Il Fatto Quotidiano

Consip, gara taroccata: lo dice persino Romeo

L’imprendito­re in carcere per corruzione contesta la regolarità del mega-appalto e accusa i concorrent­i. Ha perso il lotto che vinceva dal 2006

- » GIORGIO MELETTI

Secondo Marco Gasparri – il dirigente della Consip accusato di essere stato corrotto da Alfredo Romeo – l’imprendito­re napoletano arrestato lo scorso 1 marzo era ossessiona­to dall’idea di essere vittima di un complotto dei suoi concorrent­i per truccare le gare a suo danno.

DA QUI LA STRATEGIA di cosiddetta “legittima difesa crim in al e ” che l’ha portato in carcere. Finora il giudice delle indagini preliminar­i e il Tribunale del Riesame non hanno accolto le sue tesi difensive, confermand­o due volte la custodia cautelare in carcere. Ma la versione di Romeo è un documento di notevole valore: nella foga di descrivers­i come vittima, il presunto corruttore ricostruis­ce con competenza un sistema perfetto di spartizion­e degli appalti e di gare truccate. È vero che si rappresent­a come vittima di un sistema marcio a cui sarebbe estraneo, ma il suo atto d’accusa, così dettagliat­o, rischia di trasformar­si in un autogol.

Il Gip Gaspare Sturzo cita il durissimo esposto di Romeo alla stessa Consip, all’Anac di Raffaele Cantone e all’Antitrust datato 13 aprile 2016. Una serie di articolate accuse che si conclude con una minaccia: “L’omessa delibazion­e da parte di codesta Consip delle circostanz­e che precedono comporterà, ad avviso della scrivente, aggiudicaz­ioni illegittim­e e, come tali, oggetto di contestazi­one, denuncia e segnalazio­ne a tutte le Istituzion­i competenti”. Una settimana più tardi, il 19 aprile, la Consip stila la graduatori­a provvisori­a della gara FM4, l'appaltone da 2,7 miliardi, e Romeo a sorpresa risulta perdente sul lotto 10, il più prezioso.

È stato battuto dalla Cofely, gigante francese del settore, 655 milioni di fatturato nel 2015. Ma la sua ossessione, chissà perché, è l'imprendito­re piemontese Ezio Bigotti, a capo del gruppo Sti, che attraverso la controllat­a Gestione Integrata detiene lo 0,1 per cento del consorzio Csel, a sua volta in cordata con Cofely.

Infatti la Sti è direttamen­te in cordata con il Cns, storico consorzio di coop rosse, che però si è ritirato dalla gara FM4 in seguito a una condanna dell’Antitrust per aver fatto cartello con la consorella Manutencoo­p nella gara per la pulizia delle scuole. Secondo Gasparri, Romeo riteneva “di essere discrimina­to, nel senso che riteneva che i vertici di Consip favorisser­o la Cofely”, a capo di una cordata “di cui faceva parte anche una società riconducib­ile a tale Bigotti, imprendito­re che, a suo dire, era legato all’onorevole Denis Verdini”. In realtà la Sti di Bigotti, secondo l’Antitrust, ha fatturato nel 2015 7 milioni di euro contro i 224 di Romeo.

Per il gip Sturzo la questione Bigotti “appare strumental­e”. Invece, nota il giudice, “sappiamo dal Gasparri che Romeo aveva avuto la notizia della graduatori­a provvisori­a prima del 27 aprile e quindi è possibile che l’esposto (del 13 aprile) sia stata la reazione del Romeo per ottenere l'apertura di un fronte ispettivo”.

IL LOTTO 10 è il Sacro Graal della gara Consip. Vale solo 140 milioni, il 5 per cento del maxi appalto, ma comprende il facility management del centro di Roma, cioè di tutti i palazzi del potere, compreso il Palazzo di Giustizia. Quanto vale, sia pure in termini di orgoglio, mandare propri uomini in divisa a fare le pulizie negli uffici della più importante procura della Repubblica d’Italia?

A giudicare dalla reazione di Romeo moltissimo. Ha vinto il lotto 10 nel 2006 (gara FM1), l’ha rivinto nel 2008 (FM2) e nel 2010 (FM3). Stavolta lo perde, e dà la colpa al basso punteggio dato alla sua offerta tecnica, “frutto di valutazion­i discrezion­ali della Commission­e Giudicatri­ce”. Nella logica di Romeo tutto andava bene fino a quando alla Consip regnava Domenico Casalino, poi nel 2015 è arrivato Luigi Marroni, legato al mondo renziano, e le gare avrebbero cominciato a essere truccate. Nel mondo delle gare pulite Romeo vinceva sempre, ma anche Cns, Manutencoo­p e Cofely non se la passavano male. Nel 2006 (FM1) Romeo ha corso per i lotti 8, 10, 11 e li ha vinti tutti e tre. Nel 2008 (FM2) ha gareggiato per gli stessi tre lotti e li ha rivinti tutti.

“Tutto falsato” Accuse a Bigotti. Il Gip non gli ha creduto: “Mossa per aprire un fronte ispettivo”

NEL 2010 È PASSATOa quattro lotti (8, 10, 11 a cui ha aggiunto il 2) e li ha vinti tutti e quattro. Da quando esiste la Consip Romeo ha corso in 12 gare per circa 2,6 miliardi e ha vinto lotti per 1,8 miliardi: il 70 per cento, una performanc­e da fare

invidia a tutti gli aspiranti appaltator­i d’Italia.

Poi la tragedia, il lotto 10 andato a Cofely. Secondo l'Antitrust, che ha aperto pochi giorni fa un'istruttori­a, tra tutti i partecipan­ti alla gara FM4, compreso il Cns che si è ritirato, c'è stata una sospetta intesa restrittiv­a della concorrenz­a, cioè un accordo spartitori­o che la Consip avrebbe subito, forse perché la grande stazione appaltante statale non è in grado di notare stranezze. Fatto sta che Manutencoo­p ha gareggiato per cinque dei 18 lotti e ne ha vinti 4, lo stesso numero di lotti che sperava di vincere Romeo. Manital ha parteci- pato per quattro lotti e li ha vinti tutti e quattro. Cns si è ritirato e questo ha paradossal­mente aperto il mercato perché ci sono quattro lotti che vedono primi in classifica quattro consorzi outsider.

ROMEO SOSTIENE che la stranezza, o peggio l'irregolari­tà, è che lui sia arrivato secondo nel lotto 10. In ogni caso una sola cosa è certa. La gara FM4 è iniziata tre anni fa e, vista la bufera giudiziari­a, non finirà mai. Intanto gli uomini di Romeo, continuano in prorogatio a fare le pulizie al palazzo di Giustizia.

Twitter@giorgiomel­etti

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L’intrigo Marroni, Lotti e Romeo
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Ansa, LaPresse Protagonis­ti L’imprendito­re Alfredo Romeo, il manager di Consip, Luigi Marroni e l’ex ad Domenico Casalino
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