Scarpellini è verdiniano: regala la sede a Ala
Registrata il 9 marzo alla Cameraa la concessione gratis di un appartamento per un anno
Sergio
Scarpellini, dopo aver fornito in passato le sedi a bei pezzi della politica italiana, non poteva ignorare un partito nato la scorsa estate da un’idea di Denis Verdini. Forse, anzi, s’è scoperto liberale perché ad Ala un appartamento lo ha dato gratis per un anno. Un finanziamento registrato, peraltro: il contratto di comodato gratuito tra il partito e la Milano 90 dell’immobile in via Poli, vicino alla Fontana di Trevi, è oggetto di una dichiarazione congiunta depositata alla Camera il 9 marzo 2017.
Occhio alle date: 9 marzo significa dopo che l’imprenditore era stato arrestato (a dicembre) e poi scarcerato per corruzione insieme a Raffaele Marra, ex braccio destro di Virginia Raggi. E dopo che Scarpellini aveva parlato ai magistrati proprio della sede di Ala, come pure di quelle di altri partiti. E, soprattutto, dopo che alcuni giornali avevano parlato della cosa: il 17 febbraio, ad esempio, Repubblica aveva rivelato parte di un interrogatorio di Scarpellini del 22 dicembre 2016. La vicenda dell’affitto gratuito, quand’anche ponga interrogativi sui rapporti tra politica e mondo dell’imprenditoria, non nasconde alcun reato: secondo quanto risulta al Fatto, la Procura di Roma non procede per ipotesi di finanziamento illecito. Tuttavia la tempistica resta interessante. Procediamo con ordine.
SCARPELLINI è accusato dai pm capitolini di aver dato 367 mila euro a Marra, che ha utilizzato il denaro per comprare una casa. In cambio, il dirigente avrebbe “messo a di- sposizione” la sua funzione pubblica. Il processo in primo grado inizierà il 25 maggio. Durante un interrogatorio del 20 dicembre, Scarpellini sui soldi a Marra ammette: “Se gli dicevo di no, non ti do una lira, questo era un nemico per me”. E la logica di non farsi nemici, Scarpellini la applicava anche ad altri. Risentito il 22 dicembre dice: “Non sono mai stato io ad offrire gli appartamenti in comodato gratuito o a proporre sconti. Sono sempre stati gli altri, per lo più politici o funzionari pubblici, a chiedermi dei favori e io, per avere la loro disponibilità, ho sempre accettato. (...) Non ho però ottenuto alcun favore”. Nel caso della sede di Ala, Ignazio Abrignani, che come tesoriere del partito gestì la vicenda un anno fa, al Fatto racconta una storia un po’ diversa: “A settembre 2015 il partito, appena nato, cercava una sede. L’immobile di via Poli era in vendita, Scarpellini disse che finché non fosse stato ceduto poteva darcelo gratis. Poi facemmo un contratto di comodato gratuito. L’imprenditore l’ho incontrato credo una volta”. Sul perché abbia presentato la dichiarazione congiunta solo p o chi giorni fa, quando ormai il nome di Scarpellini era su tutti i giornali e la vicenda della sede era nota, Abrignani spiega: “La legge sul finanziamento prevede che un partito ha 60 giorni di tempo per depositare una dichiarazione congiunta se riceve oltre 5 mila euro. Per i beni e servizi, però, va fatto entro il 31 marzo dell’anno successivo”.
La tempistica
Il partito ha dichiarato l’affitto solo quando la vicenda era già su tutti i giornali
A NOVEMBRE Scarpellini ha venduto l’immobile in via Poli e il partito, che sta facendo il trasloco, ha trovato una nuova sede: un appartamento in via della Scrofa, vicino Montecitorio. La proprietaria è Franca Spinola, ex presidente della Camera di Commercio, vedova dell’ex ministro dc Franco Maria Malfatti. La sede, di otto vani, stavolta ha un costo: 4.500 euro al mese.
Twitter @PacelliValeria