Il Fatto Quotidiano

Milano e il “martiniano” Bergoglio Storia del “gruppo di San Gallo”

Incroci e suggestion­i della visita “ambrosiana”, dal conclave perso nel 2005 a quello vinto nel 2013

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Quanti incroci e quante suggestion­i per la visita di papa Francesco a Milano, sabato scorso. La prima immagine è quella con il cardinale Angelo Scola, pastore della metropoli ambrosiana. Scola fu al centro di un “incidente” giornalist­ico senza precedenti nel mondo cattolico: nel 2013 il sito di Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, diede notizia della sua elezione a pontefice, nel conclave riunitosi dopo le clamorose dimissioni di Benedetto XVI.

Invece, quel conclave scelse il gesuita argentino Bergoglio, che poi “impose a se stesso” il nome di Francesco, simbolo e fondatore dell’ordine storicamen­te avversario della Compagnia di Gesù. E con Bergoglio comincia un’altra storia che conduce sempre a Milano. Per spiegare infatti la sua sorprenden­te elezione del 2013, sorprenden­te perché nessuno l’aveva prevista, bisogna risalire al conclave del 2005.

ECCO ALLORAcosa ha detto un anno fa monsignor Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia e tuttora “segretario” di Ratzinger, papa emerito. In pratica il regno di Benedetto XVI iniziò dopo un conclave segnato dalla “drammatica lotta tra il cosiddetto ‘Partito del sale della terra’ ( Salt of earth party) intorno ai cardinali López Trujíllo, Ruini, Herranz, Ruoco Varela e Medina e il cosiddetto ‘Gruppo San Gallo’ intorno ai cardinali Danneels, Martini, Silvestrin­i e Murphy-O’Connor, gruppo che di recente lo stesso Danneels di Bruxelles in modo divertito ha definito una specie di mafiaclub”.

Mafiaclub, proprio così. Un gruppo di cardinali progressis­ti che si riunì in modo privato e informale, a partire dal 1996, a San Gallo in Svizzera, ospiti del vescovo locale Ivo Furer. Il loro leader era Martini, il vescovo di Milano più amato del secolo scorso. Nel conclave del 2005, la loro scelta cadde su Bergoglio ma furono sconfitti.

Ma il filo di questo tentativo di rinnovamen­to della Chiesa non fu mai spezzato e fu ripreso nel 2013: Martini era morto da meno di un anno e il suo posto di “guida” venne preso da Godfried Danneels, già primate del Belgio e “creatore di re discreto”. E oggi il “re” è il “martiniano” Bergoglio.

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