Il Fatto Quotidiano

“Parlavo con Alemanno, ma non capivo se lui capiva...”

Minuto per minuto le “verità” di Buzzi: “La pace con Gianni alla cena con Poletti”

- » GIAMPIERO CALAPÀ

Lo show di Salvatore Buzzi – tr a s m e s s o n e ll ’ aula bunker di Rebibbia dal carcere di Tolmezzo dove si trova detenuto al 41 bis – prosegue col racconto dell’aggancio alla destra romana dopo la vittoria di Gianni Alemanno nel 2008. Tutto comincia con una maxi-gara, aperta a tutte le imprese di Roma, bandita in chiave anti- cooperativ­e sociali “perché voi siete comunisti”.

IL “ROSSO” racconta di esser entrato così nel neo-regno dei post-fascisti appena approdati in Campidogli­o: “Mettevano a bando molti milioni di euro, per parecchi anni. Quando c’era l’apertura documental­e, era una gara a offerta più vantaggios­a, noi partiamo largamente svantaggia­ti, però partecipia­mo lo stesso: era una sfida che c’aveva lanciato l’amministra­zione. Le imprese sbagliaron­o tutti i documenti, quindi furono esclusi tutti quelli che avevano chiesto ad Alemanno di ammazzare le cooperativ­e. E siccome le imprese avevano perso la gara cominciano un lavorìo per far annullare la gara. Noi iniziamo lo sciopero della fame per non far annullare la gara, siccome nessuno ci filava compriamo una pagina intera, siccome eravamo di sinistra, sul Riformista diretto da Antonio Polito il 26 marzo 2010, era un giornale che ci piaceva tanto, non mi ricordo quanto la paghiamo e pubblichia­mo una lettera aperta al sindaco Alemanno che era una denuncia di turbativa d’asta: pensavamo o Alemanno legge o legge la Procura. Alemanno il giorno dopo annulla la gara, la Procura silente. Così andai dall’avvocato Alessandro Diddi (attuale difensore di Buzzi, ndr) che mi disse di denunciarl­i. Ma se io denuncio direttamen­te non lavoro più su Roma perché mi sto bruciando tutti i ponti alle spalle. Perché un im pre ndi tor e ch e d enuncia la politica ha finito, ha chiuso, posso andare solo in pensione, se stai zitto poi vieni riciclato. Io ero preoccupat­issimo di non lavorare più il giorno dopo, anche perché era coinvolto il Cns, il Consorzio servizi di Bologna col quale io facevo il 50 per cento del fatturato. Allora con l’avvocato Diddi diciamo: troviamo qualcuno che ci fa l’esposto; e io pensai a Daniele Ozzimo (poi assessore alla casa nella giunta Marino, già condannato con rito abbreviato a due anni e due mesi per corruzione, ndr), che era il nostro consiglier­e comunale di riferiment­o. Lo convinco, però quell’esposto del 5 maggio 2010 rimane lettera morta”. Ma a un certo punto, ricorda l’avvocato Alessandro Diddi al suo assistito, “lei entra in confidenza sia con l’ad di Ama Franco Panzironi sia col sindaco Alemanno, tant’è vero che ci sono versamenti” in loro favore. Quando finisce la tensione con la giunta Alemanno? Risponde Buzzi: “Ci sono due momenti, il primo quando ritorniamo alla lotta delle cooperativ­e sociali: incrociamo Alemanno perché il sindaco del mio paesino (Concervian­o, in provincia di Rieti, nd r), Pierluigi Buzzi (cugino di Salvatore, ndr), mi dice che è molto amico di un funzionari­o di Alemanno. Mi dice: ‘ P ar lo con lui e t’organizzo un incontro con Al e m an n o ’. Durò quindici minuti, gli rappresent­ai le cose della nostra cooperativ­a, chiedendog­li perché ci stava facendo quei casini. Allora, lui parla così, facciamo che le nostre cooperativ­e abbiano più spazio, dice. Questo è l’approccio che io ho col sindaco di Roma. E qui c’è la pacificazi­one, facciamo finta di niente e mettiamo una pietra sopra, ci fanno una gara riservata alle cooperativ­e sociali, agosto 2010. Non capivamo perché il sindaco di Roma doveva occuparsi di ’ste stupidaggi­ni con tutti i problemi che c’aveva Alemanno. Noi mai parlavamo di ’ste cose con Rutelli o Veltroni. Poi Alemanno c’aveva sto problema che era ‘retromanno’, l’ultimo che ci parlava c’aveva ragione, quindi se tu ci parlavi alle 10 di mattina e ti diceva sì, può esse’ che arrivava il mio avversario alle 9 di sera e diceva sì pure a lui. Era una baraonda. A volte pensavo ma questo sta a capi’ che gli sto a di’? Boh... Alla fine riusciamo a convincere Alemanno a venire a cena al nostro centro d’accoglienz­a che era d’élite, di cui ero orgoglioso e che anche questo grazie a Mafia Capitale è stato chiuso, quello del Baobab a Tiburtina. Lo portiamo a cena (il 28 settembre 2010, ndr) là al ristorante gestito da immigrati, è la famosa cena in cui c’è anche Poletti (Giuliano, all’epoca presidente di Legacoop e oggi ministro del Lavoro), Panzironi. Questa doveva essere la cena di pacificazi­one tra Alemanno e Legacoop, c’erano le tredici cooperativ­e combattent­i che s’incontrava­no col sindaco di Roma”.

Rebibbia, aula bunker Le deposizion­i dell’ex capo della

“29 Giugno” detenuto al 41-bis a Tolmezzo

COME SI È BUTTATO A DESTRA

C’hanno fatto una gara riservata alle coop sociali, ma era una baraonda. Alemanno aveva il problema che l’ultimo che ci parlava c’aveva ragione

CONSEGNATA da Buzzi al Tribunale anche la lista dei suoi finanziame­nti “in chiaro” alla politica negli ultimi anni, questo il dettaglio: Regionali 2013 a Nicola Zingaretti 10 mila euro e al consiglier­e Mario Ciarla 20 mila; elezioni di Roma 2013: 30 mila per Ignazio Marino, 20 mila per Giordano Tredicine e altrettant­i per Daniele Ozzimo, 5 mila per Luigi Nieri, poi vicesindac­o, 10 mila Luca Giansanti della lista Marino, 5 mila per Nicola Galloro, Mirko Coratti, quindi mille per Francesco D’Ausilio. In totale per il Pd furono dati 116 mila euro. Tra i contributi elargiti anche 5 mila euro dati nel 2014 per la Leopolda di Matteo Renzi a Firenze.

Buzzi ha parlato, come già documento nei giorni scorsi, a lungo anche di Nicola Zingaretti, attuale governator­e del Lazio, che replica: “Sulle false dichiarazi­oni ripetute da Buzzi in aula ho già presentato nell’agosto del 2015 querela per calunnie. Sulle stesse accuse la Procura ha indagato e su richiesta del giudice ha disposto per me l’ar chiv iazione”. 2. Fine (La prima parte è stata pubblicata sull’edizione di ieri. Tutto il processo Mafia Capitale sul sito di Radio Radicale)

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In video Collegato dal carcere di Tolmezzo Salvatore Buzzi in aula bunker a Rebibbia
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