Fillon, Le Pen & C. Torbidi rapporti all’ombra dell’Eiffel
Il “Canard”: il FN paga Chatillon, indagato e antisemita Affare Total, i socialisti chiedono al Républicain di mollare
Queste si chiamano fake news. Il presidente russo non ha bisogno di mediatori per incontrare degli uomini d’affari”.
Stando al Cremlino, se Vladimir Putin e Fouad Makhzoumi, patron della Future Pipe Industries, leader nella fabbricazione di tubazioni in vetroresina, si sono visti nel 2015 al Forum economico di San Pietroburgo, François Fillon, e la sua società 2F, non c’entrano nulla.
IERI MOSCA smentiva dunque le ultime rivelazioni del Canard Enchainé sul candidato all’Eliseo dei Républicains, già azzoppato nella corsa dal P e ne lo pe ga te . Stando al giornale, che è anche all’origine di quello scandalo, le cose sarebbero andate diversamente. Fillon, via la sua società, avrebbe incassato due versamenti di 22.500 euro ciascuno, nel 2015 e nel 2016, da parte del miliardario libanese per rendere possibile quell’appuntamento, al quale ha partecipato anche l’ad di Total, Patrick Pouyanné. Fillon, che è in buoni rap- porti con Putin e fa campagna per una politica estera filorussa, avrebbe in pratica utilizzato i suoi contatti a fini commerciali.
Ma Fillon non è il solo ad essere sotto la lente d'ingrandimento. Marine Le Pen, che ha fatto valere l’immunità parlamentare per evitare la convocazione dei giudici nell’inchiesta per gli impieghi fittizi all’Europarlamento, è di nuovo al centro dell’attenzione per un’altra questione. Sempre il Canard Enchainé ha rivelato ieri che la leader del Front National ha ingaggiato Frédéric Chatillon per un impiego part- time come coordinatore della campagna per la stampa e il web, con uno stipendio di 2.500 euro lordi al mese.
Chatillon è un amico di lunga data di Marine Le Pen, ma in molti, persino nel partito dell’estrema destra, cercano di evitarlo. Non solo infatti è indagato nell’inchiesta sulle presunte irregolarità delle campagne FN del 2014 e del 2015, di cui si era già occupato, ma è anche no- to per il suo antisemitismo. Di lui nel FN si dice che ha il “culto del nazismo”.
TORNANDO al candidato dei Républicains, il partito socialista ha lanciato un appello perché Fillon si decida a ritirare la sua candidatura, a un mese dal primo turno. E seguire così l’esempio di Bruno Le Roux che si è dimesso da ministro dell’Interno poche ore dopo l’apertura di un’inchiesta contro di lui per una vicenda molto simile a quella che investe Fillon. L’ex ministro è sospettato infatti di aver assunto come assistenti le fi- glie adolescenti, che però forse non hanno svolto realmente il lavoro. “Si ritiri signor Fillon, ne va della democrazia”, ha scritto il Ps in un comunicato.
Sospettato anche di aver fornito documenti falsi per dimostrare l’attività della moglie Penelope, Fillon invece non demorde. Ma c’è da chiedersi se arriverà al primo turno del 23 aprile e in che condizioni. I legali di Penelope Fillon, che sarà a breve convocata a sua volta dai giudici, hanno smentito la presenza di documenti contraffatti. Da parte sua, Fillon, che da due mesi assume un atteggiamento vittimista, ha denunciato la violazione del segreto istruttorio con fughe di notizie organizzate secondo lui dai “servizi dello Stato”: “Le maschere cadono, il complotto è sotto gli occhi di tutti. La verità – ha detto – è che la gauche sa di non poter vincere le elezioni e che il solo modo per riuscirci è di non avere avversari a destra”.
Il complotto
Nessun Penelopegate, per il candidato di destra è una “manovra dei servizi dello Stato” La verità è che il solo modo per la gauche di vincere le elezioni è non avere avversari a destra FRANCOIS
FILLON