Vedere o non vedere? Amare la verità o vestire ambiguità?
L’incontro di Gesù con la samaritana di domenica scorsa ci ha introdotto nel cuore della Quaresima, che ripropone ai fedeli i segni della liturgia battesimale la cui grazia viene rivissuta nella Pasqua. Se in quel racconto al centro c’era l’acqua del pozzo a cui Gesù contrappone l’acqua viva che è la vita divina ricevuta nel battesimo, nel prodigio del cieco guarito ( Gv 9,1-41) il discorso punta sulla luce, da quella degli occhi alla luce del cuore dono dello Spirito del Risorto.
IL RACCONTO SEGUE un andamento tortuoso con domande inquisitorie, minacce, dissociazioni. Si comprende bene che il senso dell’evento va oltre il fatto. Il protagonista è il cieco, ma in effetti su di lui si scatena e si radicalizza il conflitto tra Gesù e i suoi oppositori. Il prodigio è inaudito e si impone all’attenzione stupita di tutti perché non ha precedenti e non può essere attribuito a subdole furberie. Qualcuno, a corto di argomentazioni sensate, mette perfino in dubbio che il miracolato non sia il cieco. Ma è l’interessato a fugare ogni dubbio (9,9) e a confessare che Gesù è profeta proprio perché, nonostante le maldicenze dei suoi contradditori, lo aveva guarito e questo potere non era attribuibile se non a un uomo di Dio (9,31-33). Giocano su queste esitazioni quanti erano ostili a Gesù e iniziano una serrata diatriba, un processo sommario, per svilire la portata dell’intervento prodigioso, mettere in cattiva luce il Maestro e fargli perdere il favore popolare, intimori- re con minacce di ogni genere i diversi protagonisti perché non pubblicizzassero, enfatizzandolo, l’accaduto. Il confronto si fa ancora più aspro quando emerge con evidenza che la guarigione del cieco era l’ennesimo pretesto per esasperare il conflitto insanabile tra Gesù e i farisei. Essi tentavano il tutto per tutto nella ri- cerca di prove e indizi per accusarlo di violare la legge e, mettendogli il popolo contro, per eliminarlo fisicamente in modo legale e riprendere il controllo civile e religioso del paese, legittimando ancora una volta la loro ipocrita condotta di vita, fatta di pratiche esteriori senza alcuna adesione del cuore a Dio.
Come sempre accade, chi gestisce le macchinazioni trova nelle persone semplici e poco avvezze agli intrighi dei poteri più o meno occulti lo strumento incolpevole su cui giocare per conseguire il successo dei propri spregevoli disegni. E così i farisei sottopongono a vessazioni il miracolato facendogli raccontare più volte l’accaduto per farlo cadere in contraddizione e così destituire di fondamento il prodigio, colpendo indirettamente Gesù. Lo stesso fanno con i suoi genitori, convocati perché garantiscano che il vedente è veramen- te il loro figlio, nato cieco. Ed è tanta la veemenza della loro inquisizione, unita alla paura della pena di essere allontanati dalla sinagoga, da costringere quei malcapitati a riconoscere che sì quell’uomo era loro figlio, nato non vedente, ma che essi erano completamente all’oscuro dei fatti e delle modalità con cui aveva acquistato la vista. A ogni buon conto prendono le distanze dal figlio: «Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé» (9,21).
L’EPILOGO DEL RACCONTO è rasserenante perché alle perfide rappresaglie dei farisei che insultano l’uomo guarito e lo cacciano via, si contrappone la riapparizione di Gesù, del quale fino a quel momento si erano perse le tracce. Egli chiede al miracolato se crede nel Figlio di Dio e alla domanda di costui su chi sia, risponde richiamando la riacquistata vista degli occhi: «Lo hai visto: è colui che parla con te» (9,37). E la risposta sgorga dalla luce nuova dell’anima di cui quella è segno: «Credo, Signore!» (9,38). L’ultima parola del Maestro censura quelli che ritengono di avere buoni occhi, ma in realtà sono ciechi perché non vogliono vedere. Parole dure sulle quali farebbero bene a riflettere quanti tramano nel torbido, ammantati dell’onorabilità dei sepolcri imbiancati. *Vescovo di Mazara del Vallo
IL CIECO GUARITO Alle perfide rappresaglie dei farisei che insultano l’uomo miracolato e lo cacciano via, si contrappone la riapparizione di Gesù