Quel pasticciaccio brutto delle otto tele finite a Belgrado
L’Alta
corte serba ha respinto la rogatoria sui dipinti di Tiziano, Carpaccio, Canaletto e altri classici che si trovano al museo nazionale di Belgrado. Con argomentazioni definite da fonti italiane “originali”, sostiene che non si può applicare la convenzione sul reimpiego e il riciclaggio richiamata dalla procura di Bologna. Cosa c'entra Bologna con otto antiche tele esposte nelle sale del Narodni Muzej?
SONO STATE VENDUTE a Firenze durante la guerra. Le ha comprate Göring. In base agli accordi di Londra devono essere restituite: le vendite di opere d’arte ai nazisti sono nulle. Gli americani hanno istituito dei Collecting Pointin Germania per la restituzione, ma invece di renderle agli italiani le danno ad Ante Topic Mimara, un truffatore dalmata che spaccia per jugoslave convogliandole a Belgrado. Com'è riuscito? Ha sedotto una dipendente del Collecting Point di Monaco, Wiltrud Mersmann, ottenendo informazioni riservate.
La difficile situazione politica internazionale posbellica stende una patina di oblio sulla vicenda. I carabinieri del Nucleo Tutela Beni Culturali di Firenze riprendono a cercarle e si rendono conto che gli otto quadri sono passati in mostra a Bologna nel 2004.
Parte il procedimento giudiziario. Vengono indagati anche i funzionari ministeriali italiani che non hanno fatto i dovuti accertamenti autorizzando la mostra. Oltre alle opere italiane ce ne sono venti francesi che probabilmente provengono da beni sequestrati agli ebrei.
Tutto questo affaire internazionale si deve a Mimara: mercante d'arte, pittore di corte nazista, spia jugoslava, falsario d'arte... Personaggio incredibile raccontato da Alessandro Marzo Magno in Missione grande bellezza, un libro documentato e avvincente sui “monuments men italiani”. Mimara si muove tra nazismo e comunismo titino, transitando a Tangeri e Montevideo dove prova ad affitta- re la sua collezione allo stato. Pur avendo una dubbia reputazione, vende al MoMa per 600 mila dollari, cifra altissima per gli Anni 60, un crocifisso medievale di zanne di leone marino; autentico ma proveniente, non si sa come, da un monastero dell’Est.
CON I DOLLARI del MoMa compra un castello sopra Salisburgo, dove tuttora vive Wiltrud Mersmann, diventata sua moglie, oggi quasi centenaria. Lo stato croato le paga una rendita annua di 50 mila dollari. È un'altra impresa di Mimara. Nel 1973 concede alla Croazia la sua collezione personale in cambio di una rendita per sé e per la moglie.
Muore nell’87. Viene creato un museo vasto e poco visitato con diversi falsi e attribuzioni discusse, più a celebrazione del genio della truffa, che non di quello degli artisti esposti. Le tele del Collecting Point sono invece finite al museo di Belgrado e in varie residenze ufficiali jugoslave. Si dice che durante i bombardamenti Nato Milosevic dormisse sotto a un Rembrandt. Se lo bombardavano distruggevano lui, ma anche il quadro. Ora l’unica speranza per i dipinti italiani resta un ripensamento serbo in vista dell’ingresso nell’Unione europea e la pressione diplomatica. L’Italia tuttora protegge i monasteri serbi del Kosovo.
Comprate a Firenze da Göring, avrebbero dovuto essere restituite, ma giunsero in mano a uno spregiudicato truffatore Ma si spera ancora di riaverle