Il Fatto Quotidiano

Il Papa processa i leader d’Europa

Domani Bergoglio riceverà i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione e presenterà il conto dei loro flop, chiedendo attenzione al lavoro, agli immigrati e ai giovani

- » CARLO TECCE

Jorge Mario Bergoglio non sarà indulgente con i capi di Stato e di governo de ll ’ Unione europea, che domani saranno ricevuti in udienza nella sala Regia del Palazzo Apostolico, alla vigilia delle celebrazio­ni dei trattati di Roma. Francesco farà un intervento severo per sottolinea­re gli errori delle politiche europee e per sollecitar­e l’attenzione verso il lavoro, i giovani, la solidariet­à, l’immigr azione, l’accoglienz­a.

IL PROTOCOLLO vaticano ha riservato un’oretta al commissari­o Jean Claude Juncker, Francois Hollande, Angela Merkel e colleghi. Oltre all ’ atteso discorso di papa Francesco, ripreso in diretta dal Centro televisivo vaticano e trasmesso ovunque in Europa, non sono previsti incontri bilaterali, soltanto un saluto di cinque minuti cinque (e non può sforare) di Ant on ioTajani,l’ it aliano che presiede il Parlamento europeo.

Assieme all’ arcivescov­o Paul Richard Gallagher, delegato ai rapporti con l’estero, al cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e al sostituto Giovanni Angelo Becciu, Bergoglio sta affinando il testo ufficiale. Secondo indiscrezi­oni, il pon- tefice argentino riprenderà gli argomenti già affrontati durante la visita a Strasburgo di un paio di anni fa e poi di recente per la consegna del premio Carlo Magno, conferito alle personalit­à che contribuis­cono all’integrazio­ne europea.

Bergoglio partirà dalle fondamenta dell’Unione, come spiegato in passato: “Le radici dei nostri popoli, le radici dell’Europa si andarono consolidan­do nel corso della sua storia imparando a inte- grare in sintesi sempre nuove le culture più diverse e senza apparente legame tra loro. L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multicultu­rale”. Quando ha parlato dinanzi a Juncker per il premio Carlo Magno, il pontefice argentino ha citato dieci volte la parola “lavoro”: “La giusta distribuzi­one dei frutti della terra e del lavoro umano non è mera filantropi­a. È un dovere morale. Se vogliamo pensare le nostre società in un modo diverso, abbiamo bisogno di creare posti di lavoro dignitoso e ben remunerato, specialmen­te per i nostri giovani”. Per il Vaticano non può esistere l’Europa costruita sull’economia a discapito dei popoli, perché l’Europa è la “so rgen te dell’umanesimo”.

DISSE ANCORA Bergog lio: “Questo richiede la ricerca di nuovi modelli economici più inclusivi ed equi, non orientati al servizio di pochi, ma al beneficio della gente e della società. E questo ci chiede il passaggio da un’economia liquida a un’economia sociale. Penso ad esempio all’economia sociale di mercato, incoraggia­ta anche dai miei predecesso­ri. Passare da un’economia che punta al reddito e al profitto in base alla speculazio­ne e al prestito a interesse a un’economia sociale che investa sulle persone creando posti di lavoro e qualificaz­ione”. Francesco farà riferiment­o anche all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europa, non per giudicare l’esito del voto, ma per far capire a Merkel e Hollande che il desiderio di lasciare prevale se il desiderio di rimanere è più debole. Per colpa loro, ovvio. Incassato il “papagno”, i capi d’Europa potranno chiedere a Francesco una foto ricordo.

Bisogna passare da un’economia che punta al profitto e alla speculazio­ne a un’economia sociale e al lavoro L’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica, multicultu­rale. Questa è culla e sorgente dell’umanesimo

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Il discorso di papa Francesco ai parlamenta­ri europei a Strasburgo nel novembre 2014
LaPresse Applausi Il discorso di papa Francesco ai parlamenta­ri europei a Strasburgo nel novembre 2014
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