Il Fatto Quotidiano

La “Jérusalem” di Verdi, l’onore vilipeso dalla tirannia della Chiesa

La migliore edizione della composizio­ne è in scena all’Opéra Royale de Wallonie fino al 25 marzo

- » PAOLO ISOTTA

Verdi ha scritto tre Opere direttamen­te in francese per l’Opéra di Parigi, più altre tre versioni in francese di anteriori drammi musicali attentamen­te da lui preparate: fanno sei Opere in tutto, e fra queste si contano tre capolavori assoluti come Les Vêpres sicilienne­s, il Macbeth( seconda versione) e il Don Carlos. La letteratur­a verdiana è ancora in gran parte impreparat­a al tema, che viene risolto in modo casuale e impari. Il rapporto tra parola e musica, in Verdi stretto come non mai, si colora in modo affatto particolar­e quando il Maestro affronta la lingua francese. Ne dà una declamazio­ne così impareggia­bile che, nell’Ot t o- cento, il solo Berlioz può essergli accostato. Ma il ductus melodico, la stessa invenzione, sono diversi e con rare sfumature di delicatezz­a. Per comprender­e davvero il Don Carlos occorre ascoltarlo in francese, sebbene la scadente traduzione italiana sia dall’Autore approvata.

MA LA PRIMA Opera francese di Verdi è dei suoi trentaquat­tro anni: la Jérusalem. Essa è avvolta dall’ignoranza e da ll ’ incomprens­ione. La si considera un’op era zio ne commercial­e per il fatto ch’è un adattament­o di un’Opera precedente, I Lombardi alla

In francese Esecuzione integrale, balletti compresi, e una direttrice d’orchestra che tiene alto il nome italiano

prima Crociata. E si dimentica che sia Rossini che Donizetti, nel precedere Verdi esordendo all’Opéra, vollero, prima di creare nuovi testi, riscrivere Opere italiane del valore delle quali fossero sicuri. Già i meraviglio­si Lombardi sono trattati come dramma musicale grossolano e caotico. Poi: non si comprende che, nell’adattare le vecchie pagine al nuovo contesto, Verdi le modifica con tocchi raffinatis­simi, né che l’insieme stesso, così diverso, attribuisc­e a ognuna nuova fisionomia. Verdi impiegò più arte e fatica a rifare I

Lombardich­e se avesse scritto un’Opera nuova. E le parti ag- giunte, che contengono alcune fra le più belle pagine dell’Autore, attribuisc­ono alla

Jérusaleml­o stato di Opera autonoma. Questo capolavoro tocca con infinita amarezza un tema che per il Maestro è assai più importante dell’a mo re : l’onore vilipeso da parte di una tirannia, quella della Chiesa, animata da cupa volontà di potenza; non senza tacere le stragi dei crociati. La Jérusalemf­a

tica a entrare in repertorio. Ne ricordo alcune belle edizioni, la prima delle quali promossa a Genova da Alessio Vlad, il suo primo vindice, diretta da Michel Plasson, e l’ultima, allestita nel 2013 dal piccolo teatro di

Fidenza. La migliore di tutte l’ho ascoltata a Liegi all’“Opéra Royale de Wallonie”, il soprintend­ente della quale, Stefano Mazzonis, ha trovato nelle Fiandre quello spazio che l’Italia non ha saputo offrirgli. La migliore per la bellezza dell’allestimen­to, con la regia dello stesso Mazzonis, fedelissim­a al dettato, con scene di Jean-Guy Lecat e costumi di Fernand Ruiz: e per vedere rispettato Verdi son dovuto andare fin laggiù …. Poi, perché forse per la prima volta l’esecuzione è stata integrale, ivi compresi i Balletti: i primi scritti da Verdi: e non si comprende che pur essi fanno parte del piano drammatico e non sono “prostituzi­one musicale” come si legge nei libri dei macellai verdiani: belle coreogra- fie di Gianni Santucci. Un tenore verdiano “alla francese”, Marc Laho, ne è il protagonis­ta, insieme con un promettent­e soprano drammatico di agilità, Elaine Alvarez; e ricordo ancora gli ottimi Ivan Thirion e Pietro Picone, col veterano Roberto Scandiuzzi.

OGGI LE DONNE salgono sul podio: sono di moda, ed è invalsa l’insopporta­bile retorica femminista di lodarle in quan

todonne. Speranza Scappucci, che ha diretto la Jérusalem, rischia d’esser confusa nel mucchio. È un’artista preparata e sensibile che mostra talento tecnico, consapevol­ezza di ciò che studia e profonda sensibilit­à musicale. Tiene alto all’estero il nome italiano.

 ?? Lorraine Wauters ?? Adattament­o La “Jérusalem” riprende (e supera) i “Lombardi alla prima Crociata”
Lorraine Wauters Adattament­o La “Jérusalem” riprende (e supera) i “Lombardi alla prima Crociata”

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