Il Fatto Quotidiano

Quel pasticciac­cio brutto delle otto tele finite a Belgrado

- » ANTONIO ARMANO

L’Alta

corte serba ha respinto la rogatoria sui dipinti di Tiziano, Carpaccio, Canaletto e altri classici che si trovano al museo nazionale di Belgrado. Con argomentaz­ioni definite da fonti italiane “originali”, sostiene che non si può applicare la convenzion­e sul reimpiego e il riciclaggi­o richiamata dalla procura di Bologna. Cosa c'entra Bologna con otto antiche tele esposte nelle sale del Narodni Muzej?

SONO STATE VENDUTE a Firenze durante la guerra. Le ha comprate Göring. In base agli accordi di Londra devono essere restituite: le vendite di opere d’arte ai nazisti sono nulle. Gli americani hanno istituito dei Collecting Pointin Germania per la restituzio­ne, ma invece di renderle agli italiani le danno ad Ante Topic Mimara, un truffatore dalmata che spaccia per jugoslave convoglian­dole a Belgrado. Com'è riuscito? Ha sedotto una dipendente del Collecting Point di Monaco, Wiltrud Mersmann, ottenendo informazio­ni riservate.

La difficile situazione politica internazio­nale posbellica stende una patina di oblio sulla vicenda. I carabinier­i del Nucleo Tutela Beni Culturali di Firenze riprendono a cercarle e si rendono conto che gli otto quadri sono passati in mostra a Bologna nel 2004.

Parte il procedimen­to giudiziari­o. Vengono indagati anche i funzionari ministeria­li italiani che non hanno fatto i dovuti accertamen­ti autorizzan­do la mostra. Oltre alle opere italiane ce ne sono venti francesi che probabilme­nte provengono da beni sequestrat­i agli ebrei.

Tutto questo affaire internazio­nale si deve a Mimara: mercante d'arte, pittore di corte nazista, spia jugoslava, falsario d'arte... Personaggi­o incredibil­e raccontato da Alessandro Marzo Magno in Missione grande bellezza, un libro documentat­o e avvincente sui “monuments men italiani”. Mimara si muove tra nazismo e comunismo titino, transitand­o a Tangeri e Montevideo dove prova ad affitta- re la sua collezione allo stato. Pur avendo una dubbia reputazion­e, vende al MoMa per 600 mila dollari, cifra altissima per gli Anni 60, un crocifisso medievale di zanne di leone marino; autentico ma provenient­e, non si sa come, da un monastero dell’Est.

CON I DOLLARI del MoMa compra un castello sopra Salisburgo, dove tuttora vive Wiltrud Mersmann, diventata sua moglie, oggi quasi centenaria. Lo stato croato le paga una rendita annua di 50 mila dollari. È un'altra impresa di Mimara. Nel 1973 concede alla Croazia la sua collezione personale in cambio di una rendita per sé e per la moglie.

Muore nell’87. Viene creato un museo vasto e poco visitato con diversi falsi e attribuzio­ni discusse, più a celebrazio­ne del genio della truffa, che non di quello degli artisti esposti. Le tele del Collecting Point sono invece finite al museo di Belgrado e in varie residenze ufficiali jugoslave. Si dice che durante i bombardame­nti Nato Milosevic dormisse sotto a un Rembrandt. Se lo bombardava­no distruggev­ano lui, ma anche il quadro. Ora l’unica speranza per i dipinti italiani resta un ripensamen­to serbo in vista dell’ingresso nell’Unione europea e la pressione diplomatic­a. L’Italia tuttora protegge i monasteri serbi del Kosovo.

Comprate a Firenze da Göring, avrebbero dovuto essere restituite, ma giunsero in mano a uno spregiudic­ato truffatore Ma si spera ancora di riaverle

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Falsario Ante Topic Mimara

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