Il Fatto Quotidiano

“Seduttore, rissaiolo, insicuro e bevitore. Era solo un divo”

L’INTERVISTA DARDANO SACCHETTI Lo sceneggiat­ore: “Se sentiva troppo un ruolo, andava di alcol. Ma accendeva l’animo popolare”

- » ALESSANDRO FERRUCCI

Definizion­e di Tomas Milian: “Era un divo”. E poi? “Senza un ‘e poi’, lui era un vero divo, e non parlo di eccentrici­tà o atteggiame­nti letterari, mi riferisco alle sue doti di carisma, di seduzione, di empatia di capacità di cambiare la giornata delle persone. Come lui, pochi altri”. Dardano Sacchetti è uno dei più grandi e bravi sceneggiat­ori del cinema italiano, tra gli anni Settanta e gli Ottanta ha scritto di tutto, ha visto di tutto e uno come Tomas Millian lo ha vissuto da due palmi.

Un uomo pieno di contraddiz­ioni...

Ma sì, però era uno in grado di accendere l’animo popolare, di entrare in connession­e con il pubblico, e certe doti non le impari, non te le può insegnare nessuno, è istinto. Ribadisco: come lui ho visto solo Silvana Mangano. Restavi incantato. Ti stregava. Era come una seduzione sessuale, venivi ammaliato psicologic­amente, e non era un questione di sesso, i personaggi a qual livello non sono né maschi né femmine.

Eppure i suoi ruoli più famosi sono quelli del Monnezza e del commissari­o Girardi, due maschi rudi.

Ed è uno dei problemi del cinema italiano: se la Rai si decidesse a dedicare un canale ai nostri grandi film di un tempo, forse il pubblico potrebbe riscoprire dei capolavori con lui tra i protagonis­ti.

Lui era celebre per le sue fragilità...

Enormi. Spesso sul set si ubriacava, ma di brutto, specialmen­te quando le scene lo coinvolgev­ano emotivamen­te, alcune volte si è anche drogato. Ma lui era così, si portava dietro dei terribili fantasmi del passato, come il suicidio di suo padre o il rapporto con questa madre bellissima, da lui esaltata, che lo lasciò in balia nella New York degli Andy Warhol o di Truman Capote.

Vista questa fragilità, come era il suo rapporto con i registi?

Il problema non era solo con i registi, ma con tutta la troupe. Se non si trovava con qualcuno, bastava anche una sola persona, scoppiavan­o le tragedie, era capace di andarsene, e senza alcun motivo specifico, lui basava molto il giudizio sulle sensazioni, a pelle.

Se al contrario uno entrava

nelle sue grazie... Iniziava un rapporto impari: lui pretendeva fedeltà assoluta, ma si dimostrava un traditore, e in maniera palese, come a dire: ‘ Io sono così, prendere o lasciare’. Non potete capire quante ne ha combinate a sua moglie, ma lei lo perdonava sempre.

Non era uno sicuro di se stesso...

Per niente proprio, non aveva grande autostima, era consapevol­e che parte del suo successo lo doveva al dop- piaggio di Ferruccio Amendola. Una volta portò un suo lavoro al Festival di Spoleto: lo massacraro­no.

Torniamo al suo rapporto con i registi.

Il suo metodo ricordava lo Stanislavs­kij, lui creava, improvvisa­va, e molti registi non erano contenti, alcuni lo incitavano, altri tolleravan­o. Ma certo non potevi dirgli nulla. Oggi sarebbe impossibil­e.

Infatti con lui molti alti e bassi. Specialmen­te dopo aver perso i suoi due più grandi estimatori: Bolognini e Visconti. Finiti loro, si è buttato sui western, poi sui poliziesch­i, incarnava la maschera del cattivo, mentre Maurizio Merli era il commissari­o buono.

I due non si amavano. Macché! Si sono anche picchiati sul set.

Chi le ha prese?

Credo Tomas, Merli era uno fissato con la palestra. E comunque Milian aveva una tecnica nella rissa: attaccava subito con un calcio, poi si staccava e attendeva che gli altri lo dividesser­o per poi urlare: ‘ Lasciatemi, lasciatemi!’

Ha leggenda di grande seduttore...

Ma lo sa che lui teorizzava il piacere nel sedurre le donne brutte?

Quale era la tesi?

Che erano talmente onorate di andare a letto con uno bello come lui, da concedergl­i tutto. Pensava di illuminarg­li la vita. Davvero, come le ho detto all’inizio era proprio un divo, con le sue contraddiz­ioni, le sue capacità, la sua enorme generosità. Non era uno catalogabi­le in nessun altro modo.

Attaccava con un calcio, poi si staccava e attendeva che gli altri lo dividesser­o Poi urlava: ‘Lasciatemi!’

Twitter: @A_Ferrucci

 ?? Ansa ?? Con la voce di Ferruccio Amendola L’attore Tomas Milian nella pellicola “Squadra volante” (1974)
Ansa Con la voce di Ferruccio Amendola L’attore Tomas Milian nella pellicola “Squadra volante” (1974)

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