Soccorsi in mare: nuovo crimine organizzato
Tutti d’accordo sul fatto che la visita di Salvini a Napoli è stata inopportuna e ha rappresentato una provocazione. Ma questo sessantesimo anniversario dell’Unione europea come vogliamo chiamarlo? Con i cittadini che non potranno partecipare in una Roma superblindata per la protezione di questi personaggi che continueranno ad agire secondo i loro interessi. E poi quanti milioni sono stati spesi per architettare il tutto? DIRITTO DI REPLICA
Acquisto quotidianamente il vostro giornale, perché vi ritengo liberi e il vostro direttore ha la mia più profonda stima. Ma sono rimasta così delusa per come è stato trattato, con molta ignoranza, l’articolo sulla manifestazione in piazza Montecitorio il 21 marzo: primo non siamo “a n t i - v a c c i n isti”, chiediamo solo più informazioni e sicurezze nel vaccinare che attualmente questo stato non ci offre (infatti non c’è medico che te lo mette per iscritto?) Vogliamo la libertà di scegliere se vaccinare o meno i nostri bimbi: se per voi i vaccini sono innocui e i danni non esistono siete padroni di crederlo, ma allo stesso modo noi siamo liberi di dubitare sulla loro benevolenza, visti i troppi casi di danneggiati.
Dato che vi ritenete un giornale libero prima di dire che eravamo 4 gatti (secondo le forze dell’ordine eravamo circa 600 persone tra genitori bimbi nonni e medici) che sono venuti a esprimere la loro libera scelta sulla vaccinazione a loro spese, a loro fatica, perdendo anche un giorno di lavoro. Informatevi: siete giornalisti e avete il dovere prima di scrivere, di informarvi, non bene ma benissimo e sentire tutti i pareri senza condannare e noi meritiamo rispetto al pari di quei genitori che sono disposti a fare 29 vaccini nei primi 15 anni di vita dei loro bambini, perché è questo che la sig.ra Saccardi si sta apprestando a fare in Toscana. Ricordate infine: saremo pochi (che poi pochi non siamo) ma votiamo. È possibile che da oggi abbiate un lettore in meno: per voi non sarà importante, per me sì. Nell'articolo non c’è traccia di strumentalizzazioni, non si rinviene la definizione “anti-vaccinisti” o una volontà di sminuire le ragioni di quanti il 21 marzo sono scesi in piazza, tanto è vero che si CARO FURIO COLOMBO, due grandi giornali comunicano un sospetto su cui è stata anche aperta l’inchiesta di una Procura (Catania o Palermo). Il sospetto è il seguente: troppi salvataggi in mare, qui c'è sotto qualcosa. Il sospetto è un accordo fra trafficanti e soccorritori. Aognuno il suo guadagno, compreso il centro di accoglienza in cui andranno gli scampati, che fa parte del giro. DOBBIAMO RICONOSCERE un grande merito alla campagna elettorale e poi alla presidenza di Donald Trump, fondata sull’affermazione falsa, ben documentata e, se scoperta, dichiarata vera comunque fino a quando chi la denuncia non potrà dimostrare la falsità (vedi la montagna di calunnie, omicidio incluso, a carico di Hillary Clinton). Trump difende a viso aperto le invenzioni, anche gravissime, che gli hanno preparato i suoi collaboratori (nessun politico, tutti specialisti in “verità alternative”) e sfida i suoi avversari a dimostrare che una storia da lui diffusa è falsa. Uno dei nemici a cui Trump dedica più cura sono i rifugiati, i profughi, gli emigranti e, in generale, i non bianchi in cerca di soccorso per guerra, fame o genocidio. Una delle sue celebri storie meticolosamente falsificate e rappresentate in un film accurato (nel senso di falsificazione meticolosa e, sul momento, credibile) che gira il mondo e ha decine di milioni di credenti, è sul rapporto fra grande finanza (si arriva fino a Bildenberg) e famiglie salvate dal naufragio. Non perdete tempo a emozionarvi per quel bambino nato sulla barca che stava per affondare. Tutto combinato. Quello che a molti di noi, ingenui, appare una tragedia del mondo osservata con disumana indifferenza da una parte di esseri umani e dai partiti politici di tutto il mondo detti “suprematisti” (la parola è meno ambigua di “populista”) è un grande affare che i buonisti maneggiano con astuzia a danno del popolo che rischia di trovarsi un nero in casa, uno schiavo alla porta e il posto di lavoro rubato non dai robot, come dicevano i fanatici di Silicon Valley, ma dalla nuova folla trasportata nelle nostre fabbriche dal finto buon cuore. apre con le parole “chiedono di decidere loro e non lo Stato” e si conclude con la domanda “perché domina la logica del tutto o niente e non la libera scelta?” È stato sottolineato il motivo basilare del dissenso, ovvero il timore di molte famiglie per un possibile accordo tra SSN e case farmaceutiche produttrici di vaccini, senza negare pericoli e ambiguità a essi correlati. Richiesta di pubblicazione di rettifica, ai sensi dell’art. 8 della L. 47/1948, dell’articolo apparso sul Fatto Quotidiano il 22 marzo 2017 a firma di Elisa Castellucci e dal titolo “Professori a chiamata diret- Ecco i pezzi del gioco.
Primo: le Nazioni Unite proclamano la necessità di salvare i naufraghi e mobilitano le opportune risorse. Secondo: incentivare l’abbandono dei villaggi natali per iniziare un vasto trasferimento di popolazione che fa appello al buon cuore, ma fa anche guadagnare i ricchi (si fa il nome di Soros e di altri miliardari “buoni”). Terzo: entrano in campo gli scafisti, debitamente avvisati, e si spartiscono i gruppi degli ansiosi di emigrare anche se è un po’ costoso (e qui c’è una prima striscia di ricchezza che si deposita. Gente che starebbe benissimo ad Aleppo o a Mosul si mette in viaggio perché a qualcuno conviene).
Quarto: potresti morire in mare, ma il mare è pieno di navi che ti soccorrono e fanno persino nascere i bambini. Foto celebrative della bontà umana coprono il trucco. Quelle navi sono di Ong che passeranno puerpera, neonato e tutti gli altri a “Centri di accoglienza” che sono d’accordo con lo scafista, che è d’accordo con la nave che salva, che è d’accordo con le Nazioni Unite, che sono d’accordo con certi miliardari del mondo che sembrano di sinistra ma vogliono spossessare i lavoratori bianchi per rimpiazzarli con schiavi neri. A questo punto notate una cosa: la versione della emigrazione provocata non dalla fame e dalla guerra ma dall’Onu e dai miliardari “buoni”, è identica quando la raccontano in casa Trump (dove si crede fermamente nelle “verità alternative”), quando è un drammatico intervento di Salvini, a una Tv italiana, quando i pm di Catania e di Palermo aprono inchieste esattamente lungo lo stesso percorso (“I continui salvataggi con quelle navi vicino alle coste libiche”, “Il procuratore accusa le Ong”, il Corriere della Sera, 23 marzo 2017). Come dice il grande inventore delle “verità alternative” (si disputa, se sia Stephen Bannon o Michael Flynn), adesso prova tu a dimostrare che la storia è falsa.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it ta, Tor Vergata perde al Tar: sono 57 le cattedre a rischio”. Nell’articolo vengono riportate affermazioni non corrispondenti al contenuto della sentenza TAR Lazio n.3720/2017, a cui fa riferimento la giornalista. Infatti, il titolo dell’articolo appare certamente fuorviante ed è smentito dalla semplice lettura di pag. 13 della sentenza ove è riportato a chiare lettere che “L’annullamento che consegue all’accoglimento del presente ricorso interessa, tuttavia esclusivamente la procedura in questione atteso che può pervenirsi a una interpretazione del regolamento conforme alle disposizioni di leg- ge in materia, nei sensi di cui in precedenza”. Formulazione questa che conferma che nessuna cattedra è a rischio, proprio perché il TAR ha affermato la piena legittimità del Regolamento adottato dall’Università di Tor Vergata e, in particolare, della disposizione che prevede la possibilità di chiamata diretta dei professori, così come previsto dalla legge Gelmini di riforma dell’ordinamento universitario (legge n. 240/2010). Si chiede inoltre la rettifica della farse secondo cui la procedura di cui al ricorso del dott. Sileri “era una sorta di concorso ad personam”. Contrasta con tale afferma- zione le evidente circostanza che il TAR ha pienamente confermato la legittimità del procedimento a chiamata diretta.
Ancora, si chiede la rettifica della dichiarazione riportata dalla giornalista e rilasciata in modo differente dal prorettore vicario prof. Claudio Franchini: “Le altre procedure, non impugnate, sono divenute definitive e, quindi, sarebbero legittime”. La corretta dichiarazione (peraltro espunta da una più ampia intervista rilasciata per iscritto su richiesta della giornalista Elisa Castellucci inviata all’Ufficio Stampa dell’Università in data 21 marzo 2017, ore 13:48) è infatti: “Le altre procedure, non impugnate, sono diventate definitive e, quindi, sono legittime”, come risulta dalla mail inviata all’Ufficio Stampa dell’Università alla stessa, il 21 marzo, ore 15:49. Trattasi, come si intuisce facilmente, di termine e coniugazione verbale sostanzialmente diversi, capaci di modificare il senso complessivo della frase. Si chiede infine l’integrazione della notizia secondo cui il dott. Paolo Gentileschi “era il figlio d el l ’ ex direttore della scuola di specializzazione di chirurgia generale di Tor Vergata” con l’indicazione che il padre, prof. Enzo Gentileschi, è deceduto circa 22 anni fa, il 31 ottobre 1995.
Alla luce di quanto sopra, l’Univerisità di Tor Vergata e il prof. Claudio Franchini, ciascuno per la parte di propria competenza, invitano e diffidano la redazione a voler provvedere, ai sensi dell’art. 8 L.47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al pezzo giornalistico cui la rettifica si riferisce, con l’avviso che, in difetto, saranno intraprese le iniziative necessarie a tutelare la reputazione dell’Ateneo, salve, in ogni caso, le prerogative relative all’esercizio dell’azione giurisdizionale per il risarcimento dei danno sino a ora cagionati.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
La posizione dell'università è già stata riportata nell'articolo, come abbiamo scritto il Tar ha annullato soltanto la chiamata impugnata ma ha affermato chiaramente che le procedure riservate a un solo candidato non sono legittime. Altri giudici si pronunceranno in futuro, per il momento il meno che si possa dire è che le 57 cattedre in questione sono a rischio, anche sotto il profilo contabile.