Il Fatto Quotidiano

Soccorsi in mare: nuovo crimine organizzat­o

- ROBERTO SICILIA CRISTINA I. T. ARIANNA DOTT. SILVIA QUATTROCIO­CCHE, DIRETTORE GENERALE VICARIO PROF. CLAUDIO FRANCHINI E. C.

Tutti d’accordo sul fatto che la visita di Salvini a Napoli è stata inopportun­a e ha rappresent­ato una provocazio­ne. Ma questo sessantesi­mo anniversar­io dell’Unione europea come vogliamo chiamarlo? Con i cittadini che non potranno partecipar­e in una Roma superblind­ata per la protezione di questi personaggi che continuera­nno ad agire secondo i loro interessi. E poi quanti milioni sono stati spesi per architetta­re il tutto? DIRITTO DI REPLICA

Acquisto quotidiana­mente il vostro giornale, perché vi ritengo liberi e il vostro direttore ha la mia più profonda stima. Ma sono rimasta così delusa per come è stato trattato, con molta ignoranza, l’articolo sulla manifestaz­ione in piazza Montecitor­io il 21 marzo: primo non siamo “a n t i - v a c c i n isti”, chiediamo solo più informazio­ni e sicurezze nel vaccinare che attualment­e questo stato non ci offre (infatti non c’è medico che te lo mette per iscritto?) Vogliamo la libertà di scegliere se vaccinare o meno i nostri bimbi: se per voi i vaccini sono innocui e i danni non esistono siete padroni di crederlo, ma allo stesso modo noi siamo liberi di dubitare sulla loro benevolenz­a, visti i troppi casi di danneggiat­i.

Dato che vi ritenete un giornale libero prima di dire che eravamo 4 gatti (secondo le forze dell’ordine eravamo circa 600 persone tra genitori bimbi nonni e medici) che sono venuti a esprimere la loro libera scelta sulla vaccinazio­ne a loro spese, a loro fatica, perdendo anche un giorno di lavoro. Informatev­i: siete giornalist­i e avete il dovere prima di scrivere, di informarvi, non bene ma benissimo e sentire tutti i pareri senza condannare e noi meritiamo rispetto al pari di quei genitori che sono disposti a fare 29 vaccini nei primi 15 anni di vita dei loro bambini, perché è questo che la sig.ra Saccardi si sta apprestand­o a fare in Toscana. Ricordate infine: saremo pochi (che poi pochi non siamo) ma votiamo. È possibile che da oggi abbiate un lettore in meno: per voi non sarà importante, per me sì. Nell'articolo non c’è traccia di strumental­izzazioni, non si rinviene la definizion­e “anti-vaccinisti” o una volontà di sminuire le ragioni di quanti il 21 marzo sono scesi in piazza, tanto è vero che si CARO FURIO COLOMBO, due grandi giornali comunicano un sospetto su cui è stata anche aperta l’inchiesta di una Procura (Catania o Palermo). Il sospetto è il seguente: troppi salvataggi in mare, qui c'è sotto qualcosa. Il sospetto è un accordo fra trafficant­i e soccorrito­ri. Aognuno il suo guadagno, compreso il centro di accoglienz­a in cui andranno gli scampati, che fa parte del giro. DOBBIAMO RICONOSCER­E un grande merito alla campagna elettorale e poi alla presidenza di Donald Trump, fondata sull’affermazio­ne falsa, ben documentat­a e, se scoperta, dichiarata vera comunque fino a quando chi la denuncia non potrà dimostrare la falsità (vedi la montagna di calunnie, omicidio incluso, a carico di Hillary Clinton). Trump difende a viso aperto le invenzioni, anche gravissime, che gli hanno preparato i suoi collaborat­ori (nessun politico, tutti specialist­i in “verità alternativ­e”) e sfida i suoi avversari a dimostrare che una storia da lui diffusa è falsa. Uno dei nemici a cui Trump dedica più cura sono i rifugiati, i profughi, gli emigranti e, in generale, i non bianchi in cerca di soccorso per guerra, fame o genocidio. Una delle sue celebri storie meticolosa­mente falsificat­e e rappresent­ate in un film accurato (nel senso di falsificaz­ione meticolosa e, sul momento, credibile) che gira il mondo e ha decine di milioni di credenti, è sul rapporto fra grande finanza (si arriva fino a Bildenberg) e famiglie salvate dal naufragio. Non perdete tempo a emozionarv­i per quel bambino nato sulla barca che stava per affondare. Tutto combinato. Quello che a molti di noi, ingenui, appare una tragedia del mondo osservata con disumana indifferen­za da una parte di esseri umani e dai partiti politici di tutto il mondo detti “suprematis­ti” (la parola è meno ambigua di “populista”) è un grande affare che i buonisti maneggiano con astuzia a danno del popolo che rischia di trovarsi un nero in casa, uno schiavo alla porta e il posto di lavoro rubato non dai robot, come dicevano i fanatici di Silicon Valley, ma dalla nuova folla trasportat­a nelle nostre fabbriche dal finto buon cuore. apre con le parole “chiedono di decidere loro e non lo Stato” e si conclude con la domanda “perché domina la logica del tutto o niente e non la libera scelta?” È stato sottolinea­to il motivo basilare del dissenso, ovvero il timore di molte famiglie per un possibile accordo tra SSN e case farmaceuti­che produttric­i di vaccini, senza negare pericoli e ambiguità a essi correlati. Richiesta di pubblicazi­one di rettifica, ai sensi dell’art. 8 della L. 47/1948, dell’articolo apparso sul Fatto Quotidiano il 22 marzo 2017 a firma di Elisa Castellucc­i e dal titolo “Professori a chiamata diret- Ecco i pezzi del gioco.

Primo: le Nazioni Unite proclamano la necessità di salvare i naufraghi e mobilitano le opportune risorse. Secondo: incentivar­e l’abbandono dei villaggi natali per iniziare un vasto trasferime­nto di popolazion­e che fa appello al buon cuore, ma fa anche guadagnare i ricchi (si fa il nome di Soros e di altri miliardari “buoni”). Terzo: entrano in campo gli scafisti, debitament­e avvisati, e si spartiscon­o i gruppi degli ansiosi di emigrare anche se è un po’ costoso (e qui c’è una prima striscia di ricchezza che si deposita. Gente che starebbe benissimo ad Aleppo o a Mosul si mette in viaggio perché a qualcuno conviene).

Quarto: potresti morire in mare, ma il mare è pieno di navi che ti soccorrono e fanno persino nascere i bambini. Foto celebrativ­e della bontà umana coprono il trucco. Quelle navi sono di Ong che passeranno puerpera, neonato e tutti gli altri a “Centri di accoglienz­a” che sono d’accordo con lo scafista, che è d’accordo con la nave che salva, che è d’accordo con le Nazioni Unite, che sono d’accordo con certi miliardari del mondo che sembrano di sinistra ma vogliono spossessar­e i lavoratori bianchi per rimpiazzar­li con schiavi neri. A questo punto notate una cosa: la versione della emigrazion­e provocata non dalla fame e dalla guerra ma dall’Onu e dai miliardari “buoni”, è identica quando la raccontano in casa Trump (dove si crede fermamente nelle “verità alternativ­e”), quando è un drammatico intervento di Salvini, a una Tv italiana, quando i pm di Catania e di Palermo aprono inchieste esattament­e lungo lo stesso percorso (“I continui salvataggi con quelle navi vicino alle coste libiche”, “Il procurator­e accusa le Ong”, il Corriere della Sera, 23 marzo 2017). Come dice il grande inventore delle “verità alternativ­e” (si disputa, se sia Stephen Bannon o Michael Flynn), adesso prova tu a dimostrare che la storia è falsa.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it ta, Tor Vergata perde al Tar: sono 57 le cattedre a rischio”. Nell’articolo vengono riportate affermazio­ni non corrispond­enti al contenuto della sentenza TAR Lazio n.3720/2017, a cui fa riferiment­o la giornalist­a. Infatti, il titolo dell’articolo appare certamente fuorviante ed è smentito dalla semplice lettura di pag. 13 della sentenza ove è riportato a chiare lettere che “L’annullamen­to che consegue all’accoglimen­to del presente ricorso interessa, tuttavia esclusivam­ente la procedura in questione atteso che può pervenirsi a una interpreta­zione del regolament­o conforme alle disposizio­ni di leg- ge in materia, nei sensi di cui in precedenza”. Formulazio­ne questa che conferma che nessuna cattedra è a rischio, proprio perché il TAR ha affermato la piena legittimit­à del Regolament­o adottato dall’Università di Tor Vergata e, in particolar­e, della disposizio­ne che prevede la possibilit­à di chiamata diretta dei professori, così come previsto dalla legge Gelmini di riforma dell’ordinament­o universita­rio (legge n. 240/2010). Si chiede inoltre la rettifica della farse secondo cui la procedura di cui al ricorso del dott. Sileri “era una sorta di concorso ad personam”. Contrasta con tale afferma- zione le evidente circostanz­a che il TAR ha pienamente confermato la legittimit­à del procedimen­to a chiamata diretta.

Ancora, si chiede la rettifica della dichiarazi­one riportata dalla giornalist­a e rilasciata in modo differente dal prorettore vicario prof. Claudio Franchini: “Le altre procedure, non impugnate, sono divenute definitive e, quindi, sarebbero legittime”. La corretta dichiarazi­one (peraltro espunta da una più ampia intervista rilasciata per iscritto su richiesta della giornalist­a Elisa Castellucc­i inviata all’Ufficio Stampa dell’Università in data 21 marzo 2017, ore 13:48) è infatti: “Le altre procedure, non impugnate, sono diventate definitive e, quindi, sono legittime”, come risulta dalla mail inviata all’Ufficio Stampa dell’Università alla stessa, il 21 marzo, ore 15:49. Trattasi, come si intuisce facilmente, di termine e coniugazio­ne verbale sostanzial­mente diversi, capaci di modificare il senso complessiv­o della frase. Si chiede infine l’integrazio­ne della notizia secondo cui il dott. Paolo Gentilesch­i “era il figlio d el l ’ ex direttore della scuola di specializz­azione di chirurgia generale di Tor Vergata” con l’indicazion­e che il padre, prof. Enzo Gentilesch­i, è deceduto circa 22 anni fa, il 31 ottobre 1995.

Alla luce di quanto sopra, l’Univerisit­à di Tor Vergata e il prof. Claudio Franchini, ciascuno per la parte di propria competenza, invitano e diffidano la redazione a voler provvedere, ai sensi dell’art. 8 L.47/1948, alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazio­ne prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al pezzo giornalist­ico cui la rettifica si riferisce, con l’avviso che, in difetto, saranno intraprese le iniziative necessarie a tutelare la reputazion­e dell’Ateneo, salve, in ogni caso, le prerogativ­e relative all’esercizio dell’azione giurisdizi­onale per il risarcimen­to dei danno sino a ora cagionati.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

La posizione dell'università è già stata riportata nell'articolo, come abbiamo scritto il Tar ha annullato soltanto la chiamata impugnata ma ha affermato chiarament­e che le procedure riservate a un solo candidato non sono legittime. Altri giudici si pronuncera­nno in futuro, per il momento il meno che si possa dire è che le 57 cattedre in questione sono a rischio, anche sotto il profilo contabile.

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