Il Mago del Giovedì se n’è andato. Di giovedì
Cino Tortorella, la sua calzamaglia e Topo Gigio: generazione da Zecchino d’Oro
Imaghi muoiono oppure spariscono? È la domanda che ogni ultracinquantenne non può non farsi alla notizia della morte di Cino Tortorella, giunta ieri sulla soglia dei novant’anni ( sarebbero arrivati il 27 giugno). Perché Tortorella è stato un attore, autore e regista televisivo, certo; ma è stato soprattutto il Mago Zurlì, e, guarda caso, se n’è andato di giovedì. Più volte ha provato a disfarsi del personaggio che gli aveva dato la celebrità, ma invano; c’è chi è destinato a rimanere Pierino, chi James Bond, e chi Mago Zurlì. La calzamaglia e il mantello recuperati dai costumi del Mercante di Venezia, la gorgiera, la bacchetta magica, il sorriso, il piccolo firmamento di brillantini tra i capelli luccicanti nel bianco e nero del monoscopio, quando il te- levisore stesso sapeva più di incantesimo che di progresso. Tutto nel Mago Zurlì ci parla degli anni Cinquanta, che sono difatti quelli della sua nascita.
DOPO AVERE frequentato la Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, nel 1956 Tortorella porta sulle scene la pièce per ragazzi Zurlì, mago Lipperlì, da cui l’anno dopo verrà tratto il programma per la Tv dei Ragazzi Zurlì, mago del giovedì. Secondo la leggenda, l’offerta gli sarebbe stata fatta dal giovanissimo “corsaro” della Rai Umberto Eco; e se si considera l’interesse di Eco per il fumetto e i personaggi dell’infanzia, la leggenda appare fondata. Nel 1959 va in onda per la prima volta Lo Zecchino d’Oro ; un piccolo Festival ideato da Tortorella e riservato ai bambini di meno di 10 anni, dove tutto è a misura di in- fanzia, secondo il ferreo principio editoriale della Tv dei Ragazzi: i testi, gli interpreti, il coro dell’Antoniano di Bologna; “una gara di canzoni e non di cantanti”, che pertanto poteva essere presentata solo da un mago, tutt’al più in compagnia di un topo. Cosa che avverrà di lì a poco con la nascita di Topo Gigio grazie a Maria Perego, Guido Stagnaro e alla voce di Peppino Marzullo. “Ma cosa mi dici mai…”; i teneri duetti tra Gigio e Zurlì inaugurarono la moda televisiva del pupazzo parlante in Tv, ma nessuno seppe mai uguagliare quel feeling speciale, perché non c’è niente da fare, un vero Topo può intendersi solo con un vero Mago.
Gli anni a 24 carati dello Zecchino d’o ro sono stati i Sessanta; anni di successi da hit parade come Fammi crescere i denti davanti, Quarantaquattro gatti, Il caffè della Peppina, anni in cui anche gli adulti cantavano le canzoni dei bambini, mentre ora i bambini cantano solo quelle degli adulti.
Il declino comincia dalla seconda metà degli anni Settanta, e si accentua con il lancio degli inquietanti Piccoli fanspresentati da Sandra Milo. Tortorella aveva già appeso la calzamaglia al chiodo quando, nel 1991, diventa direttore artistico di Bravo bravissimo, i bimbi prodigio pre- sentati da Mike Bongiorno su Canale 5. Chissà se Zurlì era d’accordo con la svolta; certo, da allora in poi niente è stato più come prima, dentro come fuori la Tv.
NEL 2002 Tortorella entra nel Guinness dei primati come il conduttore che ha presentato più a lungo la stessa trasmissione; nel 2009 abbandona per un contenzioso con l’Antoniano, ma da un pezzo la sua creatura sopravviveva al proprio mito: la Tv dei Ragazzi non c’è più, o forse c’è sempre, visto che il mondo dei grandi ruota attorno a quello dei piccoli; peccato però che il vero talento dei bambini sia quello di essere bambini.
E allora, il dubbio resta. Che l’attore Cino Tortorella sia morto; ma invece il Mago Zurlì sia solo scomparso, nell’attesa di ricomparire in tempi migliori.