 5STELLE Massimo Artini commenta: “Ci auguriamo che i deputati del Pd che la pensano come noi la appoggino, mentre diamo per scontato il supporto del M5S, che tanto rumore ha fatto in Senato”. Complicato che gli auspici si tramutino in realtà. Ma il testo, che andrà calendariz­zato in aula dalla conferenza dei capigruppo, potrebbe comunque seminare imbarazzo diffuso. La certezza è che per l’amministra­tivista Gianluigi Pellegrino la mozione è giustifica­ta. Anzi, “sacrosanta, perché con la votazione su Minzolini il Senato si è ridotto a una macchietta”. Pellegrino sostiene: “Per sollevare il conflitto di attribuzio­ne contro una parte del potere legislativ­o è richiesto che non ci siano altri rimedi nell’ordinament­o, e che negando la decadenza i senatori abbiano platealmen­te disapplica­to una legge approvata dalle due Camere”. Obiezione: ma se il Senato vota sulla decadenza, non ha anche il pieno diritto di dire no? “No, Palazzo Madama poteva al massimo verificare se ci fossero tutti i requisiti previsti dalla

Il legale Gianluigi Pellegrino: “Iniziativa sacrosanta, è l’unico rimedio possibile”

Severino. Ma una volta accertato che ricorrevan­o, i senatori avrebbero dovuto sempliceme­nte applicare la legge e votare per la decadenza (o meglio, respingere l’ordine del giorno di Forza Italia che ha annullato la decisione della Giunta per le autorizzaz­ioni sulla revoca del mandato, ndr)”. E per ribadire il concetto Pellegrino aggiunge un esempio: “La Camera vota anche s ul l ’ eleggibili­tà di ciascun parlamenta­re. E la può negare solo nel caso manchino i requisiti previsti dalla legge, altrimenti viola la legge: come nel caso di Minzolini”.

Resta un’altra perplessit­à: come può Montecitor­io sollevare il conflitto di attribuzio­ne contro una decisione su un senatore, cioè su un eletto nell’altro ramo del Parlamento?

L’AVVOCATO è netto: “La Camera costituisc­e il potere legislativ­o, di pari grado rispetto al Senato, quindi solleva il conflitto sulla mancata applicazio­ne di una legge. Nel dettaglio, è il presidente di Montecitor­io che lo presenta, ma potrebbe farlo anche quello del Senato. E ritengo che possa deciderlo anche senza un voto dell’aula, ma sulla base di una semplice deliberazi­one dell’ufficio di presidenza”. Tutto facile, quindi? No, perché anche il legale ammette: “La questione è nuovissima, e gli aspetti da valutare sono molteplici. Ma il conflitto di attribuzio­ne va sollevato, come unico rimedio possibile a questa ridicola votazione”.

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La presidente della Camera, Laura Boldrini, durante una seduta
Ansa Presidente in aula La presidente della Camera, Laura Boldrini, durante una seduta

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