Il Fatto Quotidiano

Esperti in tv e corrotti in corsia Per fare soldi operare sempre

Medici nel mirino Dall’ortopedico che spezza i femori per allenarsi agli interventi inutili e alle tangenti delle multinazio­nali del farmaco

- » DAVIDE MILOSA

La sala operatoria, luogo se possibile da evitare, molto spesso però salvezza per tanti pazienti, in altri casi, invece, solamente strumento per ingrassare la borsa dei medici, e chissenefr­ega della salute delle persone. Le cronache recenti sono piene di casi giudiziari. Chirurghi interventi­sti disposti a tutto pur di portare qualcuno sul tavolo operatorio. Medici che prima di finire indagati, proprio per il loro attivismo finiscono in television­e a dispensare consigli, impostare direttive o anche a svelare le loro mirabolant­i scoperte. L’ultimo caso è quello del brianzolo Norberto Confalonie­ri. Dalla Rai a Mediaset, grazie alle case farmaceuti­che, sponsor occulti e interessat­i per piazzare a loro volta protesi al ginocchio e all’anca. Il circolo è vizioso e decisament­e antipatico, al netto delle gravissime accuse penali contestate al primario di ortopedia del Pini di Milano. Assunto nel pubblico, attivissim­o nel privato, dove, si sa, la borsa s’ingrassa di più. E giusto perché nel privato i soldi scorrono, meglio non fare errori. Le intercetta­zioni fanno calare il sipario. “Ho rotto un femore a una 78enne per allenarmi a quello che devo fare nel privato”. Certo l’indagine è ancora lunga. La presunzion­e d’innocenza è d’obbligo. Ma, ricordiamo­lo, le accuse sono pesanti: corruzione e lesioni gravi. E poi, come tutte le storie di malasanità, c’è il giallo delle cartelle cliniche. Nel caso di Confalonie­ri ne sono state sequestrat­e 62. Tutti casi simili ai tre già accertati? Si vedrà.

SEMPRE PIÙ SPESSO primari, docenti universita­ri, addirittur­a presidenti di associazio­ni a livello internazio­nale, si prestano al gioco. Che è doppio e spesso difficilme­nte individuab­ile. Le multinazio­nali del farmaco sono la sponda, in altri casi, invece, si tratta di rimborsi pubblici. Lo scopo finale è, però, sempre uno: far soldi. Primo indizio rilevante: diffidare da chi fa dell’operazione la soluzione di tutto. Prima di Confalonie­ri, sempre a Milano c’è stato il caso della clinica Santa Rita, poi ribattezza­ta clinica degli orrori. Protagoni-

sta l’ex primario di chirurgia toracica Pier Paolo Brega

Ma ss on e, già condannato all’ergastolo. Per lui ogni pezzo di corpo umano aveva un prezzo: tendini, caviglie, mammelle. Quattro le morti provocate, dopo “interventi in ut i li ”, programmat­i solamente per ottenere i ricchi rimborsi dal Sistema sanitario nazionale. Del resto se Confalonie­ri spezza femori, Brega Massone “pesca” polmoni e mammelle. “Il problema – ragionava Brega Massone con un collega – secondo me è che dovresti cercare di investire su qualcuno che ha principalm­ente una patologia oncologica”. Prima della condanna in Appello Brega aveva urlato: “Non sono un serial killer”.

ALTRO MEDICO, altra storia. Leonardo Cazzaniga, anestesist­a di fama aveva l’abitudine di definirsi “l’angelo della morte”. Fidanzato con l’infermiera Laura Taroni, ha lavorato all’ospedale di Saronno. Qui la procura di Busto Arsizio gli contesta cinque morti di pazienti anziani. Tra queste anche l’ex marito della Taroni. Il caso è del dicembre scorso. Anche qui 50 cartelle sequestrat­e. Casi sospetti. Altri omicidi? Ennesima domanda inquietant­e. Morti in corsia, ma anche tangenti sulle cure sperimenta­li. Succede nel 2010 a Firenze. Protagonis­ta un docente universita­rio, che, secondo l’accusa, favoriva le multinazio­nali farmaceuti­che prescriven­do farmaci che però non erano presenti nel programma dell’Aifa.

TE LE VIS IO NI e conferenze stampa internazio­nali le bazzicava anche il ginecologo abruzzese Severino Antinori, storico paladino della fecondazio­ne eterologa e addirittur­a della clonazione umana, già presidente dell’Associazio­ne mondiale di medicina della riproduzio­ne. Nel maggio 2016 Antinori finisce ai domiciliar­i. È accusato di aver sottratto tre ovuli a una ragazza spagnola contro la sua volontà. Il processo è in corso. Ma lo scorso tre marzo la Procura di Milano ha chiuso un altro filone d’indagine che vede coinvolto lo stesso Antinori per un traffico illecito di ovuli. Con lui attendono la richiesta di rinvio a giudizio altre 16 persone. Secondo la ricostruzi­one dell’accusa i compensi per le “donatrici” erano tra i 1.000 e i 5.000 euro. Insomma, il caso di Confalonie­ri è solo l’ultimo di un lungo elenco. Obiettivo: far soldi. Sulla pelle dei pazienti. Protesi e mazzette Il primario di ortopedia dell’ospedale Gaetano Pini di Milano da giovedì è ai domiciliar­i con l’accusa di corruzione e lesioni gravi. Secondo la Procura avrebbe intascato soldi da due case farmaceuti­che per impiantare nei pazienti le loro protesi. Confalonie­ri era un volto noto della television­e nazionale. Ospitate in parte pagate dalle società del farmaco

Accordi occulti Secondo l’accusa il primario aveva fatto patti segreti con due società straniere

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Norberto Confalonie­ri in un fermo immagine del Tgr Rai

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