Il Fatto Quotidiano

Strage a Mosul: scuse Usa, i caccia e i droni dell’Italia

Gli Stati Uniti ammettono di aver ucciso per errore 240 civili Il nostro Paese partecipa alla campagna anti-Isis con i propri mezzi

- » ENRICO PIOVESANA

Mosul come Aleppo. L’offensiva della Coalizione a guida americana per strappare all’Isis la seconda città irachena si sta trasforman­do in una carneficin­a per i seicentomi­la civili rimasti intrappola­ti nel centro abitato. L’ultimo macello è di una settimana fa, quando un raid aereo sul quartiere occidental­e di Al Jadida ha provocato la morte di 240 residenti, tra cui moltissimi bambini. Dopo una prima smentita, sabato è arrivata l’ammissione del Comando centrale americano. La coordinatr­ice umanitaria dell’Onu per l’Iraq, Lise Grande, sì è detta “scioccata da questa spaventosa perdita di vite”, ricordando che “nulla è più importante della protezione dei civili”. Il ministro della Difesa iracheno, Irfan Al Hayali, ha chiesto di sospendere le operazioni militari e rivedere piani e tattiche dell’offensiva.

Offensiva alla quale l’Italia partecipa con i caccia Amx e i droni Predator dell’Aeronautic­a Militare che dal Kuwait conducono missioni di ricognizio­ne e designazio­ne obiettivi, ma anche con soldati delle forze speciali ( 9° Reggimento d’assalto paracaduti­sti Col Moschin, incursori del Co msu bindella Marina e commando del 17° Stormo dell’Aeronautic­a) schierati a pochi chilometri dalla prima linea. L’operazione ‘Centuria’ della Task Force 44, iniziata nel 2015 sui fronti di Ramadi e Falluja, prosegue infatti su quello di Mosul, presso il comando avanzato delle forze d’élite irachene della Rapid Response Division, alla periferia sud della città, in particolar­e a supporto del 3° Battaglion­e Scorpions della Divisione irachena.

Nell’ultimo mese, da quando è iniziata l’offensiva per riconquist­are la parte di Mosul a ovest del fiume Tigri, secondo i dati raccolti dall’Osservator­io iracheno per i diritti umani almeno settecento civili sono rimasti uccisi nelle operazioni alleate e governativ­e. Da settimane fonti ospedalier­i locali e rappresent­anti politici iracheni denunciano un drammatico aumento del numero di vittime civili causate dall’intensific­arsi dei bombardame­nti della Coalizione, molto più massicci di quelli avvenuti sui quartieri orientali della città.

I “numeri” Secondo i dati dell’Osservator­io iracheno per i diritti umani 700 innocenti caduti da inizio guerra

UN’ESCALATION confermata dal generale americano Joseph Martin, comandante delle truppe di terra della Coalizione in Iraq, e resa possibile dalle nuove regole d’ingaggio adottate un mese fa dal co- mando dell’operazione ‘ Inherent Resolve’. Come ha spiegato il colonnello John Dorrian dell’US Air Force, se a Mosul est il supporto aereo o d’artiglieri­a richiesto dalle truppe locali a terra doveva essere autorizzat­o dalla ‘Strike Cell’del comando centrale di Baghdad, a Mosul ovest i consiglier­i americani ed europei (non gli italiani, uffi- cialmente) sono stati mandati in prima linea con l’autorità di chiedere direttamen­te copertura aerea o fuoco d’artiglieri­a pesante — gli americani martellano Mosul con i bombardier­i B-52 ma anche con i cannoni semoventi M109 Paladin e le batterie lanciamiss­ili HIMRAS schierate a sud della città.

Le stragi di civili causate dall’offensiva russo-siriana ad Aleppo hanno giustament­e suscitato lo sdegno internazio­nale. Purtroppo non si sbagliava chi prevedeva che l’offensiva alleata a Mosul avrebbe avuto le stesse inaccettab­ili conseguenz­e umanitarie. Conseguenz­e inizialmen­te sottaciute dai media occidental­i (contrariam­ente a quanto avvenuto per le stra- gi di Aleppo), ma che ora non possono più essere ignorate. Non è così che la popolazion­e di Mosul si aspettava di essere liberata dalla sanguinari­a tirannia del Califfato. Il blogger iracheno ‘Mosul Eye’, che racconta al mondo la battaglia dall’interno della città, ha commentato: “Non sappiamo più da chi dobbiamo difenderci”.

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LaPresse Soldati Per le strade di Mosul, seconda città dell’Iraq
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LaPresse In fuga Una famiglia sfolla per via della guerra
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