NON TOCCATE LA FONTANA (RESTAURATA) DEL 1927
Signor Questore di Roma, è vero che fra le antiche pietre di Roma ne succedono di tutti i colori. Persino che il presidente americano della beneamata “Magica” sogni a occhi aperti di poter assistere a una partita Roma-Barcellona o col Bayern al Colosseo avendo saputo che il ministro Franceschini ripristinerà con 18 milioncini di euro l’arena gladiatoria. Però autorizzare ben sei manifestazioni o cortei nella Città Eterna per (o contro) la celebrazione dei 60 anni dei Trattati europei sembra francamente un po’ eccessivo. C’è qualche avvisaglia di pioggia per questo sabato, speriamo torrentizia in modo da raffreddare le teste più calde. Vabbè che coi caschi integrali svanisce anche l’effetto benefico di una bella lavata di testa. L’ordine della Questura è di non farli indossare proprio. Vedremo.
Lei risponderà giustamente che queste sono le regole della democrazia. Però sabato chi risiede in Centro non è che stia proprio tranquillo. Tanto più in tempi di terrorismo islamista ormai fondato su “lupi solitari”, sovente imprevedibili. Pare garantito il ritorno da noi degli specialisti della guerriglia urbana, quei black bloc che a Roma ne hanno già combinate di ogni sorta. È vero che saranno rimossi i cassonetti (e questo è già un bene, così finalmente ce li svuoteranno), saranno soppresse numerose fermate della Metro (quella C è ferma di suo da mesi e forse è meglio che lì rimanga), rimarranno sprangati i musei. Però non si capisce perché il corteo più a rischio infiltrazioni sia stato deviato da via Marmorata, larga e difendibile, a sinistra in via Galvani, più stretta, e da lì nell’autentico budello di via Luca della Robbia sbucando in piazza Testaccio. Qui è stata ricollocata nel 2014, dopo anni di “e sil io”, la pregevole fontana realizzata dall’architetto Pietro Lombardi, nel 1927, in travertino, incentrata sul motivo dell’anfora, simbolo del rione stesso ( il Monte de’ Cocci). Guai a vandalizzarla. Perché? Perché quella deviazione tanto rischiosa?