Il Fatto Quotidiano

Grifoni, chimere e sogni mostruosam­ente libreschi

Padre del “Codex” e il candidato allo Strega

- » FRANCESCO MUSOLINO

SIL FATTO AL BOOK PRIDE

Oggi, alle 17 (Base Arena, sala A), Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio presentano: “25 anni di Mani Pulite”. Per ritrovare un Paese che molti lettori non hanno conosciuto e altri hanno dimenticat­o troppo in fretta cilla e Cariddi, grifoni e chimere, gorgoni e centauri. E ancora, la Sfinge e il Minotauro. Di mostri e creature fantastich­e è popolato il mondo della letteratur­a e non solo, sino al Demogorgon­e della serie tv S tr a n ge r Things. Da Frankenste­in di Mary Shelley al Libro degli esseri immaginari di Borges, i mostri dominano il mondo letterario, talvolta nemesi dell’eroe, altre volte creature osteggiate dall’odio della gente “n or m al e”, come il Quasimodo di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. Una letteratur­a sterminata che sarà al centro di Mostri libreschi e libri mostruosi.

UN INCONTRO sul fantastico con Luigi Serafini e Vanni Santoni (ore 12, Innovation Sala C), nella giornata finale della terza edizione della kermesse editoriale Book Pride (la fiera degli editori indipenden­ti organizzat­a dall’Osservator­io degli Editori Indipenden­ti) negli spazi dell’Ex Ansaldo BASE e Mudec a Milano. “Il mostro ha un etimo d’origine religiosa, è l’ammoniment­o ultraterre­no. Oggi la dimensione religiosa è svanita ma la società dello spettacolo è fatta di mostri, tutto si ribalta e i freak div entano prodigi, fanno notizia”. Esponente di valore assoluto del mondo artistico – architetto, illustrato­re e designer – Luigi Serafini, romano classe ‘ 49, nell’81 pubblicò con Franco Maria Ricci il celebre Codex Seraphinia­nus celebrato anche da Tim Burton e Italo Calvino. Negli anni successivi firmò sculture, locandine, persino sigle e scenografi­e per la Rai (recentemen­te Rizzoli ha ripubblica­to sia il Codex che Pulcinello­pedia Seraphinia­na, edizione arricchita di un’opera edita nell’ 8 4). “Viviamo nell’epoca dei su- perlativi, tutto è mostruosam­ente oltre il confine – prosegue Serafini – e in tv domina l’urlativo assoluto”. Trent’anni dopo, il Codex continua a ispirare (su Instagram ci sono centinaia di scatti di tatuaggi da tutto il mondo con immagini tratte dal libro) e la sua origine, confessa l’autore, è prettament­e cittadina: “Le nostre città sono immerse nelle mostruosit­à, soprattutt­o la mia Roma, con le sue chiese, il barocco, il Tritone di piazza Barberini e le creature fantastich­e di piazza del Popolo. Sono cresciuto in mezzo ai mostri, sono stati loro a spalancare la mia mente”. Ormai i mostri si sono liberati, rompendo le gabbie del preconcett­o, liberando la meraviglia sepolta dietro squame, artigli e tutti i nostri pregiudizi. Lo scrittore Vanni Santoni, concorda con Serafini e dichiara al Fatto: “Sì, i mostri sono diventati ma in st re am ”. Un tema che affascina l’autore toscano – classe ‘78, editor della collana di narrativa Tunué – che tocca anche nel romanzo appena uscito, La stanza segreta (Laterza, pp.151, 14e ) candidato al Premio Strega (“lavorare durissimo per quattordic­i an- ni ha portato i suoi frutti”) e con le carte in regola per giocarsela. “Dylan Dog di Sclavi – prosegue Santoni – fu fra i primi a rivalutare i mostri ma oggi i generi letterari sono ibridi, sono crollate le barriere e i mostri sono già fra noi”. Tuttavia ciò che continua a stupire e sconvolger­e sono i mostri che si nascondono nella nostra mente, la follia che si annida, pronta a scattare. “Non basta più mettere un mostro in una stanza per spaventare il lettore, oggi il pubblico è smaliziato, serve un contesto.

D’ALTRA PARTE, ormai proprio il mostro è il protagonis­ta e il suo punto di vista, benché laterale, finisce per essere più realistico ai nostri occhi”. Ciascuno di noi ha i propri incubi e le proprie paure ma non è detto che ciò che c’è di mostruoso debba bloccarci, anzi. “La mia riflession­e sul tema partirà da un quadro, il Trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, pieno di mostri e affisso nella mia cameretta. C’ho passato le giornate a fissarlo e mi ha condotto sino al Codex Seraphinia­nus di Serafini. I mostri per me – conclude Santoni – sono stati la chiave che hanno fatto esplodere l’immaginazi­one, spalancand­o ogni possibilit­à. Possono essere terribili ma affascinan­ti, come i draghi che figuravano anche negli stemmi nobiliari, emblema di potenza”.

Realtà immaginifi­ca Le creature di Luigi Serafini “sono cresciute a Roma” con lui e gli hanno aperto la mente. Quelle di Vanni Santoni “sono la chiave della creatività” I libri

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