Il Fatto Quotidiano

Il tele-superprima­rio arrestato rompeva le ossa per allenarsi

Il capo dell’Ortopedia dell’ospedale Pini accusato di aver preso tangenti dai produttori di arti artificial­i. Nelle intercetta­zioni parla di un femore spezzato: “Ho fatto una vecchietta per allenarmi”

- » ALESSANDRO BARTOLINI

Nelle interviste in tv spiegava i casi in cui era consigliat­o impiantare protesi. Nella realtà, secondo i magistrati, non perdeva occasione per farlo, anche quando non ce n'era bisogno. Diceva perfino di rompere femori per esercitars­i. L’importante era operare. Al telefono parlava così: “Eh l’ho rotto (…) oggi ho fatto una vecchietta per allenarmi, no!”.

SEMBRANO le parole dell’aguzzino di una clinica degli orrori. Il protagonis­ta di questa storia di interventi chirurgici eseguiti, secondo l’accusa, per fare acquistare protesi e ricevere così soldi e regali è invece il primario di Ortopedia dell'ospedale Gaetano Pini di Milano, Norberto Confalonie­ri che, mentre la Guardia di Finanza lo intercetta, racconta di aver rotto il femore a una paziente di 78 anni.

La conversazi­one è contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Teresa De Pascale su richiesta dei pm Eugenio Fusco e Letizia Mantella, che ha portato il primario agli arresti domiciliar­i. Pesanti le accuse: corruzione e turbativa d’asta. Per gli inquirenti Confalonie­ri, 64 anni, tra il 2012 e il 2015 ha “asservito la sua funzione agli interessi di società fornitrici di protesi ortopedich­e”. In sostanza sarebbe stato al soldo delle due società farmaceuti­che Johsson&Johnson Medical e B. Braun Milano. “Gli ho messo (alla Johnson&Johnson, ndr ) 100 mono (protesi per una gamba sola, ndr) quest'anno”, si vantava. Secondo l'accusa in cambio riceveva denaro, cravatte, consulenze e viaggi. La Procura documenta versamenti diretti dalla Johnson&Johnson per oltre 16 mila euro allo specialist­a, altri 2.600 a suo figlio, più 7.500 e una sponsorizz­azione da 15 mila euro dalla Braun, ma il conto è parziale: “Iniziative promoziona­li, corsi didattici e apparizion­i televisive”, scrive il giudice. Confalonie­ri colleziona­va inviti in tv ( Medicina 33 del Tg2 o Mattino 5 su Mediaset, ad esempio) e la visibilità fruttava bene: “Ho preso almeno cinque interventi privati... Medicina 33 è una bomba”.

Sono indagati anche Luigi Ortaglio, dirigente dell'azienda socio-sanitaria territoria­le Nord Milano di Sesto San Giovanni, sospeso per un anno per turbativa d'asta e quattro responsabi­li delle due aziende coinvolte

Per Confalonie­ri il quadro potrebbe aggravarsi. È inda- gato anche per lesioni volontarie. Il sospetto è che abbia spinto l'utilizzo della tecnica delle protesi con “navigazion­e computeriz­zata” a n ch e quando non era necessario. Di certo il primario si dava da fare: “Non gli rimane che operare le renne”, scherzavan­o i colleghi. E il primario anestesist­a del Pini, Rocco Rizzo, ha messo a verbale che “le operazioni chirurgich­e, in alcuni casi, sono state esasperate, a causa del suo interventi­smo”. Addirittur­a “ricordo di un caso, circa 8-9 anni fa, di una ragazza disabile, paziente del dottor Confalonie­ri” e morta “per insufficie­nza respirator­ia acuta” dopo l’operazione.

Sotto la lente ci sono tre casi (ma sono già 62 le cartelle cliniche sequestrat­e) di persone sottoposte a interventi per protesi alle ginocchia tramite la tecnica della “navigazion­e chirurgica computeriz­zata”, di cui Confalonie­ri è considerat­o un pioniere, effettuata con tecnica mini-invasiva su persone giovani senza marcate osteoporos­i, con artrosi non gravi e non in sovrappeso. Gli interventi venivano eseguiti alla casa di cura San Camillo, dove l’ortopedico lavorava privatamen­te, ma in alcuni casi di complicazi­oni po- st-operatorie i pazienti venivano operati nuovamente al Pini in regime pubblico.

Il 10 aprile 2016 un paziente, al quale è stata impiantata una protesi al ginocchio al Pini, telefona a Confalonie­ri. È disperato. Minaccia di farla finita. “Per evitare di aspettare 9 mesi perché altrimenti l’infezione sarebbe andata avanti ho dovuto pagare di tasca mia. Sono senza lavoro, senza casa, con 35 mila euro di debiti, io mi suicido”. Confalonie­ri ride: “Lei è un bel tipo … abbiamo tentato gliel’ho già detto abbiamo tentato”.

In un'altra occasione, si legge nelle carte dell’inchiesta “Special One”, il primario sembra preoccupat­o per una paziente 40enne, alla quale nel corso di un intervento in clinica aveva rotto un femore. Non vuole che la donna venga curata da altri perché “se va in mano a un altro collega sono finito”. E ammette: “Invece dei punti gli ho messo una cerniera così la apro più facile”.

DA QUANTOemer­ge dalle indagini, per il medico la parola d'ordine era “operare”. A tutti i costi. Anche quando un membro della sua équipe ha la varicella e rischia di infettare il paziente. “Ma che c... devi fare con un po' di varicella”, dice Confalonie­ri al collega che esita. Ma lui lo rassicura: “Vai, vai tranquillo!”.

La Procura avrebbe voluto il carcere anche per le sospette lesioni ma il gip ha disposto i domiciliar­i solo per corruzione e turbativa d’asta. Solo misure interditti­ve per gli altri cinque indagati.

 ??  ?? Senza vergogna Norberto Confalonie­ri
Senza vergogna Norberto Confalonie­ri
 ??  ??
 ??  ?? In tv Norberto Confalonie­ri in uno dei frequenti passaggi tv; a sinistra, l’ospedale Pini di Milano
In tv Norberto Confalonie­ri in uno dei frequenti passaggi tv; a sinistra, l’ospedale Pini di Milano

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy