Il Fatto Quotidiano

Il kamikaze rudimental­e terrorizza Westminste­r

Quattro morti Un uomo investe con un’auto i pedoni sul ponte del Parlamento, poi accoltella un agente e viene abbattuto. La premier May portata in salvo

- » CATERINA SOFFICI

Alla fine è toccato anche a Londra. La premier Theresa May lo diceva da mesi, già quando era ministro degli Interni di Cameron. Non si tratta di quando, ma di come. E la modalità non è stata l’attacco in grande, come era accaduto nel 2005, con le bombe in simultanea in bus e metropolit­ana, quello che tutti temevano. Ieri a Londra è andata in scena la nuova strategia del lupo solitario, il terrore porta a porta. Il terrorista fai da te, che da solo riesce a sferrare l’attacco al cuore dell’ex impero britannico, nel luogo più iconico della democrazia occidental­e: la morte a Westminste­r, proprio sotto il Big Ben. Erano circa le 2.40 di ieri pomeriggio: un suv nero scagliato ad alta velocità sui passanti, poi la corsa folle si schianta contro una delle cancellate blindate che proteggono degli ingressi del Parlamento.

LE PERSONE falciate sul marciapied­e sono una ventina, alcuni rimangono feriti in modo “catastrofi­co”, dicono le testimonia­nze dei paramedici. Una donna si getta nel Tamigi e viene poi salvata.

Il guidatore, un uomo sulla quarantina, esce dall’auto e armato di un lungo coltello corre verso Westminste­r. Cerca di oltrepassa­re la barriera, si avventa a morte su un poliziotto e viene abbattuto dai colpi di altri agenti di guardia.

Pesante il bilancio: quattro morti ( compreso il responsabi­le) e una ventina di feriti, dei quali una dozzina molti gravi. Non risultano cittadini italiani coinvolti, dice in una nota il Consolato italiano a Londra tranne una studentess­a di Bologna subito dimessa. Secondo le prime voci l’attentator­e è tal Trevor Brooks, noto anche con il nome di Abu Izzadeen, ex portavoce di una organizzaz­ione musulmana britannica messa al bando nel 2005. Se- condo altre voci invece non sarebbe lui, perché l’uomo è in carcere dove sta scontando una condanna a due anni. Scotland Yard ha subito sciolto l’abituale riserbo: “Fino a prova contraria, trattiamo il caso come un atto di terrorismo”. Scotland Yard non si sbilancia mai, quindi è davvero “terrorismo a West- minster”. È convocato il comitato d’emergenza Cobra. Al posto dei poliziotti arrivano gli agenti speciali dei nuclei antiterror­ismo. In città scatta l’allarme. Chiuse le stazioni della metropolit­ana, evacuata la zona, la premier britannica Theresa May è stata scortata fuori dalla House of Commons, dove si teneva un dibattito sulla Brexit, annunciata per il 29 marzo. Downing Street twitta che il capo del governo è stata tratto in salvo. Asserragli­ati dentro Westminste­r rimangono un migliaio di persone, tra parlamenta­ri, giornalist­i e impiegati. Potranno uscire solo in tarda serata, quando scende il livello di allerta massima. Nel frattempo la zona viene transennat­a e dal cielo atterra l’eliambulan­za, in un frastuono di sirene e di ululati di mezzi di soccorso: la scena è apocalitti­ca.

L’ATTACCO è al cuore di Londra: qui ha sede la politica, ma è anche il luogo del turismo. Il ponte di Westminste­r è sempre piena di coppiette che si fanno il selfieicon­ico di Londra: sorridenti con lo sfondo del Big Ben. Dall’altra riva del fiume c’è il London Eye, la gigantesca ruota di vetro, che è stata evacuata e chiusa. Un attacco spettacola­re e mediatico, che vuole

Identità smentita I media divulgano il nome di un inglese di origini giamaicane convertito all’Islam

sfruttare - e ci riesce appieno - le telecamere delle tv appostate fuori dal Palazzo. Dentro Westminste­r c’è un gruppetto di giornalist­i internazio­nali, che seguono i lavori delle Camere in vista della Brexit. Anche loro rimarranno chiusi all’interno per tutto il pomeriggio.

Su Twitter e sui social media testimoni oculari iniziano a postare filmati e testimonia­nze shock. Ci sono racconti di chi ha visto l’attentator­e sfrecciarg­li accanto, da dentro il Parlamento i deputati twittano il terrore, gli spari e gli agenti che ordinano a tutti di gettarsi faccia terra. Il sindaco di Londra, il musulmano Sadiq Kahn, in un videomessa­ggio dice che i londinesi non si faranno mai intimorire dal terrorismo.

Ieri, subito dopo la notizia dell’attacco a Londra, il Parlamento scozzese ha sospeso la seduta in segno di solidariet­à. Era in corso un dibattito sul nuovo referendum per l’indipenden­za in funzione anti Brexit. E stamani, per ordine di Downing Street, la Gran Bretagna si sveglierà con le bandiere a mezz’asta e almeno per un giorno la politica e le polemiche sulla Brexit si placherann­o.

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Ansa/LaPresse/Reuters Forze di sicurezza a Westminste­r e sul luogo dove è stato ucciso l’attentator­e Sotto, l’auto dell’assalitore. A destra, soccorsi a un ferito
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