Grifoni, chimere e sogni mostruosamente libreschi
Padre del “Codex” e il candidato allo Strega
SIL FATTO AL BOOK PRIDE
Oggi, alle 17 (Base Arena, sala A), Gianni Barbacetto, Peter Gomez e Marco Travaglio presentano: “25 anni di Mani Pulite”. Per ritrovare un Paese che molti lettori non hanno conosciuto e altri hanno dimenticato troppo in fretta cilla e Cariddi, grifoni e chimere, gorgoni e centauri. E ancora, la Sfinge e il Minotauro. Di mostri e creature fantastiche è popolato il mondo della letteratura e non solo, sino al Demogorgone della serie tv S tr a n ge r Things. Da Frankenstein di Mary Shelley al Libro degli esseri immaginari di Borges, i mostri dominano il mondo letterario, talvolta nemesi dell’eroe, altre volte creature osteggiate dall’odio della gente “n or m al e”, come il Quasimodo di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo. Una letteratura sterminata che sarà al centro di Mostri libreschi e libri mostruosi.
UN INCONTRO sul fantastico con Luigi Serafini e Vanni Santoni (ore 12, Innovation Sala C), nella giornata finale della terza edizione della kermesse editoriale Book Pride (la fiera degli editori indipendenti organizzata dall’Osservatorio degli Editori Indipendenti) negli spazi dell’Ex Ansaldo BASE e Mudec a Milano. “Il mostro ha un etimo d’origine religiosa, è l’ammonimento ultraterreno. Oggi la dimensione religiosa è svanita ma la società dello spettacolo è fatta di mostri, tutto si ribalta e i freak div entano prodigi, fanno notizia”. Esponente di valore assoluto del mondo artistico – architetto, illustratore e designer – Luigi Serafini, romano classe ‘ 49, nell’81 pubblicò con Franco Maria Ricci il celebre Codex Seraphinianus celebrato anche da Tim Burton e Italo Calvino. Negli anni successivi firmò sculture, locandine, persino sigle e scenografie per la Rai (recentemente Rizzoli ha ripubblicato sia il Codex che Pulcinellopedia Seraphiniana, edizione arricchita di un’opera edita nell’ 8 4). “Viviamo nell’epoca dei su- perlativi, tutto è mostruosamente oltre il confine – prosegue Serafini – e in tv domina l’urlativo assoluto”. Trent’anni dopo, il Codex continua a ispirare (su Instagram ci sono centinaia di scatti di tatuaggi da tutto il mondo con immagini tratte dal libro) e la sua origine, confessa l’autore, è prettamente cittadina: “Le nostre città sono immerse nelle mostruosità, soprattutto la mia Roma, con le sue chiese, il barocco, il Tritone di piazza Barberini e le creature fantastiche di piazza del Popolo. Sono cresciuto in mezzo ai mostri, sono stati loro a spalancare la mia mente”. Ormai i mostri si sono liberati, rompendo le gabbie del preconcetto, liberando la meraviglia sepolta dietro squame, artigli e tutti i nostri pregiudizi. Lo scrittore Vanni Santoni, concorda con Serafini e dichiara al Fatto: “Sì, i mostri sono diventati ma in st re am ”. Un tema che affascina l’autore toscano – classe ‘78, editor della collana di narrativa Tunué – che tocca anche nel romanzo appena uscito, La stanza segreta (Laterza, pp.151, 14e ) candidato al Premio Strega (“lavorare durissimo per quattordici an- ni ha portato i suoi frutti”) e con le carte in regola per giocarsela. “Dylan Dog di Sclavi – prosegue Santoni – fu fra i primi a rivalutare i mostri ma oggi i generi letterari sono ibridi, sono crollate le barriere e i mostri sono già fra noi”. Tuttavia ciò che continua a stupire e sconvolgere sono i mostri che si nascondono nella nostra mente, la follia che si annida, pronta a scattare. “Non basta più mettere un mostro in una stanza per spaventare il lettore, oggi il pubblico è smaliziato, serve un contesto.
D’ALTRA PARTE, ormai proprio il mostro è il protagonista e il suo punto di vista, benché laterale, finisce per essere più realistico ai nostri occhi”. Ciascuno di noi ha i propri incubi e le proprie paure ma non è detto che ciò che c’è di mostruoso debba bloccarci, anzi. “La mia riflessione sul tema partirà da un quadro, il Trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, pieno di mostri e affisso nella mia cameretta. C’ho passato le giornate a fissarlo e mi ha condotto sino al Codex Seraphinianus di Serafini. I mostri per me – conclude Santoni – sono stati la chiave che hanno fatto esplodere l’immaginazione, spalancando ogni possibilità. Possono essere terribili ma affascinanti, come i draghi che figuravano anche negli stemmi nobiliari, emblema di potenza”.
Realtà immaginifica Le creature di Luigi Serafini “sono cresciute a Roma” con lui e gli hanno aperto la mente. Quelle di Vanni Santoni “sono la chiave della creatività” I libri