Il Fatto Quotidiano

Caro Beppe Grillo, espulsioni e censure sono cose serie

- » BRUNO TINTI

Su ilfattoquo­tidiano.it del 21 marzo l’avvocato Lorenzo Borré, commenta l’e sc lu si on e della vincitrice delle comunarie di Genova, Marika Kassinatis: “La figura del garante non è prevista né dal ‘Non Statuto‘ né nel ‘Regolament­o’. Così come quella del ‘Capo politico’, che non e stata prevista originaria­mente dallo ‘Statuto’, ma solo dal ‘Regolament o’. E il regolament­o non è stato approvato in un’assemblea, che il diritto civile prevede composta da almeno i 3/ 4 dei componenti; per cui tutte le decisioni adottate potrebbero crollare di fronte a un’impugnazio­ne”.

CONSIDERAZ­IONI ineccepibi­li giuridicam­ente che potrebbero fondare un ricorso davanti al giudice civile perché dichiari l’annullamen­to della decisione di non concedere l’utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Kassinatis e condanni Grillo (non M5S che, come tutti i partiti, è un’associazio­ne non riconosciu­ta, priva di personalit­à giuridica) al risarcimen­to dei danni patrimonia­li (eventuali spese per la campagna elettorale) e non patrimonia­li ( danno morale conseguent­e all’espulsione dal partito).

E tuttavia l’espulsione del politico indegno mi trova favorevole. È il sistema che potrebbe impedire il vergognoso alibi proprio di tutti i partiti che rinviano ogni decisione alla sentenza definitiva della Magistratu­ra in applicazio­ne di un presunto principio di innocenza (in realtà di non colpevolez­za, che è cosa diversa) che ha valore esclusivam­ente processual­e e non politico; salvo, come avviene sempre, disconosce­re al momento opportuno la validità della sentenza, denunciand­o inesistent­i persecuzio­ni, rosse o nere a seconda del partito cui appartiene il delinquent­e.

OTTIMA COSA, dunque, se il partito – autonomame­nte – valuta l’opportunit­à politica di liberarsi di persone ritenute indegne di farne parte. Valutazion­e che però deve essere affidata alla decisione di un’assemblea, preceduta, se lo statuto del partito-associazio­ne lo prevede, da un parere del collegio dei probiviri; e non da un autoprocla­matosi “g a ra nt e ”, “capo del partito”, “duce” o “fuhrer” che – consapevol­e dell’illegittim­ità del suo operato – ne fa una questione di fiducia (Fidatevi di me).

Un’assemblea, dunque, che possa valutare le ragioni di un’eventuale espulsione. Ragioni che, nel caso di specie, consistono in asseriti (da Grillo) “comportame­nti contrari ai principi del M5S prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017. In particolar­e hanno ripetutame­nte e continuati­vamente d an n e gg i at o l’immagine del M5S, dileggiand­o, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, co nd iv id endo pubblicame­nte i contenuti e la linea dei fuoriuscit­i dal M5S”.

Comportame­nti che – scrive Grillo sul suo blog – “gli sono stati segnalati dopo l’esito delle votazioni, con tanto di documentaz­ione”. “Segnalati”; da chi? E poi, perché “dopo l’esito delle v ot az io ni ”? Non sarebbe stato naturale segnalarli a ll ’ atto della candidatur­a della Kassinatis e non dopo, quando inaspettat­amente aveva prevalso su Luca Pirondini, preventiva­mente scelto da Grillo? È evidente che si voleva evitare la patata bollente di un’espulsione preventiva, contando sulla vittoria di Pirondini; quando non c’è stata, Grillo (e non il partito) ha deciso di prevaricar­e il risultato delle comunarie.

QUELLO che è stupefacen­te è che, nonostante tutto, M5S gode del favore degli elettori; il 30% lo voterebbe, sarebbe il primo partito. Inutile chiedersi perché stia succedendo questa cosa: i cittadini ne hanno abbastanza dei profession­isti della politica, legati ai cosiddetti poteri forti (banche, imprese, multinazio­nali) e quindi corrotti.

E pensano che l’esibita onestà dei Grillini (geniale la riduzione dello stipendio) prevalga sull’abbandono dei principi democratic­i, interni ed esterni al partito. Dovrebbero ricordare due celebri aforismi: “State attenti a quello che desiderate, potreste ottenerlo”; e “Il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe in modo assoluto”.

La cancellazi­one dell’esito delle ‘comunarie’ di Genova crollerebb­e di fronte a un ricorso in sede civile È bene che un partito si liberi di chi è ritenuto ‘indegno’, ma per farlo ser vono regole e assemblee È giusto ricordare al leader M5S due massime: il potere corrompe. Il potere assoluto corrompe in modo assoluto

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L’esclusa Marika Kassinatis, la vincitrice delle “comunarie” per la candidatur­a a sindaco di Genova poi sconfessat­a

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