Io, Maresciallo, e il mio Capitani
ADDIOIl regista della fiction “Rocca” ricordato da Gigi Proietti
Il regista Giorgio Capitani è scomparso ieri a 89 anni. Oltre alla fiction ‘Il Maresciallo Rocca’, che lo aveva reso noto al grande pubblico, nella sua carriera aveva diretto centinaia di film, da ‘Ercole, Sansone, Maciste e Ursus gli invincibili’ del 1964 a ‘Vai avanti tu che mi vien da ridere’ dell'82. E, per il piccolo schermo, ‘Papa Luciani’, ‘Il generale Dalla Chiesa’, ‘Enrico Mattei. Ecco il ricordo di Gigi Proietti. Andammo a girare anche a Miami, per la miniserie Un figlio a metà. Ci prese l’uragano, uno dei tanti che passano da quelle parti. Si chiamava Andrew in quel caso. Ma era un uragano vero, mica una robetta da poco – un vento che in confronto la Bora è un venticello.
Fummo
costretti a passare la notte chiusi nelle nostre stanze d’albergo e, visto che l’uragano mette anche una certa sonnolenza, non facevamo altro che andare l’uno nella stanza dell’altro. Finché la mattina dopo andammo a fare un giro nei posti in cui avremmo dovuto girare: non c’era più niente. Neanche il viale alberato. Gli alberi erano spariti, portati via da un vortice che aveva sollevato anche i massi e se li trascinava in giro.
Nonostante tutto – mica è da tutti i giorni che ti cambino le location da un momento all'altro – finite le riprese Giorgio fece un discorso bellissimo, in inglese (lo parlava benissimo), in cui si complimentò con la troupe mista, i- taliani e americani. Ringraziò tutti per il coraggio e per la tenacia, perché in molti avevano lavorato pur avendo perso la casa per l'uragano.
Giorgio ed io abbiamo fatto varie cose insieme. Quella che si ricorda di più è Il Maresciallo Rocca, la fiction che è durata nove anni tra una serie e l'altra. Ma so- prattutto Giorgio ed io eravamo amici, lo conoscevo bene, anche personalmente. Era una persona gentile, e non soltanto sul set. Era molto determinato, sia dietro la telecamera che nella vita di tutti i giorni. Quando ho saputo che non c'era più, ho provato una sensazione straniante: perché aveva un'energia, una voglia di vivere. Giocava ancora a golf. Perderlo è un brutto colpo per molti, perché nella sua carriera ha lavorato con tante persone. Tornando all'uragano, il suo discorso fu molto commovente, forse proprio perché veniva da un uomo apparentemente dalla scorsa dura, che però era un gentiluomo d'altri tempi.