Il Fatto Quotidiano

Parma, tutti contro tutti nel salotto che ha paura

Pioggia di liste nella città dell’ex M5S Federico Pizzarotti, che cerca il bis con la sua “Effetto Parma”. Il Pd punta sul “civico” Paolo Scarpa, il centrodest­ra orientato su una leghista. 5Stelle spaccati

- » LUCA DE CAROLIS Inviato a Parma

Icandidati sindaco sono una folla, come i paradossi. Ma la paura è uno specchio per tutti. Perfino nella città dove il centro è una cartolina del benessere, con gli altoparlan­ti che diffondono musica classica, i suv e i localini tutti aperitivi e sorrisi.

BENVENUTI a Parma, dove tutti giocano contro tutti. La lepre da cacciare nel voto di giugno è il sindaco Federico Pizzarotti, l’ex 5Stelle, che nel 2012 fu il primo sindaco del M5S in un capoluogo, eletto in una città sommersa da 870 milioni di debiti e con la gente sotto il Comune a invocare la testa dell’allora sindaco del Pdl, Pietro Vignali. Ora Pizzarotti vuole il bis con la sua lista civica, Effetto Parma, già punto di riferiment­o nazionale dei transfughi dal Movimento. Però a dare l’assedio al Comune ci sono mille eserciti. Come il Pd, che non qui non tocca palla da quando esiste ed ora spera in un candidato civico, Paolo Scarpa, indicato dalle primarie. O il M5S che sogna lo sgambetto al “traditore” ma è spaccato come una mela, e non ha ancora un candidato.

Proprio come il centrodest­ra, che si accapiglia sul nome della leghista Laura Cavandoli, avvocato. E poi centristi, civici e varie liste “rosse”, più o meno pronte. Dal Partito Comunista fino a Casapound, ce n’è per ogni gusto. Ed è facile intuire su cosa punteranno in molti. Basta leggere la prima pagina della Gazzetta di Parma di giovedì, che titolava sugli spacciator­i stranieri nella zona centrale di San Leonardo e i loro ovuli di droga sparsi nei giardini. “Città pericolosa”, rilanciano le opposizion­i, e c’è già chi propone la guardia civile comunale. E allora si com- prende perché Salvini sia calato pochi giorni fa nella vicina Salsomaggi­ore, urlando contro i profughi in zona (“Sono solo clandestin­i”). E si capiscono certe tensioni dentro la Parma multietnic­a. Con gruppi di ragazzi di colore che marciano assieme. E due signore che di sera indicano le panchine davanti al centraliss­imo Palazzo della Pilotta: “Guardi, è tutto loro, degli extracomun­itari”. A margine, un diffuso lamentarsi per i furti. Nel suo studio in Comune, Pizzarotti riconosce: “La campagna elettorale sarà sulla sicurezza, ovvio”. Un mese fa è stato dal ministro dell’Interno Minniti e ha strappato una pattuglia di sorveglian­za fissa sei giorni su sette e il prolungame­nto del servizio della Polfer dalle 19 all’una di notte. Ora sostiene: “La sicurezza è un tema nazionale, con l’immigrazio­ne sono cresciuti anche i tagli alle forze dell’ordine. Ma è pure un problema di percezione”. Ma c’è lo spaccio nei parchi, sindaco: “Per fermarlo abbiamo creato centri di aggregazio­ne come i punti per il garden food, bisogna vivere la città”. Però gli avversari picchiano pure su altro: le tasse comunali sono al massimo, il debito è stato in parte risanato facendo fallire società partecipat­e, e Parma è una delle città più inquinate d'Europa, con quell’incenerito­re che Pizzarotti non ha mai fermato (e su questo fu rottura con Grillo). Il sindaco replica: “Le tasse le hanno dovuto alzare tutti, ai sindaci tagliano milioni di fondi. E le partecipat­e dopo tre anni di rosso non possono mica ricevere soldi dal Comune. Quanto all’inquinamen­to, con noi gli sforamenti nelle emissioni sono drasticame­nte calati”. Ora l’incenerito­re funziona al 100 per cento... Abbiamo provato a fermarlo nei tribunali, ma è stato inutile”. Insomma, tutto bene? “Ho realizzato oltre il 70 per cento del programma e Parma è prima per la raccolta differenzi­ata. E poi quando mai un sindaco di qui è stato un personaggi­o nazionale? A Roma mi fermano per strada”.

C’È CHI CONDIVIDEp­erfino nel Pd, visto che Pizzarotti a gennaio si è preso gli elogi del sindaco di Bologna Virginio Merola e piace anche al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’ex sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. Sindaco, i dem le fanno la corte? Risata: “Assolutame­nte sì, ma io non cedo e non cederò”. E i suoi avversari? “Scarpa è una brava persona, ma copia molte delle nostre proposte. E i 5Stelle, beh, spesso non sanno di cosa parlano”. Rimane la domanda: perché questa stima di tanti dem per Pizzarotti? “Dovrebbe chiederlo a loro” ride forte Paolo Scarpa, l’ingegnere che corre (anche) per il Pd senza essere iscritto. Ex segretario cittadino della Margherita, prodiano. In un partito diviso in tribù più d’uno gli è rimasto ostile. E ora c’è anche il congresso nazionale. Scarpa prova a scansarsi: “Non mi schiererò”. Ma il rischio del fuoco amico c’è. Lui fa spallucce: “Mi sono candidato fuori dei sistemi di potere, il mio modello è l’Ulivo”. Ma Pizzarotti, come si batte? “La città è immobile e sciatta, e c’è molto divario tra la percezione mediatica nazionale e il vero consenso di cui gode il sindaco. Lo spiegherò a tutti, da indipenden­te”. Ma candidati e paradossi continuano. Un consiglier­e comunale del M5S, Andrea D’Alessandro, è rimasto in maggioranz­a con Pizzarotti ma vuole candidarsi contro di lui. Con il suo meet up, Ducato 5Stelle, ha appena inviato la lista per la certificaz­ione alla Casaleggio, molto dopo la scadenza del 6 marzo. E spiega: “Sono subentrato un anno fa in Consiglio, ho votato molte proposte della giunta perché erano coerenti con il M5S”. E ora? “Serve un sindaco del Movimento, per fare rete con gli altri eletti”. D’Alessandro però è un avversario per Fabrizio Savani e Mauro Nuzzo, ex consiglier­i di maggioranz­a, ora all’opposizion­e: pronti a sostenere Daniele Ghirarduzz­i, del meet up Amici di Beppe Grillo. “Pensano solo a ricandidar­si alle Politiche”, sibila D’Alessandro.

SAVANI però va dritto: “D’Alessandro è una brava persona ma pure un ossimoro politico. E io starò fermo un giro perché non ho trovato le persone giuste per una mia lista”. E Pizzarotti? “Ha tradito i prìncipi del Movimento, chiude parchi e a apre al cemento. Così sosterrò Ghirarduzz­i”. Da parte sua, fiducioso: “Io la lista l’ho presentata entro il 6 marzo, D’Alessandro non rappresent­a il M5S”. I vertici però potrebbero ritirare il simbolo, come ventilato dal bolognese Max Bugani, vicino a Casaleggio. Anche se Ghirarduzz­i è secco: “Bugani non è un giudice, a Milano valuterann­o solo se ci sono i requisiti. Il Movimento ci deve essere”. Anche se Savani ammette: “Visti da fuori, diamo un’immagine di caos, da vecchio partito”.

CAMPAGNA ELETTORALE SULLA SICUREZZA Molto si gioca sul tema migranti: non a caso Salvini è calato pochi giorni fa urlando contro i profughi in città

LA BABELE DEGLI ESPONENTI GRILLINI Sognano lo sgambetto al “traditore” ma sono spaccati come una mela e non hanno ancora un candidato

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Ansa Prima dell’addio Beppe Grillo assieme a Federico Pizzarotti a Parma, il 18 maggio 2012
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Candidato del Pd Il “civico” Paolo Scarpa

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