Esperti in tv e corrotti in corsia Per fare soldi operare sempre
Medici nel mirino Dall’ortopedico che spezza i femori per allenarsi agli interventi inutili e alle tangenti delle multinazionali del farmaco
La sala operatoria, luogo se possibile da evitare, molto spesso però salvezza per tanti pazienti, in altri casi, invece, solamente strumento per ingrassare la borsa dei medici, e chissenefrega della salute delle persone. Le cronache recenti sono piene di casi giudiziari. Chirurghi interventisti disposti a tutto pur di portare qualcuno sul tavolo operatorio. Medici che prima di finire indagati, proprio per il loro attivismo finiscono in televisione a dispensare consigli, impostare direttive o anche a svelare le loro mirabolanti scoperte. L’ultimo caso è quello del brianzolo Norberto Confalonieri. Dalla Rai a Mediaset, grazie alle case farmaceutiche, sponsor occulti e interessati per piazzare a loro volta protesi al ginocchio e all’anca. Il circolo è vizioso e decisamente antipatico, al netto delle gravissime accuse penali contestate al primario di ortopedia del Pini di Milano. Assunto nel pubblico, attivissimo nel privato, dove, si sa, la borsa s’ingrassa di più. E giusto perché nel privato i soldi scorrono, meglio non fare errori. Le intercettazioni fanno calare il sipario. “Ho rotto un femore a una 78enne per allenarmi a quello che devo fare nel privato”. Certo l’indagine è ancora lunga. La presunzione d’innocenza è d’obbligo. Ma, ricordiamolo, le accuse sono pesanti: corruzione e lesioni gravi. E poi, come tutte le storie di malasanità, c’è il giallo delle cartelle cliniche. Nel caso di Confalonieri ne sono state sequestrate 62. Tutti casi simili ai tre già accertati? Si vedrà.
SEMPRE PIÙ SPESSO primari, docenti universitari, addirittura presidenti di associazioni a livello internazionale, si prestano al gioco. Che è doppio e spesso difficilmente individuabile. Le multinazionali del farmaco sono la sponda, in altri casi, invece, si tratta di rimborsi pubblici. Lo scopo finale è, però, sempre uno: far soldi. Primo indizio rilevante: diffidare da chi fa dell’operazione la soluzione di tutto. Prima di Confalonieri, sempre a Milano c’è stato il caso della clinica Santa Rita, poi ribattezzata clinica degli orrori. Protagoni-
sta l’ex primario di chirurgia toracica Pier Paolo Brega
Ma ss on e, già condannato all’ergastolo. Per lui ogni pezzo di corpo umano aveva un prezzo: tendini, caviglie, mammelle. Quattro le morti provocate, dopo “interventi in ut i li ”, programmati solamente per ottenere i ricchi rimborsi dal Sistema sanitario nazionale. Del resto se Confalonieri spezza femori, Brega Massone “pesca” polmoni e mammelle. “Il problema – ragionava Brega Massone con un collega – secondo me è che dovresti cercare di investire su qualcuno che ha principalmente una patologia oncologica”. Prima della condanna in Appello Brega aveva urlato: “Non sono un serial killer”.
ALTRO MEDICO, altra storia. Leonardo Cazzaniga, anestesista di fama aveva l’abitudine di definirsi “l’angelo della morte”. Fidanzato con l’infermiera Laura Taroni, ha lavorato all’ospedale di Saronno. Qui la procura di Busto Arsizio gli contesta cinque morti di pazienti anziani. Tra queste anche l’ex marito della Taroni. Il caso è del dicembre scorso. Anche qui 50 cartelle sequestrate. Casi sospetti. Altri omicidi? Ennesima domanda inquietante. Morti in corsia, ma anche tangenti sulle cure sperimentali. Succede nel 2010 a Firenze. Protagonista un docente universitario, che, secondo l’accusa, favoriva le multinazionali farmaceutiche prescrivendo farmaci che però non erano presenti nel programma dell’Aifa.
TE LE VIS IO NI e conferenze stampa internazionali le bazzicava anche il ginecologo abruzzese Severino Antinori, storico paladino della fecondazione eterologa e addirittura della clonazione umana, già presidente dell’Associazione mondiale di medicina della riproduzione. Nel maggio 2016 Antinori finisce ai domiciliari. È accusato di aver sottratto tre ovuli a una ragazza spagnola contro la sua volontà. Il processo è in corso. Ma lo scorso tre marzo la Procura di Milano ha chiuso un altro filone d’indagine che vede coinvolto lo stesso Antinori per un traffico illecito di ovuli. Con lui attendono la richiesta di rinvio a giudizio altre 16 persone. Secondo la ricostruzione dell’accusa i compensi per le “donatrici” erano tra i 1.000 e i 5.000 euro. Insomma, il caso di Confalonieri è solo l’ultimo di un lungo elenco. Obiettivo: far soldi. Sulla pelle dei pazienti. Protesi e mazzette Il primario di ortopedia dell’ospedale Gaetano Pini di Milano da giovedì è ai domiciliari con l’accusa di corruzione e lesioni gravi. Secondo la Procura avrebbe intascato soldi da due case farmaceutiche per impiantare nei pazienti le loro protesi. Confalonieri era un volto noto della televisione nazionale. Ospitate in parte pagate dalle società del farmaco
Accordi occulti Secondo l’accusa il primario aveva fatto patti segreti con due società straniere