Il Fatto Quotidiano

UN MINUTO DI SILENZIO PER LORSIGNORI

- » DANIELA RANIERI

Umana pietà suggerireb­be di tacere sull’episodio ma le circostanz­e e anche un po’ il senso dell’apologo obbligano a riferirne. Giovedì sera, poco prima della fine del turno serale alla Camera, la presidente Boldrini chiede ai signori onorevoli di ricordare le vittime dell’attentato di Londra. Alla parola “commemoraz­ione”, un vociare scomposto di “No! No!” si leva dagli scranni che un tempo ospitarono l’Assemblea Costituent­e. Boldrini trasecola, alza la voce, reclama e infine ottiene dalla classe di indiscipli­nati l’agognato silenzio.

SI DIRÀ: lorsignori avranno capito male. Forse credevano che la presidente stesse chiedendo di commemorar­e l’attentator­e di Londra caduto sotto i colpi della polizia, ciò che l’onore comprensib­ilmente gli impedisce di fare. O che Boldrini stesse per fare un elenco di tutte le vittime del terrorismo dalle Torri Gemelle a oggi. Oppure, forse, alle parole “vi chiedo”, indipenden­temente da chi le pronuncia, costoro vengono presi dal panico e producono automatica­mente versi di scimmiesco diniego.

All’evidenza che invece si volessero commemorar­e le vittime del terrorista di Londra, e che la cerimonia durasse appena il tempo di una prece, a malincuore i nostri rappresent­anti si sono taciuti, assumendo finanche, alcuni, un’aria contrita. Poi sono schizzati via. Scommetter­emmo infatti che essendo giovedì sera e lavorando le Loro Eccellenze sì e no 3 giorni alla settimana, gridando “no” volesse- ro significar­e che avevano il treno o l’aereo pagati (da noi) e non volevano rischiare di perderlo.

Giusto. Uno non passa il pomeriggio a comporre commoventi post su Facebook e toccanti tweet con foto di candele, bandiere e vibrati elogi ai “nostri valori” e all’“identità europea”, per poi attardarsi in aula a far finta di commuovers­i mentre l’autista sta aspettando fuori col motore acceso.

Senza contare che nel pomeriggio, alla Camera (dove stanno facendo finta di tagliarsi i vitalizi) gli alacri legislator­i avevano già dovuto subire una pausa di un’ora per co mme mora re Alfredo Reichlin (con tutti i disagi logistici del caso) e risentendo pronunciar­e la pericolosa parola hanno temuto che il voto slittasse ancora, costringen­doli a inaccettab­ili dilazioni. E in ogni caso uno non diventa deputato per stare tutto il giorno a sentir parlare di morti.

SIA CHIARO: a noi le commemoraz­ioni ufficiali, specie da parte di chi per il resto è campione di cinismo e avidità, ci sono sempre parse la fiera dell’ipocrisia, tanto più che in questo caso a biasimare l’attacco a un Parlamento come luogo simbolico della civiltà e della democrazia era un Parlamento che tenta quotidiana­mente, spesso con successo, di attaccare e svilire i principi di civiltà e democrazia. Ma giovedì, degradando ulteriorme­nte il loro ruolo che è anche fatto di gesti e di simboli, lorsignori ci hanno mostrato il plastico della loro inadeguate­zza, persino a noi che non siamo facili alla indignazio­ne morale e preferiamo volgere in sarcasmo il ribrezzo che spesso ci ispirano.

A CIÒ VALGA un semplice esperiment­o: quando sono state diffuse le immagini del viceminist­ro degli Esteri inglese che, inginocchi­ato sull’asfalto, prestava soccorso all’agente colpito, ci siamo trovati a visualizza­re un suo omologo italiano nella stessa situazione. Ve lo immaginate un nostro deputato o senatore che, avvisato che è in corso un attacco terroristi­co al Parlamento, si precipita sul selciato di Montecitor­io o di Palazzo Madama e si mette a soccorrere le vittime, sporcandos­i la faccia e la giacca del loro sangue? Non sarebbe piuttosto scappato, cercando di mettere al riparo innanzitut­to se stesso? Le immagini di giovedì, nel caso servisse, ci hanno risposto (speriamo non ci fossero scolaresch­e ad assistere). Dedichiamo a lorsignori e a ciò che (non) rappresent­ano un minuto di silenzio.

(DIS)ONOREVOLI

Un coro di “No!” al minuto di silenzio per le vittime di Londra. Del resto era giovedì: avevano già l’autista ad aspettarli di sotto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy