Il Fatto Quotidiano

Minore disabile stuprato dai coetanei

La vittima ha 13 anni. Il branco è composto da 11 ragazzi, 8 sono in comunità

- » VINCENZO IURILLO

Gli

11 bulli minorenni di Giugliano (Napoli) si davano appuntamen­to anche tramite un gruppo Whatsapp per stuprare un ragazzino di 13 anni. L’orrore è andato avanti per quattro anni durante i quali la vittima, che soffre di una lieve disabilità nell’apprendime­nto e nel linguaggio, non ha confidato a nessuno le violenze subìte.

IL TRIBUNALE dei minori ha disposto per otto degli undici ragazzini accusati di violenza sessuale la misura del collocamen­to in una comunità. Tre hanno meno di 14 anni e quindi non sono imputabili. Aggression­i e stupri sono avvenuti negli spogliatoi del campetto di calcio della Parrocchia di San Marco, in via Camposcino, nei vicoli di via Cumana (Vico Cargetti), nell’ap- partamento di uno degli aggressori. A guidare il gruppo di aguzzini, che si radunavano coi messaggini della chat, era un ragazzo che a breve compirà 18 anni. Il 13enne veniva minacciato, percosso, costretto con la forza a inginocchi­arsi e a consumare rapporti orali ai vari componenti del branco. Poi veniva stuprato in gruppo. Secondo la ricostruzi­one della testata locale Teleclub Italia, in una di queste occasioni sarebbe stata scattata una foto. Ma il jpg non è stato ritrovato. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stata la mamma del ragazzino, insospetti­ta dal vederlo circondato in strada da un branco di bulli.

È STATA LEI, allertata da alcuni conoscenti, a vincere il silenzio del figlio, a raccoglier­ne il dolore. Si è improvvisa­ta investigat­rice e ha provato a raccoglier­e notizie e chiedere spiegazion­i in giro. Ha iniziato a seguire il figlio di nascosto, a fare sopralluog­hi, fino a quando si è trovata dinanzi ad una scena che non avrebbe mai voluto vedere. Ha affrontato i bulli e i loro genitori. Si è sentita rispondere “vostro figlio è gay, per questo fa queste cose”. Allora a gennaio ha deciso di sporgere denuncia. Le indagini condotte dai carabi- nieri della stazione di Giugliano diretti dal capitano Antonio De Lise hanno ricostruit­o episodi e dettagli. Fino ai provvedime­nti di ieri mattina. I genitori degli 11 aggressori, convocati in caserma per la notifica dei provvedime­nti, hanno reagito sferrando calci e pugni sul cancello. Incredula la comunità locale: nessuno si sarebbe accorto di niente. “Non ci sono parole, siamo sgomenti”, commenta il sindaco Antonio Poziello. “Sono pronto ad accogliere anche i violenti”, dice don Leonardo Bruno, parroco della chiesa di Camposcino. “Chiediamoc­i che cosa non abbia funzionato”, prosegue il sacerdote. Che avverte: “Se la notizia non rispondess­e al vero, per questo quartiere sarebbe una grave calunnia”. Tammaro Iavarone, volontario che segue da molti anni i giovani del quartiere Camposcino, è addolorato.

I luoghi

Abusi consumati in strada, in casa oppure nei bagni di un campo di calcio vicino alla parrocchia

“È UNA t e go l a che ci è caduta addosso. Se fosse vero, e stento ancora a crederci, hanno distrutto vent'anni di lavoro. Ho tolto soldi anche alla mia famiglia per seguire questi ragazzi. È come se avessero tradito la mia fiducia”. Il governator­e della Campania Vincenzo De Luca ha promesso una legge “per tutelare i ragazzi e le ragazze da violenze e bullismo”.

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