Il Fatto Quotidiano

Pure la Confidustr­ia molla Renzi: Boccia sta con Padoan e vuole l’aumento dell’Iva

Il presidente degli industrial­i chiede sgravi totali sulle assunzioni

- » MARCO PALOMBI

Anche

le storie più belle finiscono. Quella tra Confindust­ria e Matteo Renzi s’è chiusa ufficialme­nte ieri dopo tre anni d’amore con un’intervista del presidente degli industrial­i Vincenzo Boccia a Repubblica. Pare ieri, e invece, sono quasi tre anni che col documento Proposte per il mercato del lavoro e della contrattaz­ione pubblicato a maggio 2014 Confindust­ria riempì di contenuti la scatola vuota del Jobs Act: pochi mesi dopo, infatti, Renzi fece presentare emendament­i alla sua legge delega copiati da quel testo smantellan­do l’articolo 18, aprendo la via al demansiona­mento e ai controlli a distanza dei lavoratori, ai licenziame­n- ti collettivi e ad altre cosette volute dagli industrial­i.

POI ARRIVARONO gli sgravi sulle assunzioni, il super-ammortamen­to al

140% sugli investimen­ti, il taglio dell’ I rese via aiutando. I risultati sulla crescita sono stati pochini, in cambio però Confindust­ria ha supportato il governo Renzi in ogni modo fino alla discesa in campo per il Sì al referendum (forse era meglio concentrar­si sul Sole 24 Ore...). Tre anni d’amore finiti ieri, si diceva, quando Vincenzo Boccia ha liquidato le posizioni di Renzi come un fastidio e chiesto una nuova stagione di sgravi fiscali per le imprese in cambio dell’a umento dell’Iva. Chissà come l’hanno presa i colleghi di Confcommer­cio?

La proposta “choc” di Boccia è la seguente: “Azzerare per due anni le tasse e i contributi sociali e previdenzi­ali ma solo a favore dei giovani assunti a tempo indetermin­ato”. Costo: 5 o 6 miliardi l’anno. E come si fa, chiede giudiziosa Repubblica, visto che dobbiamo già tagliare 20 miliardi? Sareste contrari a far aumentare l’Iva? Risposta: “Le misure per sostenere la ripresa hanno sempre un costo. Né si può affidare a entrate aleatorie come quelle dall’evasione fiscale o a tagli teorici come quelli della spending review il compito di finanziare interventi importanti. In questo quadro, uno spostament­o di tassazione dalle persone alle cose ci può stare”. Tradotto: aumentate pure l’Iva (nel bilancio dello Stato, peraltro, è già previsto l’innalzamen­to delle aliquote Iva per un maggior gettito di 15 miliardi fin dal 2018). Sulla manovrina da 3,4 miliardi chiesta da Bruxelles entro aprile, la posizione del presidente di Confindust­ria si fa sprezzante. Ci sono le Primarie del Pd, dice il cronista... “Ma di cosa parliamo?! È una vicenda marginale per le quantità in gioco...”.

E qui giova ricordare che è stato Matteo Renzi in queste settimane a “minacciare” il governo proprio su aumento delle tasse e privatizza­zioni e sempre lui ha definito “lette-

Sprezzante “Spostare le tasse dalle persone alle cose ci può stare Le primarie del Pd? Ma di cosa parliamo!?”

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