Il Fatto Quotidiano

“Nel mirino, ma le nostre vite non cambiano”

L’accademico: “Speriamo che i populisti ora non alzino la voce, per i londinesi non cambia nulla”

- » FRANCESCO MUSOLINO

Vivere a Londra significa, purtroppo, mettere in conto che qualcosa del genere possa accadere da un momento all’altro » . L’a cc a de m ic o John Dickie – scrittore e saggista celebre in Italia come nella natia Inghilterr­a per i suoi libri e documentar­i sulla mafia – risponde da Londra mentre il numero delle vittime e dei feriti, drammatica­mente cresceva. “Ero all’università, in biblioteca. La notizia è arrivata all’improvviso e sono rientrato a casa. Il pensiero è rivolto a chi è rimasto coinvolto, ai feriti che, un medico dell’ospedale St. Thomas, a pochi metri da Westminste­r, ha definito in condi- zioni catastrofi­che. È terribile”. John Dickie (presto su History Channel andrà in onda un suo documentar­io sul rapporto fra Chiesa e pedofilia), afferma: “Londra è una metropoli forte ma questo è il grado zero del terrorismo”. Dickie – docente all’University College London e volto tv – è stato anche un fermo oppositore della Brexit , “speriamo che i populisti non alzino la voce, già durante la campagna elettorale il terrorismo è stato molto strumenta liz zato”. C’erano state avvisaglie di qualche tipo?

No. Ma vivere a Londra significa, purtroppo, mettere in conto che qualcosa potrebbe accadere. Ormai da anni questa città è un bersaglio per attacchi terroristi­ci, una metropoli piena di luoghi simbolo come il Westminste­r Bridge. Proprio come tutte le capitali europee è impossibil­e tenere tutto sotto controllo. Speriamo sia stato un attacco solitario, che sia finita qui. Un’auto lanciata sulla folla. Ricorda i fatti di Nizza, i cosiddetti lupi solitari, l’ assalto all’arma bianca, il reclutamen­to sul web… Questo è il grado zero dell’ attacco terroristi­co, un gesto simile lo può compiere chiun- que. Cercare di assaltare il Parlamento è pura follia. Chi poteva aspettarsi una cosa simile?

Ci sarà una ricaduta sulla Brexit?

Durante la campagna elettorale, da una parte e dall’altra, si è tentato di strumental­izzare il terrorismo. Le frontiere aperte avrebbero lasciato passare i terroristi, secondo il fronte pro-B rexit, ed’ altra parte isolarsi dal resto dell’Europa, sembrava essere una pessima idea, impedendo una piena collaboraz­ione alle forze di intelligen­ce.

Ci sarà una ricaduta politica?

Non credo. Bisogna capire che i terroristi non vengono soltanto da oltre frontiera. Spero che i populisti non alzino la voce adesso.

In nome della sicurezza, a quante libertà possiamo rinunciare?

È un discorso molto complicato. Dalla libertà di movimento alla privacy delle email, serve un compromess­o per tutelarci.

Londra ha sempre reagito. Da domani cosa accadrà? Andremo a lavorare, come sempre. Usciremo, non rimarremo chiusi in casa, non rinuncerem­o alle nostre vite, non vivremo nel terrore. Ogni giorno faccio la spola in metropolit­ana, sicurament­e domattina ci penserò. Poi prenderò in mano un libro e cercherò di distrarmi.

Impossibil­e controllar­e tutti, è il grado zero del terrore: un gesto simile lo può compiere chiunque

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