Saro Balsamo, l’uomo che fece del porno un affare di libertà
OIL FATTO AL BOOK PRIDE
Oggi alle 12 (Base Arena, sala A) Colombo e Padellaro presentano “Trump Power”; alle 18 (Mudec Auditorium) Di Nicola e Lillo “Orgoglio e vitalizio”. Domani, alle 17 (Base Arena, sala A), Barbacetto, Gomez e Travaglio “25 anni di Mani Pulite”. Tutti e tre i libri sono editi da Paper First ggi basta un click su Google per accedere gratuitamente a qualsiasi cosa. Dalle foto ad alto tasso erotico di Helmut Newton ai video amatoriali, dagli scatti proditoriamente rubati alle star di Hollywood ai dvd delle star della pornografia mondiale, da Rocco Siffredi a Sasha Grey e Lisa Ann. Ma prima che il porno intasasse la nostra fantasia e l’idea stessa di seduzione – pensate al recente Lo chiamavano Jeeg robot d’acciaio oa Shame– c’è stato un uomo che ha spalancato le porte della censura, sfidando la censura e i benpensanti.
IL SUO NOME è Saro Balsamo. La sua incredibile storia è raccontata dal giornalista Gianni Passavini nel libro Porno di carta (Iacobelli editore), che verrà presentato oggi, alle 12, durante la terza edizione di Book Pride, la fiera degli editori indipendenti organizzata dall’Osservatorio degli Editori Indipendenti, in collaborazione con il Comune di Milano, negli spazi dell’Ex Ansaldo BASE e Mudec. Un programma da centinaia di incontri che ruotano attorno al tema dello straniero, non solo in senso letterale. Del resto Saro Balsamo giunse come un alieno nel sistema editoriale italiano portando l’eros alla ribalta nel paese dei benpensanti e del Vaticano, costruendo un impero miliardario. Ma si fece molti nemici.
Nato a Catania nel 1930, è stato l’editore di M en, P l aymeneLe Ore e ancor prima si presentava come il “marchese di San Felice di Ischitella”, dichiara Passavini al Fatto. Fu persino il press agentdella ballerina Aiché Nanà che con quello spogliarello al Rugantino ispirò Fellini per La dolce vita. Il porno è sbarcato in Italia nel lontano 1975 e quell’avvento è indissolubilmente legato alla figura di Bal- samo che, agli inizi della carriera, vestiva camicie leopardate aperte sul petto e catenina d’oro con crocifisso. Anni dopo, all’apice del successo arrivava in redazione in Mercedes, seguito da un’auto di scorta. Smise gli abiti sgargianti, indossava scarpe inglesi e un Piaget al polso. Ne possedeva più di cento.
Ma non rinunciava alla sua mantella di cammello e quando andava a fare shopping “faceva chiudere i negozi e spen- deva sino a 200 milioni”. A Portofino acquistò la villa appartenuta a Rex Harrison e a Roma si fece ridisegnare l’appartamento direttamente da Gae Aulenti. Eppure morì senza un soldo. “Con una media di 25 milioni di copie all’anno, a fine Ottanta il porno di carta fatturava in Italia 180 miliardi di lire. Non era roba da pervertiti, era un’industria solida che incassava cifre record e Balsamo era un editore vero, un personaggio straordinario”.
LE STRADE di Balsamo e Passavini si incrociarono nell’82. “Ero un giovane giornalista e anziché volare in Libano a raccontare la guerra, scelsi la comodità di un contratto in via Fatebenefratelli, a Milano nella redazione di Le Ore. Vi trascorsi dieci anni”. Balsamo aveva nel dna il successo e l’esordio fu con il botto nel novembre del 1966. Nel primo numero di Men– il primo magazine per adulti in Italia – c’era la modella Rosemarie De- xter e le sue lunghe cosce. A tutta pagina. “Solo pelle nuda e nient’altro”. Poi sarebbero venuti i capezzoli e i nudi sempre più espliciti e la pornografia. Ma già nel 1966 Balsamo – e la sua consorte Adelina Tattilo – ebbero una intuizione. Il nudo come battaglia per la libertà. Un messaggio chiaro nel primo editoriale: “Qualcuno vorrà accusarci di pornografia, saranno gli ipocriti di sempre. Ma in qualche modo ce la faremo. L’Italia è ormai diventata adulta. Almeno lo speriamo”.
E la fortuna arrivò presto. Insieme ai guai giudiziari. I primi otto numeri di Men furono sequestrati e lui scappò all’estero lasciando tutto nelle
Il libro Il giornalista L’autore del volume ha lavorato con lui: “Venticinque milioni di copie l’anno. Non era roba da pervertiti, era un’industria solida che incassava cifre record”
mani della moglie, ultracattolica ma con il fiuto per gli affari. “Quelle immagini di nudo, viste oggi, fanno sorridere ma allora fecero grande scalpore”.
LEI LO ESTROMISE dall’impero, lui rientrò in Italia e fondò Le Ore. E quando nel 1975 la pornografia sbarcò in Italia Le Ore divenne il magazine porno più acquistato. Il suo impero cresceva a dismisura. “Ma le lancette dell’orologio correvano” e il tracollo arrivò inesorabile. Prima con le tv private di Silvio Berlusconi, gli spogliarelli in onda a tarda notte e poi i vhs in vendita in edicola. “Ma il colpo di grazia fu internet e il porno gratis online”. Le Ore chiuse nel 2000 con i magazzini pieni di migliaia e migliaia di copie invendute. Cinque anni dopo, nel suo appartamento in via della Spiga, a Milano, senza un soldo, moriva Saro Balsamo, l’uomo che fece del porno un affare di libertà.