Vasto, uccise chi investì sua moglie Fabio Di Lello condannato a 30 anni
L’accusa
aveva chiesto la condanna all’ergastolo, i giudici, invece, hanno scelto per una pena a trent'anni di carcere. Si è chiuso ieri il processo in primo grado di Fabio De Lello, il 34enne di Vasto che lo scorso primo febbraio uccise Italo D’Elisa con tre colpi di pistola fuori da un bar. Alla base del gesto la voglia di vendicare la morte della moglie Roberta Smargiassi, investita e uccisa dallo stesso D’Elisa.
IL PROCESSO SI È SVOLTOcon rito abbreviato. Da qui la condanna a 30 anni, ottenuta grazie allo sconto di pena dovuta alla scelta di Di Lello di essere giudicato in abbreviato. Nella scelta del verdetto la Corte ha inoltre riconosciuto la premeditazione del gesto. I giudici, inoltre, hanno anche stabilito una provvisionale di 40 mila euro a favore dei genitori e del fratello della vittima.
“Il processo lo iniziamo ora. Leggeremo le motivazioni della sentenza che sarà depositata fra 90 giorni e faremo appello con la stessa strategia.
Non commentiamo mai le sentenze, ma le impugniamo”. Così gli avvocati difensori di Fabio Di Lello, Pierpaolo Andreoni e Giovanni Cerella. “Alla lettura del dispositivo Fabio ci ha abbracciati e si è sfogato con un pianto liberatorio. Forse ha capito la portata del suo gesto e in pochi secondi ha rivissuto sette mesi di dolore, iniziati con la morte della moglie Roberta Smargiassi. È un ragazzo di 34 anni incensurato che per la prima volta ha visto un’aula di tribunale e nel modo più pesante”. Nel dispositivo di sentenza, oltre alla condanna a 30 anni di reclusione, Di Lello è stato condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a tre anni di libertà vigilata al momento della fine della pena detentiva. Infine, al pagamento delle spese processuali alle parti civili.
La Corte d’Assise ha posto sotto sequestro la pistola calibro 9 con la quale il primo febbraio scorso ha ucciso Italo D’Elisa.
“LA SENTENZA DI OGGI conferma il capo di imputazione, riconosce l’omicidio, la premeditazione e le circostanze aggravanti che erano state contestate a Di Lello”. A dirlo l’avvocato Pompeo del Re, legale della famiglia D’Elisa, che poi ha aggiunto: “Qualunque sentenza fosse arrivata comunque non avrebbe mai potuto ridare Italo alla sua famiglia. Si tratta di una vicenda tragica - ha aggiunto - che ha interessato tre famiglie”.