“Non potevano rapire mia moglie senza un accordo con Alfano”
Il dissidente e il caso Shalabayeva: “Politici ed ex politici italiani hanno interessi in Kazakistan”
“La decisione della Commissione parlamentare è solo un'ulteriore prova della natura politica di questo scandalo. Ma confido che il sistema della giustizia italiana stabilirà esattamente come i responsabili italiani abbiano cospirato con i diplomatici kazaki per rapire mia moglie e mia figlia”. Muktar Ablyazov, dissidente kazako rifugiato in Francia, marito di Alma Shalabayeva, reagisce così quando Il Fatto gli spiega che il Parlamento ha bocciato la richiesta di una commissione d'inchiesta sul sequestro – questa è l'ipotesi d'accusa della Procura di Perugia – di sua moglie Alma, avvenuto nel maggio 2013 e la successiva espulsione. Ablyazov, in precedenti interviste lei ha dichiarato che Alfano, da ministro dell'Interno, ha agito come strumento del potere kazako.
Non so come siano state tradotte le mie parole. Voglio essere chiaro: non ho in mano prove concrete che Alfano abbia aiutato il regime kazako, ma so come lavora e come funziona questo regime. Tutto accade ai vertici, grazie a membri di alto livello, che occupano posizioni di rilievo. L'operazione che ha portato al rapimento di mia moglie non avrebbero potuto svolgerla, senza aver preso accordi, senza sostegno delle forze dell'ordine, senza approvazione di alto livello. Ad alto livello, come Alfano?
Sicuramente non di livello più basso. So come funzionano le cose da noi, ma non ho le prove. Ma che sia accaduto questo, non ne dubito. Guardatevi intorno, ci sono prove, foto, è tutto pubblico: Nazarbaev ha contatti ad alto livello in Europa, è amico del re di Spagna, vanno in vacanza insieme. In ogni Paese ha stretto legami forti con chi è al vertice o chi, quel vertice, lo occupava prima. In Gran Bretagna per esempio, con Tony Blair.
E in Italia?
Lo ripeto: non ho prove. Ma neanche dubbi. Non dubito che Berlusconi in qualche modo abbia partecipato, che i suoi legami siano stati usati. Non ho le prove, ma dovete pensare che conosco molto bene i ministri kazaki, il presidente Nazarbaev, so come funziona il meccanismo di p re sl ed ov an i e, di persecuzione. Non si muovono se non parlano con qualcuno na vysokom urovne, ad alto li- Prodi è vicino a Nazarbaev?
Sì, come Berlusconi. In ogni caso, io non dubito che nel rapimento di mia moglie siano coinvolte grandi compagnie e politici conosciuti. Perché così funziona il sistema kazako.
Lei sta dicendo che il sistema kazako è in grado di piegare anche le regole democratiche italiane.
L'Italia avrebbe potuto accusarmi, avrebbe potuto dire che ero io il colpevole, di aver compromesso il sistema italiano, ma non l'avete fatto. Avete commesso degli errori, è vero, ma quegli errori sono stati corretti. Mia moglie è stata riportata indietro, la giustizia in Italia funziona. Adesso comincia a funzionare anche in Francia, ma ci sono voluti tre anni, tre anni in cui sono stato in prigione. Le indagini procedono ancora molto lentamente, e la compensazione per i danni che ho subito, che mi è stata riconosciuta, ammonta a tremila euro. Dimostrerò che i miei danni in questi anni sono stati molto, molto più alti. Nei sistemi democratici però il sistema può essere invertito, il processo può essere invertito, per questo mne povislo, sono un uomo fortunato. O almeno è così che voglio pensarla.
È stato fortunato, ma il Kazakistan, secondo lei, può ingerirsi nelle democrazie europee. Se analizziamo le nostre vite, la mia e della mia famiglia, questo lo fanno ovunque: in Gran Bretagna, Francia, Spagna, Repubblica Ceca, in qualsiasi Paese d'Europa l'hanno fatto. Mi hanno attaccato in Gran Bretagna, mentre ero in auto, nonostante fosse molto difficile trovarmi, quando abitavo a Londra. La polizia inglese non ha fatto niente.
È vero che lei è stato avvertito dai nostri servizi quando è scappato?
Nessuno mi ha avvertito, io vivo come un cieco che avverte il pericolo, sempre. Se mi avessero trovato lì mi avrebbero ucciso, avrebbero detto, per esempio, di aver ucciso un pericoloso terrorista. Il governo kazako ha già speso un miliardo di dollari per le operazioni per la mia cattura, ne troveranno altri per una seconda operazione.
Come sta adesso la sua famiglia?
Ora mia moglie sta bene, le piace l'Italia, i miei figli vanno a scuola, se ci saranno altri problemi, sarà solo a causa del potere kazako. Ora che sono tornato in libertà, i rapporti col Kazakistan si sono fatti più ostrij, vanno acuendosi. Ci incontriamo spesso io e Alma, ma viviamo ancora separati. In caso di un attacco nei miei confronti, so che a pagare sarà la mia famiglia.
“Sono fortunato” “Roma ha commesso errori ma li ha corretti: Alma è potuta tornare, la giustizia funziona” Non ho prove ma neanche dubbi: nell’operazione contro la mia famiglia sono coinvolte imprese e personaggi di alto livello Guardate, è tutto pubblico: Nazarbaev è amico del re di Spagna, vanno in vacanza insieme. Ha rapporti anche con Tony Blair, Berlusconi e Prodi