Il Fatto Quotidiano

Ue, 4 cortei e un funerale

Papa Francesco dà l’estrema unzione: “L’Europa tradisce la sua storia per la finanza”

- » GIAMPIERO GRAMAGLIA

Solito diluvio di dichiarazi­oni d’intenti, ma il Vecchio continente – 60 anni dopo – ha tradito se stesso. Francesco striglia i Grandi: “Troppi egoismi”. Oggi nella Capitale i cortei tra proteste anti-Bruxelles e timori di incidenti

Nell’agenda dell’Unione, c’è sempre la ruota di scorta di un altro Vertice: i leader dei Paesi dell’Ue devono ancora incontrars­i, oggi, a Roma, e già si sono dati appuntamen­to il 29 aprile a Bruxelles, per discutere di Brexit, dopo che la Gran Bretagna avrà presentato, il 29 marzo, la richiesta formale di uscire dalla comune; e poi si rivedranno a fine giugno, per discutere d’immigrazio­ne e di riforma del diritto d’asilo.

E oggi a Roma che faranno? La città è ‘militarizz­ata’ dalla paura delle istituzion­i e dei cittadini e percorsa da manifestaz­ioni, cortei, sit- in, flash- mob, con la marcia per l’Europa colorata e festosa e sicurament­e pacifica e con le aggregazio­ni dei sovranisti di destra di StopUe e degli euroscetti­ci di sinistra per “un’altra Europa”.

Fra gli ‘anti’, si temono infiltrazi­oni di facinorosi violenti: chiamiamol­i black bloc, che non vuol dire niente, ma che capiscono tutti.

DOPO L’ULTIMO attacco terroristi­co a Londra, la Capitale ha i nervi a fior di pelle, nonostante le forze dell’ordine mettano in campo 5.000 uomini.

Fra le misure di sicurezza annunciate, ad esempio strade e stazioni della metropolit­ana chiuse, ve ne sono alcune, come l’interdizio­ne – già in atto – dello spazio aereo, destinate a prevenire azioni terroristi­che su larga scala, non certo le scaramucce e i tafferugli di strada. Cui, in altri tempi, badavano i servizi d’ordine delle manifestaz­ioni.

Papa Francesco, ricevendo in Vaticano i leader europei, ha loro suggerito che cosa non fare: non perdere la memoria, non piegare gli ideali all’economia. “La solidariet­à – ha detto Papa Bergoglio – è antidoto al populismo: basta con l’egoismo”.

Il presidente della Repubblica Mattarella, il premier Gentiloni, le istituzion­i europee hanno sciorinato certezze e imperativi: “Ritrovare lo slancio e ripartire da Roma”, come nel 1957 e, più di recente, nel 1990, perché proprio qui la Comunità, cioè la Cee, prese lo slan- cio per diventare nel 1991 a Maastricht l’Unione, l’Ue.

In parte, l’appello del Papa sarà ascoltato. Federica Mogherini, alto commissari­o per la politica estera e di difesa, articola così l’agenda romana: assumere i risultati conseguiti – la pace e la libertà di circolazio­ne, in primo luogo –; confermare la volontà di restare insieme; individuar­e le direzioni del cammino da fare: il lavoro, la difesa, la sicurezza, l’immigrazio­ne.

Certo, l’Unione che si presenta a Roma perde i pezzi – la Gran Bretagna sta per andarsene – e batte in testa: vive gli strascichi della crisi economica più grave e più lunga del secondo dopoguerra; non trova parata al flusso delle migrazioni; ha perso efficacia e non fa più presa sui cittadini.

MA È SENZA ALTERNATIV­A: i sovranisti, in linea con lo spirito del tempo, raccontano le loro ‘fake news’, per- ché smantellar­e l’Unione e ritornare agli Stati nazionali sarebbe una condanna all’irrilevanz­a per tutti gli europei e la consegna del Mondo al bipolarism­o economico e commercial­e Usa – Cina e politico e militare Usa – Russia. È agghiaccia­nte la coincidenz­a tra il Vertice del 60° e gli scodinzo- lamenti a Mosca della leader del FN, Marine Le Pen. Il fatto, ormai acquisito, che la dichiarazi­one di Roma avrà in calce le firme di tutti i leader presenti, anche della riluttante premier polacca Beate Szydlo, che minacciava d’astenersi, è apparentem­ente una buona notizia.

In realtà, significa che i passaggi più significat­ivi sono stati smussati a tal punto da renderli quasi impercetti­bili, dalla volontà di un’Unione “sempre più stretta” alla possibilit­à che alcuni dei 27 spingano l’in te gr azione più avanti di altri, con una formula già prevista dai Trattati e con un meccanismo che potrebbe adattarsi, in particolar­e, al settore della difesa.

Ma Roma è solo una tappa. Come i Vertici a venire. L’Europa trattiene il fiato per i voti in Francia e in Germania. Se ripartirà, lo farà in autunno. Fino ad allora, si contenta di sopravvive­re.

Solo una tappa

La Brexit, il voto in Francia e Germania: se l’Ue ripartirà, deve attendere l’autunno

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Ansa/Reuters È stato d’allerta Servizi di sicurezza al Campidogli­o, militari di pattuglia a Milano
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